Messina – Sono condanne anche in appello alla fine del processo Aquarius sullo spaccio di droga tra Mangialupi e Provinciale gestito dalle famiglie Mazza e Umbertalli. Rispetto alla sentenza del Tribunale del 2022, però, le condanne sono più “leggere” per tutti, ad eccezione di 3 persone per le quali è stato confermato integralmente quel verdetto. Questo perché la Corte d’Appello ha concesso le attenuanti generiche a tutti gli imputati accusati di associazione ma soprattutto ha riqualificato l’accusa di traffico di droga, configurandola come “piccolo spaccio” per molti episodi contestati. Le responsabilità sono dunque confermate ma quanto dovranno scontare i singoli imputati è “meno” pesante.
Ecco la sentenza emessa nella tarda serata di ieri dalla Corte d’Appello di Messina. Tra parentesi accanto i nomi la precedente condanna del 2022.
15 anni per Lucio Mazza (20 anni in primo grado), 13 anni e 10 mesi per Daniele Mazza (20), 14 anni e 1 mese per Lorenzo Umbertalli (18); 7 anni e 4 mesi per Antonino Mazza (13 anni e 4 mesi), 7 anni e mezzo a Massimo Russo (13 anni e 4 mesi) ; 8 anni e 5 mesi per Rosario Mazza (11 anni e 4 mesi); 7 anni e 8 mesi per Aurora Aliotta (9 anni e 4 mesi), 7 anni per Rosa Gugliotti (9 anni e 4 mesi), 7 anni e 4 mesi per Fabiana Russo (10), 7 anni e 2 mesi Maria Tindara Umbertalli (10); 7 anni per Demetrio Lombardo (8), 7 anni ad Antonino Corritore (8); 7 anni e 1 mese per Davide Bonanno (10 anni e 8 mesi). Confermate integralmente, invece, 3 condanne: 3 anni e 4 mesi per Francesco Giorgi, Massimiliano Primerano e Gianluca Minella.
Il blitz della polizia risale a marzo 2022. L’inchiesta ha confermato che il quartiere fortino di Mangialupi, a ridosso del carcere della zona sud messinese, resta la piazza principale per lo spaccio di droga a Messina. Da qui, a prendere le redini delle forniture di cocaina ed hashish, piazzata nella zona tra Provinciale e Gazzi, erano stati i gruppi delle famiglie Mazza e gli Umbertalli, imparentati tra di loro ma non sempre d’accordo su come muoversi per gli approvvigionamenti degli stupefacenti e lo spaccio. La loro “ascesa” era dovuta al fatto che molti capi storici del traffico, attivi soprattutto nei rifornimenti in Calabria, sono ormai saldamente in carcere da anni.
Impegnati nelle difese gli avvocati Cinzia Panebianco, Carolina Stroscio, Salvatore Silvestro, Daniela Garufi, Salvatore Stroscio, Massimo Marchese, Giuseppe Donato, Tommaso Autru Ryolo.