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Lavoro a Messina, sfide e opportunità: le nuove strategie del Centro per l’impiego AUDIO

Ascolta l’intervista al direttore del Centro per l’Impiego di Messina, Giacomo De Francesco
di Carmelo Caspanello

MESSINA – Il panorama lavorativo a Messina è in continua evoluzione e il Centro per l’Impiego cerca di adeguarsi per rispondere attivamente a questa sfida. L’obiettivo è trasformare l’approccio al lavoro da un bisogno a una scelta consapevole, offrendo ai disoccupati strumenti concreti e supporto personalizzato. Dopo la chiusura del reddito di cittadinanza, si è osservato che è essenziale offrire non solo sostegno economico, ma anche opportunità di lavoro concrete. Senza queste opportunità, gli strumenti di supporto resteranno inefficaci e potrebbero portare solo a illusioni temporanee. Rispetto al trend occupazionale a Messina, i dati disponibili fino al 2022 mostrano un tasso di occupazione superiore rispetto alla media regionale. Tuttavia, è necessario continuare a lavorare per migliorare questa situazione e adattarsi ai cambiamenti del mercato del lavoro. L’evoluzione del mondo del lavoro richiede un’adeguata risposta che passa anche atraverso il Centro per l’Impiego.

Giacomo De Francesco è il direttore del Centro per l’Impiego di Messina. Quali sono gli strumenti che mettete a disposizione?
“Abbiamo già una ricca esperienza nell’incontro tra domanda e offerta attraverso il portale che la nostra amministrazione dipartimento del lavoro ci consente di utilizzare, da un paio di anni. Tuttavia, abbiamo scoperto che senza il rilancio dei social, questo strumento restava al di sotto delle proprie potenzialità. Abiamo creato, già da un anno, come Centro per l’Impiego di Messina un canale Telegram e pagine Facebook e ci stiamo anche preparando a rilanciare su Instagram e canali Whatsapp, per mettere a disposizione del cittadino qualsiasi offerta di lavoro giunga al nostro ufficio e che venga controllata per quanto riguarda soprattutto l’attendibilità. Spesso organizziamo dei recruiting day all’interno dei nostri uffici, anche nella provincia, per far incontrare fisicamente il datore di lavoro che offre l’occupazione e i candidati che rispondono ai requisiti delle nostre banche dati. Tuttavia, abbiamo constatato che nonostante abbiamo pubblicato 297 offerte di lavoro solo nei primi due mesi dell’anno, non riusciamo ancora ad incidere sulla disoccupazione. Quindi, abbiamo ampliato ulteriormente le nostre strategie dopo incontri con la Camera di Commercio e le organizzazioni datoriali e sindacali. Stiamo lanciando una piattaforma che coinvolga non solo il Centro per l’Impiego, ma anche le organizzazioni sindacali, i patronati, le organizzazioni datoriali, la Camera di Commercio e i comuni, al fine di mettere a conoscenza e rilanciare le opportunità occupazionali che ci sono davvero sul territorio. Contiamo di ottenere buoni risultati già nel 2024”.

Avete notato un cambiamento nel panorama lavorativo?
“Sì ed infatti il nostro obiettivo non è solo quello di offrire l’informazione, ma anche spingere attivamente i disoccupati ad agire. Stiamo lavorando sulle diverse tipologie di lavoro, inclusi quelli stagionali come quelli dei lidi o degli alberghi. Organizziamo incontri con le scuole e con Federalberghi per individuare i potenziali lavoratori stagionali. Abbiamo notato un aumento delle assunzioni, che si aggira intorno al 40%, quando entriamo direttamente in contatto con i disoccupati. Tuttavia, dobbiamo fare di più. Stiamo incentivando l’assunzione a tempo indeterminato, non solo nei settori pubblici, ma anche nel settore privato. Abbiamo compreso che dobbiamo essere proattivi nell’offrire lavoro, altrimenti resteremo soltanto dei servizi di assistenza temporanea. Inoltre, stiamo lavorando per migliorare l’accesso ai servizi del centro per l’impiego, offrendo supporto nella redazione del curriculum e nella preparazione ai colloqui di lavoro. Vogliamo trasformare l’approccio al lavoro da un bisogno a una scelta consapevole dei disoccupati”.

Dalla chiusura del reddito di cittadinanza, com’è cambiata la situazione?
“Ci sono degli ottimi strumenti che potranno funzionare ma soltanto se noi accanto offriamo il lavoro altrimenti resteranno soltanto o sulla carta oppure soltanto dei miraggi. Questa volta con una durata predeterminata in 12 mesi dopodiché c’è il nulla.

Il trend della disoccupazione a Messina?

“Rispetto al trend della disoccupazione a Messina, i dati Istat fino al 2022 mostrano un tasso di occupazione superiore rispetto alla media regionale. Tuttavia, dobbiamo continuare a lavorare per migliorare questa situazione e adattarci ai cambiamenti del mercato del lavoro. Bisogna comprendere che il mondo del lavoro è in continua evoluzione e dobbiamo essere pronti ad adattarci e a innovare per rispondere alle esigenze dei cittadini. Possediamo una fotografia dettagliata dei dati Istat, anche se si riferiscono agli anni 2021 e 2022; per il 2023, i dati non sono ancora disponibili. Tuttavia, ciò che abbiamo osservato finora ci riempie di orgoglio: il tasso di occupazione a Messina sta crescendo più rapidamente rispetto alla media siciliana. Nel 2021, ad esempio, siamo riusciti a superare la media regionale di un punto percentuale. Questa realtà ci ha spinti a riflettere sulla percezione di questi dati. È interessante notare che, mentre in altri contesti, un tale incremento sarebbe motivo di grande entusiasmo, a Messina sembriamo quasi abituati a sottovalutare le nostre conquiste. Tuttavia, considerando che già nel 2023 abbiamo registrato un ulteriore aumento di oltre due punti percentuali rispetto alla media regionale, è legittimo sospettare che i dati per quell’anno saranno positivi.

Questo successo non può essere attribuito a un singolo fattore; potrebbe essere influenzato sia dal contesto economico sia dalla crescente domanda di lavoro. È vero che la maggior parte delle opportunità sono ancora lavori a tempo determinato, ma questa è una tendenza globale. Dobbiamo accettare che il mondo del lavoro sta cambiando e adattarci di conseguenza. Se cambierà il contesto, noi, come centro per l’impiego, saremo pronti a seguire questa direzione e a sviluppare strategie adeguate. È probabile che un maggiore coinvolgimento da parte nostra possa non solo rivitalizzare il nostro ruolo, tradizionalmente associato al collocamento, ma anche rafforzare il dialogo con datori di lavoro e organizzazioni sindacali. Tuttavia, è essenziale comprendere che non siamo arbitri esterni: siamo parte integrante del processo. Senza una collaborazione efficace, il nostro tasso di occupazione potrebbe diminuire drasticamente. In questo senso, Messina e, in misura minore, Catania, sembrano essere le uniche città siciliane ad adottare un approccio proattivo. Il resto della Sicilia sembra essere in attesa di un cambiamento che potrebbe non arrivare mai”.

Il consiglio che si può dare a un disoccupato nel momento in cui si rivolge al Centro per l’impiego?
“Il bisogno o il disperato tentativo di trovare lavoro non dovrebbero essere le uniche motivazioni. È la volontà del disoccupato che dovrebbe guidarlo. Attualmente, stiamo sviluppando strumenti per migliorare la redazione del curriculum e offrire formazione a distanza. Abbiamo tentato di stabilire contatti con piattaforme online che consentono ai giovani, diplomati o laureati, di ottenere attestati da rinomate università. Purtroppo, ciò non è andato a buon fine poiché queste piattaforme richiedevano un pagamento, che non potevamo permetterci. Tuttavia, continuiamo a fornire assistenza nella redazione del curriculum e a dare consigli su come affrontare un colloquio di lavoro. È fondamentale garantire che l’incontro con noi non sia solo un’occasione per selezionare manodopera a basso costo, ma che si basi su criteri di regolarità contrattuale. È normale che qualsiasi tipo di lavoro comporti fatica e impegno, ma è importante spiegare questo concetto con chiarezza. Siamo lieti di constatare che sempre più persone ci ascoltano e che non si lamentano più di essere sfruttate. Nel caso in cui qualcuno lamenti uno sfruttamento, lo indirizziamo senza esitazioni all’ispettorato del lavoro. Per il resto è tempo che i giovani si impegnino e imparino a camminare con le proprie gambe”.