Quanto sta accadendo con la crisi alla Regione mi ricorda i primi anni da sposina. Io non ho alcun senso pratico, per me tutto ciò che è tecnologico è misterioso come un manuale della Nasa, pertanto i primi rapporti con la lavatrice sono stati disastrosi. Nonostante io abbia studiato a memoria le istruzioni della macchina diabolica, le etichette degli indumenti e tutti gli opuscoli della brava massaia sono riuscita a fare bucati di tutte le sfumature pastello esistenti e non esistenti. In lavatrice entravano camicie di colore bianco, blu, rosso e ne uscivano per magia color ciclamino, rosa pallido, celestino, giallo paglierino, verde pistacchio. Sono riuscita a stringere di due taglie jeans, pantaloni, gonne, giacche. E se proprio devo dirla tutta confesso che fino all’altro giorno ho rischiato di far andare mio figlio a fare esami con una camicia di un azzurrino pallido da far invidia a Dolce e Gabbana.
Ma nessuno della mia famiglia ha mai messo in discussione le mie buone intenzioni, il mio impegno e la buona fede. Allo stesso modo non penso affatto che Crocetta e la sua maggioranza abbiano mai voluto sul serio rottamare (nel senso di ridurre in rottame) la Sicilia e fare danni più di Giufà. Si sono letti per bene tutti i manuali d’istruzione e le etichette e gli opuscoli del bravo politico. Ma in questi tre anni di lavatrice sono usciti bucati disastrosi.
Volevano fare la riforma delle province e dal cestello è uscita una roba inguardabile a macchie gialle e verdi, ristretta di tre taglie. Volevano fare la riforma della formazione ed è uscita una coperta infeltrita e piena di buchi.
Dall’avere buone intenzioni al prendere per il naso i siciliani però ne passa. Io non mi sono mai sognata di costringere mio marito ad uscire di casa con la camicia rosella, trovo arrogante e irriguardoso prenderci per babbei. La vicenda del giallo dell’intercettazione de L’Espresso (la frase “Lucia va fatta fuori come suo padre” detta da Tutino e smentita da tutte le procure siciliane) è emblematica di una maggioranza che ha fatto i peggiori bucati della storia ma dà la colpa al detersivo.
L’Espresso infatti ha fatto un grande favore alla maggioranza di Giufà.
Avete presente il detto “quando il dito indica la luna lo stolto guarda il dito?”.
Ebbene, dal giorno in cui il procuratore Lo Voi ha smentito l’esistenza di quella intercettazione tra i fascicoli dell’inchiesta su Villa Sofia, Crocetta e i suoi hanno gridato al “golpe dei poteri occulti, massonici, mafiosi, paramafiosi, universali e interplanetari”, riuscendo a distrarre l’opinione pubblica dal “dito”, ovvero l’oceano di intercettazioni reali, l’inchiesta reale, la lettera della Borsellino e le dichiarazioni rese dalla Borsellino ai magistrati e i quasi 3 anni di governo che non ha fatto assolutamente nulla. Più che chiedere i 10 milioni di euro a L’Espresso Crocetta dovrebbe ringraziarlo perché la spy story ha distratto dalla tragedia in corso (che non è quella personale del governatore ma quella del popolo siciliano).
E’ stato come se io avessi costretto mio marito a indossare una giacca ciclamino dicendogli: “Hai visto, non si vede neanche che sei ingrassato”.
Si chiama strategia della distrazione. Siamo arrivati al punto che il governatore ha dichiarato che Lucia Borsellino si è dimessa perché qualcuno le ha fatto leggere un falso dossier, probabilmente lo stesso arrivato a L’Espresso. In sostanza il Presidente vuol fa passare l’ex assessore per “sciocchina sventata”, omettendo di dire che è stata lei a dichiarare ai giudici ( e nella lettera e nelle interviste) che “Crocetta mi ha tenuto all’oscuro di tutto” che si voleva dimettere da un anno, che riceveva pressioni di ogni genere, che era stata lesa l’immagine della sanità, che avvertiva il clima a lei ostile. Secondo questa tesi anche Manfredi Borsellino è uno sciocchino che si è bevuto quanto detto dalla sorella a sua volta ingannata da un dossier.
D’accordo che siamo un popolo di creduloni ma ora si esagera. C’è un’inchiesta serissima, ci sono intercettazioni gravissime, ci sono le dichiarazioni dei fratelli Borsellino, far passare tutto per gossip è francamente eccessivo.
Eppure lo stanno facendo tutti, complice una maggioranza terrorizzata dal voto al punto che giovedì all’Ars non ha battuto ciglio. Eppure ieri Crocetta ha avuto un deja vu diramando un comunicato (vedi articolo in homepage) con il quale annuncia il programma di governo, le riforme, il manifesto democratico. Ma non è stato eletto ad ottobre 2012???? Non è un po’ tardi per presentare il programma?
E finora abbiamo “babbiato?”. Questa maggioranza non è da bocciare per un’intercettazione vera o falsa, è da bocciare per quello che non ha fatto e per quello che invece ha fatto ai siciliani. Per tutti quei bucati scoloriti che ci ha propinato mese per mese. Nelle migliaia di interviste rilasciate in questi giorni dal governatore ho sentito declamare fatti mai realizzati al punto che ho pensato di essere diventata pazza. Tra le migliaia di comunicati del Pd e dell’Udc ho sentito ripetere serve un cambio di passo che è diventato un mantra che ripetono dal 2013 al punto che se davvero avessero cambiato passo a quest’ora saremmo arrivati a piedi fino a Mosca. Crocetta annuncia in tv la riforma delle province nel marzo 2013 e due anni dopo ha solo messo in ginocchio i dipendenti di Enti rimasti senza soldi, senza competenze e senza identità. Annuncia la riforma della formazione e 3 anni dopo ha messo in ginocchio 8 mila famiglie (e non vorrei ricordare che c’è stato anche chi si è tolto la vita) senza sostituirlo con un sistema all’altezza e infatti ancora non funziona. Annuncia la rivoluzione degli Enti locali e colpisce solo il muretto basso, facendo per il resto spoil system a tappeto mettendo pretoriani ovunque. Usa l’arma della denuncia per impedire a chiunque di mettere in discussione le sue decisioni. Non sceglie persone, sceglie “cognomi”, “vessilli”, vedi Battiato, Zichichi, Borsellino,Vancheri, Ingroia. Ha messo Ingroia come vessillo pensando che bastasse un cognome, ma poi, nei fatti, alla guida dell’ex provincia di Trapani non l’ha potuto nominare per via della normativa che riguarda i magistrati ed alla guida di Sicilia e-servizi non ha fatto alcun miracolo e c’è un’inchiesta in corso (per la quale lo stesso Crocetta è stato ascoltato) che riguarda oltre 70 assunzioni. Ogni bilancio è stato impugnato, siamo talmente indebitati da essere commissariati nei fatti, il destino dei nostri strumenti finanziari è in mano all’assessore Baccei voluto da Delrio e Renzi e che parla più con Davide Faraone che con il resto della giunta. Ed è Roma che decide quando darci ossigeno e quanto. Il crollo di un viadotto ha diviso la Sicilia a metà e ancora siamo ai primordi della ricostruzione, il resto delle autostrade è da terzo mondo. Ha annunciato di voler fare l’Alitalia siciliana utilizzando l’Ast ma non riusciamo ad avere le tariffe aeree più basse per i siciliani, l’alta velocità è un’utopia. E stiamo a parlare dell’intercettazione de L’Espresso come se fosse quella la motivazione per tornare alle urne? Anche ipotizzando che il 10% dei siciliani legga L’Espresso c’è il restante 90% che non l’ha letto ma che ha un cervello, gli occhi, e le orecchie e che un’idea di come vanno le cose se l’è fatta benissimo e da tempo: cambiare la lavatrice e la lavandaia.
Rosaria Brancato