Tra i primi a soffrire a causa del Coronavirus sono proprio l’arte e gli artisti, tutte le stagioni teatrali sono ovviamente sospese e gli artisti impossibilitati a salire su quel palco che per loro costituisce la vera casa. Ma, al tempo stesso, non vi è miglior reazione al virus che il mantenere viva l’arte, la cultura, la creatività, più grandi alleati in questo tempo di quarantena e forze che neppure il Corona può sconfiggere. L’arte ci permette di vivere infinite vite pur restando fermi, perché spetta a lei non fermarsi mai.
E, così, non si ferma il Teatro Vittorio Emanuele e le sue giovani stelle il cui cammino appena intrapreso non vuole assolutamente mettersi in pausa. L’invito del Presidente Orazio Miloro, del Sovrintendente Gianfranco Scoglio e dei Direttori Artistici Simona Celi Zanetti e Matteo Pappalardo è quello di restare a casa, e per farlo in compagnia saranno a breve disponibili per tutti, in streaming sul sito del teatro, le principali produzioni artistiche andate in scena negli scorsi anni. Ma i veri protagonisti sono i talentuosi ragazzi di Play The Game, il cui primo appuntamento online è stato condiviso in diretta con chiunque desiderasse.
Erano presenti i ragazzi, il coach di canto Luca Notari a tenere la lezione, Eugenio Dura, Dino Scuderi, Simona Celi Zanetti e Noemi David a moderare. Martedì 24 sarà in diretta, invece, il percorso con la Sezione Prosa curata da Simona Celi Zanetti. Un’iniziativa incredibile per continuare il cammino dell’E.A.R. per i giovani talenti, per rendere tutti più partecipi e per conoscere davvero questa realtà.
Il progetto costituisce un’opportunità unica per questi giovani e per i loro sogni, che troppo spesso non vengono sostenuti come dovrebbero. Il Teatro, invece, ha creduto in loro e nella loro voglia di realizzarli, costruendo su di loro un percorso preciso, testimonianza che se si ha davvero fiducia in un sogno e si ha la determinazione per seguirlo può diventare realtà. Anche e soprattutto a Messina, che di talenti si è rivelata essere piena. I ragazzi andranno, infatti, a costituire la Compagnia Celeste, prima compagnia stabile del Teatro Vittorio Emanuele, in ricordo di Celeste Brancato che, partendo da Messina, portò la sua arte e il suo talento ovunque.
Tra risate e tanta allegria, si è svolto il primo incontro, cui seguiranno gli altri sia pubblici che privati, regalando a noi spettatori tante pillole di Play The Game e delle sue stelle. Noemi David ha precisato quanto sia importante, e per nulla scontato, che il Teatro non si arresti: “è un teatro che vuole essere vicino alla città e che crede fortemente nei suoi progetti, e lo dimostra con i fatti, non solo con le parole”.
“Sperimentare tutto questo insieme ci servirà a migliorare e riprendere ancora più forti di prima” ha continuato Dino Scuderi.
Il coach Luca Notari ha, poi, presentato tutti i ragazzi collegati e le attività che svolgono insieme, finalizzate a tirar fuori le emozioni, viverle e raccontarle: “spesso gli artisti dimenticano le proprie emozioni, noi vogliamo tornare a quelle per conoscerle e viverle fino in fondo anche se fanno soffrire, ma solo così è possibile davvero interpretarle, ogni canzone è come un monologo. E non puoi fare questo mestiere se non hai cuore”.
Tutti i talenti hanno reagito benissimo alla sfida, dimostrando di averlo eccome. Loro sono: Annalaura Princiotto che, nonostante si ritenesse schiva e chiusa, si è liberata, lasciando andare totalmente se stessa e la sua incredibile vocalità. “E, da allora, non ho più smesso” commenta. Sta preparando “One night only” e “Listen” da Dreamgirls, complicatissimi ma adatti al suo stile e alla sua identità artistica.
Vincenzo Belfiore, che passa la quarantena mangiando biscotti, una voce molto bella ma intimorita a volte dalle note alte, “mi spaventa combinare danno – precisa – ma lavorando con il coach questa paura sta passando, dimostrandomi che posso e so farlo”. Sta preparando una versione maschile di “The winner takes it all” da Mamma mia; un brano bilingue che richiede piccoli spostamenti, non semplici per la ricerca del suono, ma in chiave del tutto nuova.
L’inarrestabile Alessandra Raven, che studia fuori, lavora, e si trova, forse, ferma per la prima volta. “Stare tutto il tempo nel mio letto è stranissimo, ma per fortuna ho il pianoforte e posso tenermi in esercizio continuamente” racconta. Con la sua grinta e la sua copertura vocale, sta lavorando su un duetto, tratto da Wicked, “Take me or leave me” e “No good deed”.
Davide Merrino, definito da Noemi “il Justin Bieber di Play The Game che farà innamorare tutte le ragazzine”, racconta che passa la sua quarantena esibendosi per tutto il complesso sul balcone. “Siamo organizzatissimi, facciamo addirittura dei sondaggi sulle preferenze dei miei vicini; la canzone più votata che ho eseguito è stata ‘Tutti i tuoi particolari’ di Ultimo, oggi, invece, si danzerà con i balli di gruppo” esclama. Lui è molto pop, spiega il maestro, canta perché ha un’esigenza, dice qualcosa di vero. Lavora su “Your song” da Moulin Rouge, un’arma a doppio taglio, un brano dall’estrazione pop che rende piacevole l’esecuzione ma che racconta in un solo pezzo un’intera storia.
Il coreografo Eugenio Dura si congratula con tutti i ragazzi per il loro talento veramente grande, al quale il desiderio di Play The Game è offrire una strada percorribile per renderlo, con impegno, costanza e determinazione, professionalità. Complimentandosi, in particolare, con Alice e Costanza con cui lavora: “bravissime a 360 gradi, non solo nel canto ma anche nella danza con le loro incredibili capacità”.
Alice Longo, che con grande maturità ha deciso di restare da sola a Roma, per ora si cimenta unicamente nei suoi studi. “Ho seguito il maestro Luca stando qui, sono grata al rapporto che si è creato con lui, una vera rivelazione, un coach dalla grande professionalità e grande anche a livello umano”. Alice ha una materia emotiva molto forte, affronta tutti i suoi brani con profondità, lasciando fluire le emozioni e centrando il cuore dei pezzi.
Costanza Sibilla, già parte del corpo di ballo della Vedova Allegra, lascia tutti colpiti per la sua sensibilità e il suo essere sempre attenta e instancabile. “In questi giorni ballo con la porta, canto in salone, dipingo in terrazza, faccio di tutto pur di non uscire pazza” scherza. Recita, canta e balla, è completa con la sua verità non comune nell’esprimersi, la facilità nel comunicare le emozioni. Sta lavorando su un brano difficilissimo “Bring on the men” da Jekyll & Hyde, dove canta e danza insieme magistralmente.
Tutti talenti dei quali i coach si sentono incredibilmente fieri. “A Messina c’è un potenziale artistico molto forte, lo vivo tramite il mio papà musicista sin da quando sono bambino. E queste stelle me lo hanno dimostrato, hanno affrontato brani corali difficilissimi con dedizione ed enormi risultati. Ciò di cui hanno bisogno è soltanto qualcuno che aiuti loro ad accendere la propria luce. Perché, troppo spesso, il talento viene superato dalle necessità quotidiane, dalle delusioni, invece, è importantissimo crederci, vivere gli anni giovanili cercando di fare tutto il possibile per difenderlo; come diceva mio padre, meglio vivere con un ‘almeno ci ho provato’, anziché non provarci affatto” dichiara Dino Scuderi.
“La strada sarà difficile ma ci si arriva, le cose semplici non ci piacciono proprio, perché non fanno crescere, il teatro come la vita è un continuo problem solving per essere più consapevoli e più forti; ci piace metterci in gioco e, anche da questa situazione difficile, usciremo migliori” continua Eugenio Dura.
I ragazzi si salutano e ci danno appuntamento alla prossima lezione, perché l’arte non si ferma, ci aiuterà ad affrontare questo momento e ad accendere una stella anche nel buio più denso. E, se nel frattempo si vorrà rivedere la lezione, è disponibile sul canale Youtube del Teatro.