Politica

“Le barche abusive? Stanno lì in attesa dell’area per il ricovero”

Sulle barche abusive e corpi morti a Torre Faro, interviene il presidente dell’associazione “Diporto & Pesca Sportiva”, l’avvocato Giacomo Alberto Irrera.

In relazione all’ormeggio delle unità da diporto a Torre Faro, il Comune di Messina ha riaperto i termini per aderire al censimento dei natanti presenti su tutto il litorale messinese da nord a sud. L’avviso è frutto del lavoro che da mesi, le autorità competenti, l’associazione e un Comitato spontaneo di cittadini residenti hanno posto in essere per la regolamentazione di un fenomeno peculiare di qualsiasi località marinara (legge regionale del 20 giugno 2019 n° 9).
Il censimento previsto dal Comune è il primo atto di un lungo iter finalizzato all’individuazione delle aree pubbliche da destinare al ricovero e all’ormeggio delle unità da diporto, che verosimilmente potrebbe concludersi nei prossimi mesi.
Pertanto la situazione attuale (nonché storica) denunciata, con buona pace degli avventori di quelle aree, è da considerarsi transitoria fino al termine del lungo iter amministrativo che le peculiarità della materia richiedono.

In particolare si fa presente come l’area oggetto di attenzione non solo ricade nella “Riserva naturale di Capo Peloro”, a cui secondo quanto disposto dalla legge regionale del 17 marzo 2016 spetterebbe l’esclusiva disciplina delle aree, ma prevede all’interno del suo stesso regolamento l’attività diportistica tanto contestata. Inoltre, le aree di Torre Faro e Ganzirri, ai sensi della legge regionale 20 giugno 2019 n° 9, per la salvaguardia della cultura e delle identità marine e per la promozione dell’economia del mare, hanno diritto allo sviluppo di infrastrutture portuali e luoghi di sbarco per il perseguimento dei superiori fini, nonché alla promozione del cosiddetto turismo azzurro.
“Turismo azzurro” consistente tra gli altri nelle attività di pesca multifunzionale e di pesca sportiva (quelle svolte dalla nostra flotta diportistica locale). Finalità queste che si intendono perseguire come per legge, con l’iter avviato con il superiore censimento.
Si coglie l’occasione per sollecitare chi ancora non lo ha fatto a procedere col censimento del proprio natante, come da avviso del Comune, direttamente nell’ufficio comunale Relazioni con il pubblico di Palazzo Zanca, presso le singole circoscrizioni o anche telematicamente all’indirizzo protocollo@pec.comune.messina.it
Giacomo Alberto Irrera

Unica osservazione, ma riprenderemo l’argomento, rispetto a quanto scrive l’avvocato Irrera. Ovviamente, il fatto che sia un fenomeno “transitorio”, e che in tempi brevi si debba trovare una soluzione, non dà una cornice legale all’attuale occupazione in spiaggia delle barche.

Per l’avvocato è “stucchevole” questo commento? Me ne farò una ragione.

Marco Olivieri