Messina diventa la capitale dello sciopero generale del sindacato Orsa che ha scelto la città dello Stretto come piazza ideale e simbolica per protestare contro il Jobs Act del governo Renzi, contro le ripercussioni della Legge di Stabilità, contro la soppressione dei diritti dei lavoratori, contro il precariato. La protesta di domani, sposata anche dall'Usb, si concentrerà anche sul diritto alla mobilità e alla continuità territoriale che ai messinesi e a tutti i siciliani viene gradualmente ridotto giorno dopo giorno, si manifesta per il trasporto ferroviario e per il traghettamento pubblico, ma si manifesta anche per portare fuori dai confini messinesi le vertenze nostrane. Il raduno è alle 9 alla stazione marittima, alle 9.30 i manifestanti si sposteranno alla Prefettura e chiederanno di essere ricevuti per consegnare una lettera con le posizioni dissidenti dell’Orsa nei confronti del Jobs Act e della Legge di Stabilità. “Chiederemo al Prefetto Trotta di far pervenire la missiva direttamente al Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi. Sfrutteremo l’occasione per comunicare al Rappresentante del Governo sul territorio le criticità che investono il mondo del lavoro a Messina e in Sicilia” ha spiegato oggi in conferenza stampa il segretario regionale Mariano Massaro, insieme al segretario ai Trasporti Michele Barresi, al segretario nazionale Navagazione Antonino D’Orazio e alla segretaria Servizi Francesca Fusco.
“Il Jobs Act è un’arma a doppio taglio che rischia solo di creare poveri contro poveri, è un’operazione propagandistica perché è una menzogna dire che eliminare l’articolo 18 significa creare nuovo lavoro” ha dichiarato Massaro, che ha voluto ricordare anche le dichiarazioni di Renzi quando era ancora sindaco e nel 2012, alla trasmissione Servizio Pubblico, dichiarava che “L’articolo 18 non è un problema… non c’è un imprenditore che ponga l’articolo 18 come un problema, perché, mi dicono, c’è un problema di burocrazia, di tasse, di giustizia, non dell’articolo 18”. Oggi il quadro è completamente diverso e l’Orsa non ha intenzione di rimanere a guardare. Contesta al Presidente del Consiglio di aver avviato uno stravolgimento che rischia di azzerare decenni di lotte per la conquista dei diritti dei lavoratori. “L’illusione di superamento della precarietà in cambio dei licenziamenti senza giusta causa è lana caprina, assumere un lavoratore a tempo indeterminato ma senza la tutela dell’articolo 18, equivale ad assumerlo a tempo determinato, l’azienda sarà libera di licenziarlo all’interno dei tre anni. L’effetto congiunto del Jobs Act e di molte misure contenute nella Legge di Stabilità non farà che nuocere ulteriormente a lavoratori e famiglie e ci chiediamo quando verrà fatto veramente qualcosa per i lavoratori, perché non crediamo affatto che le misure adottate dal governo servano a creare nuova occupazione”.
Non solo Jobs Act. Sono tanti i punti che l’Orsa metterà sul piatto con la protesta di domani:abbandono del trasporto ferroviario regionale e a lunga percorrenza, traghettamento pubblico inesistente e monopolio dell’armatore privato, rifiuto della Ragioneria di Stato di sovvenzione per il servizio di traghettamento veloce, crisi occupazionale nel settore marittimo, ferroviario e indotto: marittimi Bluferries; biglietterie e hostess, addetti alle pulizie delle navi, dipendenti di Porta Messina e attività commerciali limitrofe al porto storico, improprio sfruttamento delle potenzialità del Cantiere Navale Palumbo e rispetto del Capitolato di concessione, condizioni di lavoro e rispetto del ruolo delle guardie giurate, ricollocazione lavoratori ex Ferrotel
Dopo l’incontro con il Prefetto i manifestanti si sposteranno al Comune di Messina per chiedere udienza e chiarimenti al Sindaco circa le vertenze che interessano direttamente l’Amministrazione Comunale: ordinanza Comunale anti-tir che ha colpito solo il vettore pubblico di traghettamento e desertificato il porto storico, partecipate – A.T.M. e Massinambiente, vertenza lavoratori del teatro Vittorio Emanuele, futuro del lavoratori di Casa Serena, gestione diretta dei servizi sociali, futuro dei lavoratori ATO, scuole pubbliche, sanità, vertenze abitative e morosità incolpevole.
Un focus sul settore ferroviario è stato fatto dal segretario regionale Giuseppe Terranova che ha ricordato i numeri della lenta operazione di dismissione delle Ferrovie dello Stato in Sicilia. “In pochi anni abbiamo perso una decina di treni a lunga percorrenza, con inevitabili conseguenze occupazionali, sia dirette che sull’indotto. Abbiamo cercato di opporci a queste scelte, nel tempo abbiamo anche cercato di coinvolgere i comitati dei pendolari siciliani, molti sindaci, ma nessuno si è mobilitato e oggi ci troviamo a viaggiare ancora su un unico binario mentre da Napoli in su si va sulle Frecce”. Anche per questi motivi i ferrovieri parteciperanno in massa alla manifestazione di domani, perché devono essere i governi, sia quello regionale che quello nazionale, a dare delle risposte al territorio e alle esigenze di mobilità dei cittadini.
Lo sciopero di domani potrebbe avere alcune ripercussioni, soprattutto sui trasporti. Considerato che si tratta di sciopero nazionale ci saranno sicuramente disagi nel settore ferroviario nella fascia oraria che va dalle 9 alle 17 poiché non ci sono treni garantiti. Per quanto riguarda i treni a lunga percorrenza viaggeranno regolarmente il 730 Palermo-Roma che parte alle 10.05 e il 782 Palermo-Milano delle 12.57. Soppressi invece il Palermo-Roma e il corrispondente Siracusa-Roma delle 7. Per quanto riguarda la navigazione nello Stretto, viaggerà una sola nave di Bluferries, mentre per Metromare saranno garantite le fasce orarie 6-8.30 e 18-20.30. Potrebbero registrarsi disagi anche per il trasporto pubblico locale perché si fermano anche i lavoratori Orsa dell’Atm, dunque disservizi in vista per bus e tram dalle 9 alle 13.
Francesca Stornante