“Ormai le elezioni sono come le gare d’appalto: chiuse le urne scattano decine di ricorsi. In questo caso aggiungo che la questione giuridica c’è tutta. Stiamo parlando di una documentazione essenziale, senza la quale, in base alla legge, il candidato deve essere escluso. Non è un optional. Nel procedimento elettorale la forma è sostanza”.
L’avvocato Marcello Scurria è uno dei massimi esperti in Sicilia in diritto elettorale. Non a caso sul suo tavolo stanno finendo numerosi ricorsi che candidati non eletti all’Ars stanno presentando nei confronti di quanti, nelle diverse liste, non hanno rispettato quanto previsto dalla legge Severino. Il primo in Sicilia è stato Giacomo Scala (Sicilia Futura, collegio di Trapani), seguito da Enzo Vinciullo (AP, collegio di Siracusa). Il numero dei ricorrenti aumenta di giorno in giorno al punto che è stato creato un coordinamento regionale che segue, dal punto di vista legale, le istanze. L’avvocato Scurria segue i ricorsi di candidati provenienti dai diversi collegi.
Per la verità all’inizio la querelle era passata sotto silenzio, sembrava più appartenere alla fantapolitica che al mondo reale. Ma il precedente della Basilicata e soprattutto lo studio attento di quanto accaduto ha aperto la strada ad un lungo elenco di ricorsi che saranno presentati entro il 31 dicembre. Con ogni probabilità le singole istanze saranno unificate in unico maxi ricorso. C’è chi presenterà ricorsi relativi ad un solo collegio e chi invece, come i candidati esclusi di AP, chiederanno verifiche sulla documentazione presentata dalle altre liste in tutti i collegi.
Se il Tar dovesse accogliere i ricorsi chi non ha rispettato la legge Severino sarebbe escluso dall’Ars e si dovrebbe procedere con la riassegnazione dei seggi in base al riconteggio. Intere liste sarebbero fuori, dal M5S a Diventerà Bellissima.
In gioco ci sono circa 25 seggi che potrebbero “saltare” e cambiare di “colore politico” ed anche la geografia dell’Ars mutare completamente.
A sollevare il caso era stato ad ottobre Massimo Costa, di Siciliani Liberi, evidenziando le falle della Regione che nell’indicare ai candidati la modulistica da presentare attraverso l’autocertificazione faceva riferimento alla legge regionale 55 del ’90 che non solo è stata abrogata ma prevede un numero minore di reati, nonché reati diversi rispetto alla legge 235 del 2012, la cosiddetta Severino (che è più stringente in materia di incandidabilità). La legge Severino ha abrogato la legge regionale siciliana 55 del ’90 (l’art.14 prevede che si applichi anche alle Regioni a statuto speciale), ma la Regione nel replicare a Costa ha messo solo una toppa sostenendo che nell’isola si fa riferimento ad una legge del 1951 ed in ogni caso la responsabilità dei controlli spetta ai Tribunali. In sintesi ha lanciato la palla sugli spalti.
Nel frattempo però mentre ci sono stati candidati che hanno presentato autocertificazione secondo la Severino, altri (e sono tanti) si sono limitati alla modulistica incompleta della Regione, eludendo quindi un requisito essenziale (art.9, comma 2 della Severino), senza il quale c’è l’esclusione della lista.
Ad urne chiuse, poiché la legge non ammette ignoranza, è scoppiato il caso.
Vi sono decine di dichiarazioni regolari ed altrettante incomplete ed i ricorsi mirano all’applicazione della Severino, con la conseguente esclusione di chi non ha rispettato la normativa in materia d’incadidabilità.
“Non stiamo parlando di una sottigliezza, di un particolare irrilevante o sanabile nelle ore successive alla presentazione- prosegue Scurria- Stiamo parlando di un documento essenziale e che manca. Anche perché decine di candidati lo hanno presentato. Se partecipi ad una gara d’appalto o ad un concorso ma non hai presentato un documento che viene definito essenziale sei escluso. Lo stesso discorso vale per le elezioni. Del resto ci sono sentenze in tal senso, come quella della Basilicata. Il Tar deciderà, ma stiamo attenti, perché sarà un precedente e se i giudici amministrativi dovessero rigettare i ricorsi e dire che la presentazione della certificazione in base alla Severino non è un documento essenziale ai fini della validità della candidatura, diventerebbe un pericoloso precedente”.
I ricorsi saranno presentati nel mese di dicembre, a marzo si potrebbero tenere le udienze con la successiva unificazione del procedimento e la sentenza potrebbe arrivare a maggio ed essere immediatamente esecutiva (anche in caso di appello al Cga). In caso di accoglimento dei ricorsi i candidati (e le liste) che non hanno ottemperato alla Severino verrebbero ESCLUSI. Ne consegue che dovrebbero essere rifatti i conteggi relativamente sia alla soglia del 5% che ai singoli seggi. Stando alle prime notizie che emergono quasi tutti i candidati delle liste del M5S e di Diventerà Bellissima, nonché molti nella lista Idea-Popolari e Autonomisti, non hanno presentato l’autocertificazione in base alla legge 235. Se il Tar dovesse accogliere i ricorsi ne conseguirebbe che i candidati (e quindi anche gli eventuali eletti) verrebbero esclusi ed il seggio assegnato ad altra lista. AP ha fatto ricorso per tutti i collegi dell’isola, mentre Sicilia Futura solo per Trapani e Messina. In riva allo Stretto, per fare un esempio, in caso di accoglimento del ricorso salterebbero i due seggi del M5S e quello di Diventerà Bellissima e sarebbero riassegnati (uno a Forza Italia ed uno a Sicilia Futura, il terzo in base ai resti). Le conseguenze a livello regionale sarebbero a cascata. In sede di Tar saranno presenti le controparti, ovvero l’Ars, la Regione ed i singoli deputati eletti che rischiano di restare fuori. Nel contempo anche chi non aveva il 6 novembre alcuna possibilità in base ai numeri, di essere eletto, verrebbe rimesso in gioco.
“La verità è che in Sicilia c’è una legge elettorale vecchissima, risale al 1951- continua Scurria- Non possiamo utilizzare norme che risalgono a 70 anni fa. Per non parlare del fatto che i controlli e le verifiche dei conteggi vengono affidati a 3 magistrati civili che quotidianamente non si occupano certo di questo. Rischiano di diventare dei passa carte e scattano ricorsi. E’ come affidare un’operazione a cuore aperto ad un ortopedico piuttosto che ad un cardiologo. Sarà pure un illustre medico, ma non è il suo settore”.
Quel che all’inizio sembrava un ragionamento ozioso su questioni di “lana caprina” si sta rivelando un vero e proprio rischio per l’esito delle Regionali. La geografia all’Ars potrebbe cambiare radicalmente. Ma anche il rigetto dei ricorsi avrebbe conseguenze. In quel caso infatti il rischio è considerare non più essenziale e fondante l’autocertificazione della Severino, con conseguenze di ampia portata.
Rosaria Brancato