Sono diversi i ritardi e le disfunzioni della sanità in provincia di Messina. Alcune criticità sono però inaccettabili e perciò pretendono urgenti soluzioni: i tempi di attesa per le visite specialistiche e diagnostiche, il non funzionamento del CUP (centro unico di prenotazione), il sovraffollamento dei pronto soccorso, l’abbandono in cui versano migliaia di non autosufficienti e diversamente abili, ancora migliaia (20mila o più?) di domande inevase di richiedenti l’invalidità civile, la mancata realizzazione di PTA e PTE, cioè i ritardi nell’attivazione della medicina sul territorio, e questi sono soltanto alcuni dei problemi urgenti che rendono inquiete le persone anziane che invece hanno bisogno di una sanità efficiente.
SPI-CGIL, FNP-CISL, UILP-UIL chiedono un urgente incontro con il Commissario della Asp, Francesco Poli, per verificare l’entità dei problemi rilevati e per individuare le soluzioni prioritarie delle quali alcune non richiedono nemmeno risorse aggiuntive ma soltanto sensibilità ed attenzione, nonché capacità manageriale ed organizzativa. Superando la procedura burocratica che è fatta di richiesta formale di incontro, i segretari di SPI, FNP e UILP (Locorotondo, Cugno e Catania), consegneranno a mano la sintesi dell’analisi delle condizioni di crisi della sanità contenente a conclusione la richiesta di concordare l’incontro di verifica e di consequenziali impegni almeno per le più gravi emergenze.
A proposito di sanità, la Cisl oggi torna sulla mancanza di risposte alle richieste inoltrate, nello scorso mese di febbraio, al Comitato dei Sindaci del Distretto Socio-Sanitario D 26 Messina, al Coordinatore del Gruppo Piano D26, al Comitato di Garanzia presso l’Asp 5 di e all’assessore regionale alle Politiche Sociali Andrea Piraino. Il sindacato aveva evidenziato le proprie perplessità relativamente all’attuazione della seconda triennalità del Piano di Zona del Distretto Socio-Sanitario D26 che comprende ben 14 comuni: Messina come capofila, Alì, Alì Terme, Fiumedinisi, Furci Siculo, Itala, Mandanici, Nizza di Sicilia, Pagliara, Roccalumera, Rometta, Saponara, Scaletta Zanclea, Villafranca Tirrena. I servizi del Distretto D26 dovevano essere avviati il 1. gennaio 2010 e, sottolinea il segretario generale della Cisl messinese Tonino Genovese, “il silenzio ci preoccupa anche in considerazione che nei capitoli di bilancio relativi al Piano di Zona risultano diversi milioni di euro non spesi”.
“Secondo quanto previsto dalla L. 328/2000 – spiega ancora Genovese – si tratta di somme della Regione Siciliana destinate ad assicurare servizi essenziali alle famiglie che hanno a carico anziani, diversamente abili, minori per cercare di superare situazioni di bisogno e difficoltà dei soggetti più deboli garantendo un sistema integrato di interventi e servizi sociali per assicurare qualità della vita, pari opportunità, non discriminazione e diritti di cittadinanza”.