“La Sicilia nel cuore”. Oppure “Tutti pazzi per la Lega”. Potrebbero essere i nuovi slogan di una Lega Sicilia in espansione nelll’Isola, con il senatore Nino Germanà, che ieri con i vertici siciliani ha incontrato Matteo Salvini (nella foto), in gran movimento nello scenario messinese. Chi l’avrebbe detto? L’operazione ponte sullo Stretto, con protagonista il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, rafforza il vecchio partito nordista in una prospettiva, avviata da anni, nazionale e persino meridionale. Ai “nemici” del sud, non più capri espiatori, si sono sostituiti i migranti, facile bersaglio della propaganda leghista. Tuttavia, l’attuale attivismo mediatico del leader nazionale è concentrato sull’azione ministeriale, da “uomo del fare”.
In questo contesto, si è ritagliato un ruolo da protagonista il senatore Germanà. Prima la “serenata” di Cateno De Luca, con la rottura dell’alleanza nel centrodestra alle amministrative e l’appoggio a Federico Basile. Poi, nel 2023, l’addio alla maggioranza da parte del gruppo Lega, in Consiglio comunale, con le dichiarazioni dello stesso senatore a suggellare la fine del dialogo: “Siamo stati forse ospiti e alleati poco graditi. Né possiamo essere cercati soltanto nel momento elettorale e poi, dopo un anno, perché si vota la presidenza del Consiglio. Cateno De Luca ha detto d’aver vinto da solo. Da solo contro tutti i partiti e contro tutti. Allora se lo elegga da solo il presidente…”.
Germanà, nel suo asse con l’assessore regionale Luca Sammartino e il deputato regionale Pippo Laccoto (“Le vecchie ruggini sono state superate”), ha espresso così il suo pensiero: “Se questo movimento al sud non esisteva e oggi cresce un motivo c’è. Abbiamo un grande leader come Matteo Salvini che ha tolto la parola nord dal nome, difendendo ora tutta l’Italia, anche un sud che ancora oggi va troppo lento”. Nel frattempo, in Consiglio comunale, i leghisti passano da due a cinque, con il ritorno di Mirko Cantello e gli ingressi di Giulia Restuccia ed Emilia Rotondo, fuoriuscite dalla maggioranza. Ora sono due i gruppi a Palazzo Zanca: Lega Salvini Premier e Prima l’Italia.
Non si escludono nuovi arrivi. E la strategia è quella d’incidere di più in Consiglio e di rafforzare il partito in vista delle Europee. In particolare, la Lega cresce a danno dell’ex alleato Cateno De Luca, con l’arrivo all’Ars dell’ormai ex capogruppo di Sicilia Vera Salvo Geraci.
Centrodestra al governo regionale e nazionale e ponte sullo Stretto come opera simbolica, con la centralità del ministro Salvini, sono gli elementi che renderanno protagonista la Lega nei prossimi mesi e anni. Sarà un fuoco fatuo o un processo costante? Molto dipende dagli equilibri nella coalizione e dalla capacità dei protagonisti di rapportarsi al territorio, al di là delle manovre di Palazzo. In una terra così disastrata, nessuno smetterà di dormire in attesa delle nuove mosse della scacchiera politica, tra congedi e passaggi di campo.