Il fronte dei lavori presso il piccolo porto di Tremestieri corre, come è noto, su due binari: da un lato la maxi gara da 80 milioni di euro che prevede l’ampliamento delle invasature e la realizzazione di una connessa piattaforma logistica, dall’altro la riparazione della diga di sopraflutto danneggiata più volte nei mesi scorsi dalle mareggiate.
Per ciò che concerne il progetto di ampliamento della struttura, c’è da registrare l’arrivo in concreto presso il Comune di Messina della “Via”, la documentazione interministeriale, controfimata dai ministri dell’Ambiente e dei Beni culturali, che indica quella “Valutazione d’impatto ambientale” necessaria ai fini del perfezionamento dell’aggiudicazione al raggruppamento attualmente vincitore dell’appalto (capofila la catanese Singeco S.p.A.).
Adesso Palazzo Zanca si trova di fronte ad una serie di scadenze di legge o di contratto per le quali si potrà solo attenderne la naturale scadenza, affinchè il progetto definitivo sia trasformato in progettazione esecutiva e cantierabile.
Per quanto riguarda la riparazione della diga si deve invece constatare l’ennesimo rallentamento sulla strada che porta all’inzio dei lavori, nonostante l’area degli approdi sia stata ufficialmente consegnata il 15 luglio scorso all’impresa aggiudicataria dell’appalto (la veneziana f.lli Scuttari S.a.s.). La causa di questo momentaneo “stop” è rappresentato da alcuni correttivi da apportare al progetto di riparazione, inerenti i calcestruzzi da impiegare e le armature dei pali da inserire nel fondale. Ciò deriva dal mutamento dello stato dei fondali rispetto a quando il progetto fu redatto da parte del Genio Civile delle Opere marittime. Evidente, in tal senso, la “solita” lingua sabbiosa che va già formandosi all’interno del bacino.
Le opere di riparazione, dunque, non dovrebbero essere avviate prima dell’inizio dell’autunno. Un periodo certamente non ideale dal punto di vista delle condizioni meteomarine, anche alla luce del fatto che secondo il contratto, su un totale di 200 giorni, ben 90 saranno quelli necessari per l’infissione dei pali.
Intanto l’emergenza tir è nuovamente dietro l’angolo: qualsivoglia forma di ritardo non può essere più contemplata.