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Le esondazioni a Zafferia, l’allarme sicurezza è suonato da tempo VIDEO

Altri due video girati da cittadini.

di Marco Olivieri

MESSINA – Entrare nella strada di Zafferia dove è avvenuta l’esondazione significa tocccare con mano quanto Messina sia piena di zone concepite da urbanisti con la terza media. Impossibile contarle. Casette ammassate e assenza di vie di fuga e di criteri minimi di vivibilità. Questa è una parte di Messina e nei giorni scorsi abbiamo raccontato dell’autobotte bloccata in via Quod Quaeris. Di conseguenza, l’esondazione di questi giorni, dopo il primo maltempo estivo, sarà utile se sapremo cogliere il segnale. La sicurezza è una priorità e la prevenzione è fondamentale. Non occorre perdere più tempo prezioso.

A Messina la campana della sicurezza è suonata da tempo

Nel nostro territorio l’allarme è suonato da tempo e servono grandi investimenti. Ma, intanto, va sancita un’alleanza tra istituzioni e cittadini, sul piano dei comportamenti virtuosi, per evitare di acuire i pericoli. Lo stesso assessore Massimiliano Minutoli, all’approvazione del Piano comunale d’emergenza, ha parlato “non di un punto d’arrivo ma di partenza, in un’ottica di costante perfezionamento”.

Tra i punti più rilevanti del Piano comunale di protezione civile, l’esigenza di un censimento della popolazione a rischio idrogeologico, da affidare a una realtà esterna; la mappatura in scala di dettaglio delle aree a rischio censite; il piano d’evacuazione per ogni area a rischio; l’indicazione d’interventi strutturali e non strutturali per i nodi idraulici e le frane, da affidare all’approfondimento di un professionista esterno. E, ancora, esercitazioni e studi su maremoto e tsunami; un geo-database in ambiente Gis (Geographical Information System), ovvero una raccolta sistematica di dati; brochure e opuscoli informativi “per la popolazione a rischio”.

Verso i 15 anni dalla tragedia di Giampileri

Ma quello che occorre fare va fatto subito. La natura non aspetta. L’1 ottobre 2024 saranno quindici anni dalla tragedia di Giampilieri, con 37 morti. E non basta commemorare le vittime ma bisogna dimostrare che si è appresa una lezione così drammatica. Il tema è nazionale, tra dissesto idrogeologico e cambiamenti climatici che hanno minato le nostre certezze. Solo la prevenzione, nell’immediato, e un lavoro ordinario e straordinario di messa in sicurezza, nel tempo ma non alle calende greche, potranno salvarci da disastri presenti e futuri.