Il percorso è stato lungo ed accidentato ma alla fine il Parlamento ha dato il via libera al Ddl che garantisce alle vittime della strada un equo risarcimento, grazie alla battaglia dell’AIFVS.
“Non è stato facile contrastare il connubio tra i poteri forti a danno dei più deboli: le vittime- scrive la presidente nazionale Pina Cassaniti Mastrojeni– Era necessario smontare le pregiudizievoli considerazioni dei politici che per sostenere l’interesse di profitto privato delle assicurazioni contrabbandavano come interesse sociale l’abbassamento dei risarcimenti alle vittime, ritenendolo necessario per diminuire le tariffe assicurative”
L’impegno dell’AIFVS è stato indirizzato a chiarire che la valutazione delle tariffe, rappresentando un introito, va correlata agli utili assicurativi, che essendo alti possono già permettere l’abbassamento delle tariffe, ritenuto di interesse sociale; i risarcimenti, invece, hanno a che fare con il danno alla persona, che è irreversibile, ed il loro abbassamento non provocherebbe la diminuzione del danno.
“Pertanto il risarcimento del danno alla persona non si tocca, e per esso abbiamo continuato a chiedere l’osservanza dei parametri delle Tabelle del Tribunale di Milano. Una richiesta che ha trovato sostegno con la creazione di un vasto movimento, centrato sulla Carta di Bologna dell’11 gennaio 2014, un documento contenente le richieste dei danneggiati per la tutela dei loro diritti”.
È stata una lunga battaglia, fatta di convegni, partecipazione alle audizioni, diffusione di comunicati alla stampa. Una battaglia iniziata dall’AIFVS ancor prima, poiché il 3 agosto del 2011 il Governo aveva varato uno schema di tabelle che dimezzava i risarcimenti alle vittime della strada rispetto alle Tabelle di Milano, riconosciute dalla giurisprudenza quale parametro di riferimento nazionale. L’associazione ha protestato ed il Parlamento ha rimediato a fine ottobre con la votazione a larghissima maggioranza della Mozione Pisicchio, impegnando il Governo “a ritirare lo schema di decreto e a definire come valido criterio di riferimento i valori previsti nelle Tabelle del Tribunale di Milano”.
La decisione della Camera non era per niente scontata, tant’è che dal 2012 in poi l’orientamento del governo non sembrava andare nella direzione dei risarcimenti equi per le vittime, così come risultato in numerosi incontri con l’AIFVS alla presenza anche dell’Ania (l’associazione degli assicuratori).
“Nell’audizione del 14 novembre 2013 presso la VI Commissione Finanze della Camera- prosegue la nota- tenuto conto di fuorvianti comparazioni, abbiamo dimostrato come il risarcimento del danno alla persona in Italia si collochi in una posizione mediana. Nelle successive audizioni, del 12 giugno 2015 presso la Commissione Finanze della Camera riunita con la X^ Commissione delle Attività Produttive, dell’11 novembre 2015 con la Commissione X^ Industria del Senato sono state ancora chiarite e documentate le ambiguità del sistema assicurativo, frutto della creazione della “Carta di Bologna”, ufficializzata come documento base del movimento per un mercato assicurativo concorrenziale e in grado di garantire al danneggiato la possibilità di scegliere il proprio medico, il proprio riparatore e di ottenere un giusto ed equo risarcimento. Il movimento ha riscontrato l’attenzione dei politici, sostenendo la possibilità di proposte di legge elaborate dal basso, che tengano conto dei diritti dei danneggiati e non degli interessi dei poteri forti. I risultati ottenuti con il ddl concorrenza il 2 agosto 2017 rappresentano per l’AIFVS una vittoria, poiché scongiurano l’abbassamento dei risarcimenti per le vittime della strada ed annullano le richieste riduttive dell’Ania, stabilendo per legge che “la tabella unica nazionale è redatta, tenuto conto dei criteri di valutazione del danno non patrimoniale ritenuti congrui dalla consolidata giurisprudenza di legittimità”. Il riconoscimento dei diritti delle vittime da parte dei decisori, ottenuto con faticoso impegno, gratifica l’AIFVS degli sforzi compiuti e sollecita tutti noi a continuare perché gli ulteriori sviluppi siano sempre a garanzia dei diritti delle vittime. A tal fine dobbiamo vigilare perché il Ministero dello Sviluppo economico rispetti rigorosamente il dettato normativo senza farsi influenzare dalle numerose pressioni dei potenti gruppi assicurativi.
Auspichiamo, inoltre, che la medicina legale indipendente e non soggetta alle pressioni delle mandanti contribuisca all’elaborazione di tabelle medico legali aggiornate, che non ubbidiscano a freddi meccanicismi ma tengano conto delle reali sofferenze delle Vittime della Strada”.