Il giudice del Lavoro di Messina ha condannato l'Atm a reintegrare l'autista Alessandro Addario, assunto nel 2016 attraverso la Temporary, una società milanese di somministrazione lavoro cui l'Azienda Trasporti municipalizzata si era affidata per il reclutamento di 20 autisti, poi divenuti 30. Autisti effettivamente assunti, nel maggio 2016.
Alla scadenza il contratto era stato prorogato fino al dicembre successivo, poi nuovamente fino al maggio 2017. Nell'ultima proroga, però, Addario non è rientrato, malgrado la stessa Atm, nel bando dell'ottobre 2016 per il reclutamento di 37 autisti, aveva fatto riferimento alla clausola sociale che prevede appunto l'assorbimento dei lavoratori interinali già impiegati.
Ed in effetti tutti erano stati prorogati in servizio. Ad eccezione di uno, Alessandro Addario appunto.
Alla richiesta dei legali sul perché della mancata proroga, la Temporary ha fatto sapere che l'Atm si è opposta al suo reintegro perché il lavoratore aveva subito due procedimenti disciplinari.
L'uomo si è allora affidata all'avvocato Maria Grazia Belfiore di Legali Lavoro, l'associazione nazionale degli avvocati del settore, ed ha ottenuto ragione dal giudice messinese. Il magistrato ha accolto le ragioni dell'avvocato Belfiore, che ha fatto leva soprattuto sul fatto che i richiami al lavoratore erano sanzioni conservative, per altro di natura lieve: 2 ore di sospensione dal lavoro e una multa per l'equivalente. Nulla che giustificasse l'esclusione della clausola sociale quindi.
La sentenza del Giudice Elisabetta Palumbo è arrivata il 14 ottobre scorso e condanna la Temporary a procedere alla stipula del contratto e l'avviamento al lavoro presso la società utilizzatrice ed a pagare le spese di giudizio.
La Temporary era patrocinata dagli avvocati Teresa Locuoco e Ugo Prospero Cerruti, l'Atm è stata tutelata dall'avvocato Vittorio Di Pietro.