Basta scorrere le 128 pagine del XV Rapporto di Legambiente sulla “qualità dell’edilizia scolastica, delle strutture e dei servizi” per rendersi chiaramente conto che la città di Messina risulta assente in tutte le classifiche. Non un ultimo posto, dunque, e neanche uno intermedio, ma semplicemente, in quella miriade di numeri e dati statistici relativi al 2013, Messina non c’è. Sui 94 Comuni italiani che hanno partecipato all’indagine di Legambiente, infatti, la nostra città rientra in quei 10 che hanno inviato dati incompleti, ossia che hanno risposto al questionario meno del 50%.
Funziona così. La Legambiente, annualmente, realizza una ricerca sulla qualità delle strutture e dei servizi della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, per mettere in luce quali siano le carenze e i punti di forza degli Enti Locali e come questi investano su politiche scolastiche che rafforzino sicurezza ed efficienza della scuola.
La Legambiente, quindi, invia un questionario suddiviso in diversi settori/parametri: anagrafica ed informazione generale sugli edifici (anno di realizzazione, destinazione d’uso originaria, presenza di spazi per le attività sportive, presenza di aree verdi); certificazioni, sicurezza e manutenzione (necessità di interventi di manutenzione, investimenti per la manutenzione ordinaria e straordinaria, certificazioni, elementi strutturali); servizi messi a disposizione delle istituzioni scolastiche e avvio pratiche ecocompatibili (disponibilità servizio di scuolabus, disponibilità servizio di pedibus, presenza di biblioteche per ragazzi, finanziamenti per attività educative delle scuole e progetti rivolti agli under 14, sicurezza urbana delle aree esterne agli edifici, mense scolastiche e pasti biologici, raccolta differenziata dei rifiuti negli edifici scolastici, utilizzo di fonti di illuminazione a basso consumo energetico, disponibilità di fonti d’energia rinnovabile); situazioni a rischio (presenza di fonti di inquinamento interno – amianto e radon – e relativi monitoraggi, presenza di fonti di inquinamento esterno – elettromagnetico, acustico, atmosferico, pericolo incendi, esplosioni – e relativi monitoraggi).
Ebbene, a fronte di questo questionario, l’Amministrazione Comunale di Messina ha inviato alla Legambiente meno del 50% delle risposte, lasciando dunque vuoti la maggior parte dei quesiti. In particolare, gli unici dati inviati sono stati (e non tutti) quelli relativi alla parte anagrafica (nomi degli istituti, a quando risalgono e certificazioni). Quasi assenti quelli relativi ai servizi, dalla mobilità, alla sicurezza, alla raccolta differenziata, così come quelli relativi al rischio ambientale (sono stati inviati solo quelli sul monitoraggio dell’amianto e la vicinanza di elettrodotti).
La domanda sorge spontanea: come mai non si è stati in grado di fornire un questionario completo? Le risposte possono essere tante, ed alcune vengono suggerite anche dall’ufficio della Legambiente preposto alla compilazione del report annuale. Talvolta possono esserci difficoltà nel reperire i dati di ogni singola struttura scolastica presente nel territorio, talvolta direttamente non si conoscono, e talvolta il problema può essere di comunicazione interna considerando che vi sono diversi uffici comunali preposti alla compilazione dei quesiti (ufficio istruzione, ufficio edilizia scolastica) che, in teoria, dovrebbero confrontarsi tra loro.
Oltre le ipotesi, però, la certezza rimane una: Messina nella graduatoria nazionale non c’è per “incompletezza dei dati forniti”. Certo, in Sicilia c’è di peggio, come Palermo ed Agrigento che, ad esempio, hanno direttamente evitato di compilare l’intero questionario. (Veronica Crocitti)