BAIA DI HALONG, VIETNAM – Su Instagram si chiama “Il cacciatore di orizzonti“, ma potremmo chiamarlo anche il “cacciatore di libertà”. Andrea Fedele è un 35enne messinese che ha deciso, dopo un lungo percorso interiore, lavorando su sé stesso e organizzando quella che è diventata una grande avventura, di lasciare il lavoro a Messina per viaggiare in lungo e in largo in Asia. Il suo viaggio, partito a settembre, lo ha portato in diversi Paesi, dall’Indonesia al Vietnam, ed è qui che si trova in questi giorni, proprio mentre risponde al telefono per raccontare la sua storia.
Ma com’è nata l’idea di partire? “Ci sono state più motivazioni – racconta Andrea -, non è stata una mossa improvvisa ma una decisione maturata nel tempo, forse anche negli anni. Mettici i contratti a tempo determinato, o che comunque per certi aspetti Messina la sentivo stretta. A questo si aggiunge la felicità provata in alcuni viaggi fatti durante quegli anni, tra gli Stati Uniti, la Grecia e il Mediterraneo. E così è arrivato il momento in cui mi sono chiesto: dove sta scritto che non puoi fare ciò che ti piace? Perché non devi fare la cosa che vuoi fare di più? E così ho iniziato a programmare questo lungo viaggio e sono partito a metà settembre scorso”.
La domanda principale che viene subito in mente è: come vive Andrea? A livello economico ma anche logistico, tra cibo e luoghi in cui sostare e dormire. Il messinese spiega: “Questa è la cosa che mi chiedono tutti. Ma non è difficile se ci si organizza. In primis partiamo dai risparmi: essendo una cosa programmata nel tempo ho avuto modo di mettere qualcosa da parte. Poi da queste parti riesci a vivere e a gestirti senza rinunciare a nulla anche con 10 euro al giorno. Faccio un esempio: un ostello con la colazione ti costa 4 o 5 euro. Con 10 euro al giorno si vive dignitosamente”.
Ma Andrea, ha un altro asso nella manica, perché utilizza alcune celebri piattaforme su internet per trovare opportunità di vitto e alloggio: “Uso Workaway e piattaforme simili. Parliamo di siti tramite cui la gente ti da vitto e alloggio in cambio di lavoretti. Ci sono persone che chiedono, ad esempio, una ritinteggiatura al muro di casa e in cambio ti offrono due o tre pasti. Ma anche lavoretti in giardino, riparazioni, qui è molto utilizzato. Tendenzialmente si tratta di persone che vogliono incontrare gente nuova. E anche questo fa parte dell’esperienza, incontri ogni giorno uomini e donne diversi, che ti aiutano e ti danno anche consigli su come muoverti durante il viaggio, su dove alloggiare o mangiare quando ripartirai”.
Il messinese intanto gira l’Asia: “Sono partito dall’Indonesia, la prima tappa è stata Bali. Poi Malesia, Thailandia per due volte, Laos e Cambogia. Adesso punto ad andare in Nepal”. E intanto, durante l’intervista, Andrea è su un traghetto che lo porterà sull’isola di Cat Ba dalla baia di Halong, in Vietnam. “L’idea sarebbe anche di andare in Giappone o in Cina – prosegue – ma proprio in Cina hanno rimesso le restrizione da poco. Poi mi piacerebbe anche l’India, ma valuto giorno per giorno. Decido da un momento all’altro, in base a cosa che mi va di fare. E non è così complicato come sembra: i voli costano poco. Ti sposti spendendo poco”.
Una scelta coraggiosa, quella di Andrea, che viagga da solo da mesi: “Coraggio? Secondo me non tanto. Ho razionalizzato molto. Mi sono detto che ci sarebbero stati momenti difficili e momenti tristi, ma fanno parte del gioco e del viaggio: mi sono preparato, ho organizzato tutto al meglio possibile. Quel poco di coraggio che serviva per lanciarsi l’ho trovato negli altri viaggiatori. In Italia questa non è una cosa che si fa tanto, ma all’estero sì. Ho conosciuto tanti ragazzi spagnoli, francesi e tedeschi, in viaggio come me, chi per amore chi per cambiare vita. Negli ostelli 9 persone su 10 stanno cercando qualcosa”.
E Andrea cosa cerca? “Non ho un’obiettivo geografico, voglio solo sentirmi libero. L’aspetto bello è stato ed è conoscere gente e culture nuove. Ma ciò che cercavo e cerco è la libertà: andare dove voglio e quando voglio, senza stare troppo nelle regole e negli schemi. Mi sentivo troppo rilegato in un concetto per cui bisognava cercare un lavoro, poi fidanzarsi, sposarsi, trovare casa. Chiaro, però, che la mia libertà potrebbe portarmi anche in Italia, non lo escludo. Ma voglio sentirmi libero di deciderlo io”.
La spinta a partire nasce anche da quella Messina che gli stava stretta, come spiegato in precedenza. Andrea racconta: “In realtà è stata un’infelicità maturata nel tempo. Io amo la mia terra, Messina e la Sicilia sono i posti più belli del mondo. Ma è nata una necessità dentro di me che mi ha portato fino a questa partenza. Ero felice quando viaggiavo: Messina per quanto sia bella è bloccata in un mood preciso, non ti dà mai la possibilità di vedere altro, di metterti in gioco, di fare un percorso diverso dall’ordinario. Avviene in tutta Italia, ma a Messina sentivo come se non si potesse fare altro. Ad oggi mi sono reso conto, in viaggio, di quanto fossi infelice prima: forse anche più di quanto riuscivo a immaginare”.
“Sì, lo consiglierei – risponde infine Andrea, quando gli si chiede se consiglierebbe ai giovani di intraprendere un viaggio simile – e anzi direi loro di farlo prima, a 20 anni, a 25, a 26. Io c’ho messo tempo prima di maturare l’idea di partire e l’ho fatto a 35 anni, credo che sarebbe stato ancora più bello farlo prima. E direi loro di non avere paura. Il mondo che sto conoscendo è un mondo buono. Il pericolo più grosso è nella nostra testa. Fuori c’è tanta gente che viaggia, che sogna, che vuole ascoltare la tua storia e che ha voglia di conoscere da dove vieni, cosa fai e chi sei. State tranquilli perché non è così difficile come sembra”. Andrea conclude: “Il mio sogno? Questo, lo sto realizzando. Di essere libero, fare ciò che mi va, imparare ad ascoltare il mio corpo ed essere sereno con me stesso. Faccio ciò che mi rende più felice”.