Il sistema di gestione dei rifiuti delle Ato ormai in Sicilia è fallito e questo è sotto gli occhi di tutti. La Regione però pare non riuscire a sciogliere il nodo e nonostante le dichiarazioni di intenti ad oggi non è ancora chiaro quale sarà il futuro. Non ci sono più le condizioni economiche per assicurare la continuità e la funzionalità del servizio di igiene ambientale nei Comuni, i lavoratori sono vittime di ritardi continui sugli stipendi e i cittadini fanno i conti con tasse sempre più salate. Cgil, Cisl e Uil dicono basta a tutto questo. E oggi in tutte le province siciliane sit-in dei lavoratori del comparto davanti le Prefetture. In città i sindacati hanno presentato un documento al Prefetto Trotta, lo stesso documento è stato consegnato agli altri Prefetti siciliani per chiedere la mediazione nei confronti della Regione e riuscire a raggiungere al più presto un nuovo assetto che possa dare risposte a lavoratori e cittadini.
“Le aziende del settore sono ormai al collasso e non sono più in condizione di sostenerne finanziariamente il funzionamento, il livello di indebitamento raggiunto non consente più di garantire, non solo il pagamento delle retribuzioni al personale, ma neanche la minima manutenzione dei mezzi, la fornitura dei dispositivi di sicurezza agli addetti, con un notevole rischio per l’incolumità dei lavoratori. Certamente una crisi di carattere finanziario ma anche con enormi responsabilità di cattiva gestione da parte di alcuni amministratori degli ATO che non si sono certamente contraddistinti per una buona amministrazione delle risorse pubbliche, con alcuni di essi che ancora oggi si trovano a dover rispondere delle loro responsabilità di fronte alla Magistratura contabile e penale” scrivono i segretari di Fp Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti.
La riforma avviata con la legge 9/2010, che avrebbe dovuto attivare il ciclo di gestione integrata dei rifiuti, e i successivi correttivi apportati in ultimo con la legge 3/2013, rappresenta un enorme rischio non sono assolutamente garanzia che si possa uscire a breve termine dalla situazione che si sta venendo a creare ormai dappertutto nelle nostre Province, spiegano ancora le organizzazioni sindacali.
Anello debole della catena naturalmente i lavoratori che non ce la fanno più ad andare avanti. Lavoratori che pagano lo scotto di un sistema che non funziona e sono stanchi di lavorare in condizioni di estremo disagio, di dovere rinunciare ai loro diritti per consentire che il sistema continui funzionare, di non percepire lo stipendio con regolarità, di non avere versati i contributi per la pensione e per la previdenza integrativa, di risultare iscritti nella “black list” per il mancato versamento delle cessioni del quinto delle retribuzioni da parte dei datori di lavoro, di dovere rinunciare ai benefici contrattuali.
Quella di oggi è solo una delle tappe della mobilitazione che i sindacati porteranno avanti. Fino a quando la Regione non deciderà di prendere in mano in modo serio il problema dei rifiuti in Sicilia.
(Francesca Stornante)