Doveva essere uno dei gioielli del centro storico, invece, anche a causa dell’inerzia (e spesso incapacità gestionale) delle amministrazioni, del disinteresse delle Istituzioni e dell’inciviltà dei cittadini la Galleria Vittorio Emanuele III oggi è solo uno dei tanti simboli di degrado, incuria, decadimento della città.
A rimboccarsi le maniche per formare una squadra che insieme riesca a valorizzare e riqualificare, la Galleria Vittorio Emanuele, ci ha pensato un gruppo di commercianti, imprenditori, proprietari di immobili, associazioni che già operano (o almeno coraggiosamente ci provano) nel sito. Insieme si son rivolti ai consiglieri comunali Nina Lo Presti (Cambiamo Messina dal basso) e Daniele Zuccarello (Progressisti democratici) per una tabella di marcia che impegni il Comune, titolare del diritto di calpestio in gran parte della Galleria, nonché in teoria interessato alla riqualificazione di un bene artistico ed architettonico della città, a programmare, insieme ai commercianti ed alle associazioni, una serie di interventi concreti. Se Mimmo Cecere, proprietario del Vulkania, è costretto a cambiare le lampadine della Galleria da solo visto che nessuno provvede, se Francesco Fiorillo, presidente provinciale dei Consumatori associati commenta “doveva essere un gioiello invece è un porcile”, se avventurarsi di notte è un viaggio ai limiti del consentito mentre alla luce del giorno il degrado e l’abbandono sono sotto gli occhi di tutti, la colpa è di decenni di pessima amministrazione.
La Galleria Vittorio Emanuele III, realizzata sul finire degli anni ’20 in stile liberty, è rimasta una delle tre intestate al Re, ma in condizioni totalmente diverse da quelle di Milano e Napoli. Ristrutturata nel 2005, in gran parte a spese dei proprietari e di imprenditori di buona volontà, è adesso in condizioni intollerabili sia per chi vuol fare attività, che per i messinesi che ne vogliono usufruire, che per i turisti.
“In un momento di desertificazione della città c’è un gruppo di commercianti, associazioni ed imprenditori che vogliono investire in un luogo di grande pregio- commenta Nina Lo Presti che con Daniele Zuccarello ha predisposto un ordine del giorno sull’argomento-L’obiettivo è mettere insieme anche le istituzioni, compresa la soprintendenza e fare sinergia per valorizzare il sito. Stiamo promuovendo una conferenza dei servizi per individuare subito risorse e regolamento. Quanto alle risorse ci sono privati che vogliono investire”.
L’idea, scrivono i due consiglieri è quella di creare “un’orchestra sincronizzata che suoni un’unica melodia a favore della Galleria”. Ma le basi di partenza sono a dir poco difficili: mancano le regole e quelle che sono state varate non sono mai state applicate, provocando caos e disagi a chi opera all’interno del sito. Manca persino il regolamento di condominio,perché manca il condominio con il risultato che uno dei luoghi più belli della città non può essere adeguatamente sfruttato e valorizzato neanche per una mostra di quadri o di artigianato. Molti locali son sfitti, le saracinesche abbassate, perché il regolamento per l’occupazione del suolo pubblico è diventato il paradosso di una città che uccide chi vuole scommettere.
“Dopo un periodo di rinascita della Galleria la situazione è precipitata con l’amministrazione Buzzanca- ricorda Daniele Zuccarello- Che all’art.15 comma 11 del regolamento per l’occupazione del suolo pubblico ha posto i divieti per il centro storico. Norma che stranamente è stata applicata solo per la Galleria Vittorio Emanuele. Negli anni successivi sono riuscito a modificare il regolamento, ma le nuove disposizioni non sono mai state applicate”. Il paradosso è che chi opera all’interno della Galleria e vuol mettersi in regola, pagando l’occupazione suolo, in assenza di norme chiare, figura, come disse un ex assessore comunale “come un benefattore del Comune, perché eroga somme senza doverlo fare”. Nel frattempo non ci sono più regole che disciplinino, come accadeva dopo la riqualificazione, gli orari di chiusura, manca ogni forma di sicurezza e di manutenzione, per non parlare della pulizia. Se di notte diventa rifugio, di giorno è stata anche pista per motorini e smart, mentre ogni facciata è diventata una raccolta di autografi e scambi epistolari di vario genere….
Da qui la richiesta da parte dei consiglieri di un regolamento che disciplini sia l’occupazione suolo che la gestione dell’area e dia anche la possibilità dell’apertura di nuove attività e iniziative.
“Il vantaggio della riqualificazione è per tutti- fa notare Mimmo Cecere- Per noi commercianti, per i proprietari che si vedono valorizzare gli immobili, per chi vuol fare attività, ma anche per il Comune, perché la Galleria è uno dei luoghi più visitati. Io mi chiedo, ma se impazzisco quando rischio di perdere anche un solo cliente, come fa un’amministrazione a star ferma quando 9 navi decidono di non fare più tappa qui? Il nodo è: che indirizzo si vuol dare alla Galleria? Decidiamolo tutti insieme e lavoriamo per realizzarlo”.
L’idea è appunto quella della sinergia tra i diversi protagonisti, evitando di restare schiacciati dai tempi della burocrazia che già danni ne ha fatti alla Galleria.
“Manca la governance e regole chiare, che siano applicate sul serio- spiega Schipani, presidente Confindustria ma anche proprietario di immobili- Nel 2005 abbiamo investito sulla riqualificazione della Galleria, ma poi non ci sono state regole, non c’era neanche un responsabile al quale fare riferimento. Ed ora la situazione è ingovernabile”. L’aspetto della confusione è stato ricordato anche da Fiorillo “abbiamo investito adesso vogliamo che si rilanci, ma non c’è neanche un condominio, pertanto non riusciamo a stabilire nulla. Vogliamo che sia riaperta alle attività, alle mostre, al commercio”.
Nessuno degli assessori invitati si è presentato all’incontro, perdendo così l’occasione di ascoltare chi ha proposte concrete per valorizzare un bene che appartiene a tutti ed è disposto anche a mettere risorse e progetti.
Per l’assessorato alla cultura era presente il dirigente del settore, l’architetto Carmelo Celona, che si è detto pronto ad avviare una discussione sul progetto di riqualificazione ed ha convocato una conferenza dei servizi lunedì prossimo. Sarebbe bene che anche la politica dicesse la sua, perché le scelte sulla riqualificazione di un bene storico e di pregio, sono scelte di tipo politico e coinvolgono l’intera comunità. Dire che cosa intende fare di quello che doveva essere un gioiello ed è diventata una patacca spetta all’amministrazione. A maggior ragione quando commercianti, associazioni e proprietari sono pronti a condividere il progetto.
Rosaria Brancato