MESSINA – Un simbolo dell’impegno nella donazione degli organi e dei tessuti. Una persona che aveva trasformato la propria storia in un’occasione per aiutare gli altri. La morte di Gaetano Alessandro (nella foto dalla sua pagina Facebook), presidente dell’associazione “Donare è vita – Onlus” e del Comitato consultivo del Policlinico di Messina, ha colpito i tanti che lo hanno conosciuto, e ne hanno apprezzato l’impegno. Da qui la richiesta al sindaco Basile, da parte di alcune associazioni che operano nel campo dei diritti delle persone con disabilità e della salute, di proclamare il lutto cittadino. Nel frattempo, lo stesso sindaco ha espresso il proprio cordoglio a nome della Giunta.
Le associazioni CittadinanzAttiva, Io Volo, Nati per la vita Onlus e Bambini speciali – in una lettera firmata dalla responsabile regionale di CittadinanzAttiva per i Servizi sociali Angela Rizzo e da Ferdinando Croce, Angelo Fabio Costantino, Marco Bonanno, Salvatore Potenzona, Claudio Cardile – chiedono al sindaco di “dichiarare il lutto cittadino per la prematura scomparsa del presidente dell’associazione Donare è vita. Gaetano Alessandro si è battuto con instancabile generosità e forte della sua personale esperienza, per la donazione degli organi e dei tessuti. Recentemente era stato richiesto che venisse insignito del titolo di cavaliere emerito della Repubblica Italiana, per il suo impegno gratuito a favore della cittadinanza fragile”.
La stessa Angela Rizzo ha inviato a Tempostretto una lettera che scrisse nel 2019 ad Alessandro: “Lo conosco da qualche anno, cappellino da baseball, età indefinita, parla a voce alta e senza usare parole di circostanza, insomma dice pane al pane e vino al vino. Merce rara perché ormai è difficile incrociare persone vere, senza trucco e senza inganno. Il primo impatto fu di scontro, ma conoscendo il suo cuore, si sono abbassate le protezioni ed ecco che senza pregiudizi di sorta ho imparato ad accettare quel suo piglio deciso e il più delle volte apparentemente duro”.
Scriveva la volontaria nel 2019: “Man mano ho apprezzato il suo cuore. Ma lui da 5 anni ha un cuore nuovo e a quel cuore deve dare risposte. Poteva scegliere la strada più facile. Ora sto bene e mi godo la vita. Sono stato fortunato e oggi me ne frego di tutti. E invece no. Ha intrapreso la strada dell’aiuto al prossimo, ha deciso di dedicarsi alla donazione. Atto d’amore massimo per l’umanità intera. (…) Lo trovi in terapia intensiva e a Natale e proprio in quel luogo di dolore ha organizzato gli auguri, i congiunti dei ricoverati sono diventati suoi parenti, gioca a calcio nella nazionale donatori, organizza partite per sensibilizzare sulla donazione, firma protocolli di intesa sempre per lo stesso scopo”.
E ancora: “La frase che lui cita sempre è: Perché non donare? Non c’è nessun motivo per non donare. È come se tu hai un panino in mano e non hai fame, un poveruomo ti chiede un pezzo di quel pane, tu rispondi di no e appena lui va via butti il panino nella spazzatura. Ecco: cosa te ne fai di un organo se non ti serve più? Come scriveva Flaubert, un cuore è una ricchezza che non si vende e non si compra: si dona”.