MESSINA – La storia di Maria Irrera, Charlotte Felis, Antonella Pettignelli e Roberta Ferrante e delle prenotazioni mediche cancellate a pochi giorni dagli esami stessi ha indignato centinaia di cittadini. Le quattro donne hanno ricevuto decine di messaggi con storie simili alla loro alla pagina Facebook del comitato “Voce è Vita” e all’indirizzo mail voceevita@gmail.com. La loro è una battaglia che sembra ancora soltanto agli inizi, perché quei “pazienti che hanno perso la pazienza” sono davvero tanti.
E la solidarietà arriva anche da medici e addetti ai lavori. Filippo Iannelli, presidente di Andiar/Assocendis, organizzazione sindacale delle strutture convenzionate siciliane (nella branca radiologia), ha applaudito la scelta delle donne di protestare. Il rappresentante sindacale ha spiegato: “Da parte nostra c’è la massima apertura a provvedere a queste prestazioni, quando ci sono questi disservizi. Siamo anche noi settore pubblico, visto che parliamo di strutture convenzionate. Come sindacato lottiamo ogni giorno con situazioni simili e abbiamo avuto molti colloqui nel tempo con l’assessorato regionale. Ma quando si continuano a tagliare i fondi è ovvio che poi accadano storie come quelle delle signore intervistate da voi”.
“Ce ne potremmo fare carico noi – ha proseguito Iannelli -. Capisco che avere a che fare con gli ospedali è sempre più complicato, per questioni di organizzazione mancante. Assurdo riprogrammare dall’oggi al domani, cancellando e riprenotando un anno dopo. Siamo vicini a queste denunce dei pazienti, combattiamo ogni giorno con loro. Riteniamo che queste prestazioni debbano essere garantite dal servizio sanitario nazionale. Faccio un esempio: le nostre strutture sono convenzionate per due, tre, quattro prestazioni al giorno, no? Poi è ovvio che la terza o la quarta, fuori dalla convenzione, salta come accaduto con le signore. E ogni anno noi sforiamo il budget per poter garantire le prestazioni, ma quanto potrà andare avanti così?”
Iannelli ha concluso: “Alla fine sono sempre i pazienti a essere davvero danneggiati da queste situazioni insostenibili. Questi esami devono essere garantiti in un modo o nell’altro. Noi siamo disposti a farle anche extra budget, per venire incontro a persone che hanno disagi simili”. In programma incontri con la Regione? “Ne facciamo continuamente, 5 o 6 l’anno, ma non abbiamo mai risolto niente. Anche con l’abbattimento delle liste d’attesa, si sono soltanto spesi soldi in telefonate perché molte persone dagli elenchi del 2021 ovviamente hanno dovuto provvedere autonomamente”.