di Silvia De Domenico
MESSINA – Tutto iniziò alla fine dell’800 con il fenomeno migratorio siciliano verso gli Stati Uniti. Fra i messinesi trapiantati ad Hammonton, nel New Jersey, c’era anche un certo Gaetano Giacoppo. Partito da Gesso nel 1887 iniziò a lavorare come contadino, probabilmente nella raccolta dei mirtilli, visto che la cittadini americana era considerata la capitale mondiale nella produzione dei frutti di bosco. Lavoro non molto diverso dalla raccolta delle olive, che da piccolo Gaetano aveva imparato e praticato nelle campagne del villaggio messinese. Due anni dopo il suo trasferimento, nel 1889, lo raggiunse la fidanzata Concetta Scaltrito. Il loro legame superò il tempo e la distanza e a due giorni dal suo arrivo in America coronarono il loro sogno sposandosi. Dal loro amore nel 1898 nacque Dominic.
E dalla fine dell’800 saltiamo al 2008. La moglie del vice presidente americano Jill Tracy Jacobs Biden rilascia un’intervista a Vogue in cui dichiara che il nonno aveva origini siciliane e si chiamava Dominic Giacoppo e che a casa loro la domenica si mangiavano le braciole. E proprio da quelle dichiarazioni iniziarono le ricerche sulle origini di colei che qualche anno dopo sarebbe diventata la first lady.
In realtà le ricerche sul legame fra Gesso e Hammonton erano già state avviate da tempo. Agli inizi degli anni 2000, infatti, un ingegnere nucleare aerospaziale di origini ibbisote cominciò ad indagare sul suo passato e sulle origini del suo cognome e dei suoi avi. Lo studioso Eugenio Campo, a sua volta emigrato da Gesso a Torino per lavoro, scoprì che la metà dei cittadini di Hammonton aveva origini siciliane, in particolare ibbisote. Infatti sulla base del censimento americano del 2000 risultò che su 12.604 abitanti il 54% fosse di origine italiana. Campo si divertì a consultare gli elenchi telefonici e trovò tanti cognomi tradizionali del borgo messinese. Ad esempio Giacoppo, con il suo americanizzato Jacobs, compariva 40 volte.
“Quando iniziai ad indagare sapevo di avere dei lontani parenti ad Hammonton ma non avevo idea della portata del fenomeno migratorio”, dichiara Campo. Lo studioso vive ormai da 50 lontano da Messina ma la passione per lo studio delle sue origini lo tiene ancora molto legato al paese, nel quale torna comunque spesso. Non riuscirà ad esserci, però, per la prima visita ufficiale della first lady prevista per il 4 dicembre. “Ho scritto a Jill Biden il giorno dopo l’elezione di Obama”, racconta Campo, orgoglioso che un po’ di Gesso fosse entrata alla Casa Bianca. E continua: “Non ci speravo più che venisse a visitare il paese. Mi auguro che ci torni altre volte e che questo aiuti a rivitalizzare un po’ un borgo che purtroppo si sta spopolando”.
Le sue ricerche non si sono mai fermate e negli anni si sono arricchite con il contributo di altri abitanti di Gesso, a loro volta appassionati da questa storia. Fra questi c’è Salvatore Grosso, un giovane ibbisoto che ha dei parenti trapiantati in America. “Ho chiesto ai miei cari di fare delle ricerche negli archivi comunali per cercare altra documentazione”, racconta. Anche Antonino Squadrito ha dato una mano facendo delle ricerche fra i manoscritti del 1500, custoditi negli archivi della Chiesa di Sant’Antonio Abbate. A questo si aggiunge il lavoro svolto dal compaesano Antonio Federico, dallo scrittore Ermanno Salvatore e dal curatore scientifico del Museo Cultura e Musica dei Poloritani, Mario Sarica.
Così è nato il volume “Di là del mare“, che racconta l’esemplare storia di emigrazione siciliana e degli antenati della first lady. Una raccolta di immagini, atti di nascita, di matrimonio e documenti tradotta in inglese e inviata 10 mesi fa proprio a Jill Biden. “Ci piace pensare che anche lei si sia appassionata e abbia deciso di venire dopo aver ricevuto la nostra lettera, anche perché non era mai stata a Gesso prima d’ora“, racconta Salvatore Grosso.
“In vista della visita imminente e storica della First Lady, Dr. Jill Tracy Jacobs Biden, nel nostro incantevole borgo, il cuore di tutta la comunità Ibbisota – sia quella residente a Gesso che quella sparsa in altre terre – pulsa di orgoglio e onore nell’accogliere un evento di tale portata. Ciò che ci rende ancora più orgogliosi è che abbia scelto il nostro paese, la nostra terra, per esplorare in prima persona le sue origini e incontrare la comunità che ha dato i natali alla sua famiglia. Un legame che ha attraversato oceani, decenni e generazioni, ma che non ha mai cessato di appartenerci, di essere una parte vibrante della nostra identità. Un segno tangibile e potente di quanto le nostre tradizioni, i nostri legami e le nostre storie siano un filo invisibile che ci unisce e che, oggi più che mai, ci ricorda la grandezza della nostra comunità”, ecco un estratto della lettera che Grosso spera di poter leggere domani proprio davanti a Jill Biden.