MESSINA – L’assessora alle Pari opportunità Liana Cannata interviene sulla campagna pubblicitaria del Movimento Pro Vita, con il bambino adornato suo malgrado da un fiocco rosa. E precisa anche, in relazione all’invito a rimuovere i manifesti “stop gender” a Messina, che non ci sono i presupposti legali per procedere alla rimozione. Afferma l’assessora: “Mi indigna la strumentalizzazione dei bambini per sottintendere messaggi discriminanti. Ho voluto incontrare il presidente di Arcigay Rosario Duca e Maristella Bossa, delle Famiglie Arcobaleno, per esprimere la mia solidarietà e per comunicare loro l’avvio di verifica dell’iter procedurale della domanda di affissione, Verifica pure dei presupposti giuridici per procedere alla rimozione anche in base alla normativa vigente in materia. Paradossalmente la risposta è stata, come è avvenuto in altri Comuni italiani, vedi Modena, che si lederebbe la libertà di espressione garantita all’articolo 21 della Costituzione italiana”.
La norma, citata dall’avvocata Bossa, è quella contenuta nell’articolo 1 comma 4-bis dl. 121/2021: “È vietata sulle strade e sui veicoli qualsiasi forma di pubblicità il cui contenuto proponga messaggi sessisti o violenti o stereotipi di genere offensivi o messaggi lesivi del rispetto delle libertà individuali, dei diritti civili e politici, del credo religioso o dell’appartenenza etnica oppure discriminatori con riferimento all’orientamento sessuale, all’identità di genere o alle abilità fisiche e psichiche”.