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L’emorragia di abitanti a Messina e provincia in una Sicilia in declino demografico

di Carmelo Caspanello
MESSINA – La Sicilia sta affrontando una sfida demografica significativa. Nel corso di quattro anni, dal 2019 al 2023, la popolazione dell’isola è diminuita dell’1,93%, con una perdita complessiva di oltre 94.000 abitanti. Questo dato allarmante evidenzia un trend negativo che interessa quasi tutte le province, con poche eccezioni.
Le province e il fenomeno dello spopolamento. Le uniche province che non seguono la tendenza negativa sono Catania e Ragusa. Catania ha registrato uno spopolamento dello 0,26% (una perdita di 2.836 abitanti), mentre Ragusa ha visto un aumento della popolazione dello 0,71% (+2.229 abitanti). Questi dati suggeriscono che alcune aree stanno meglio di altre, ma nel complesso, la Sicilia sta vivendo una crisi demografica. La maglia nera della crisi spetta alla provincia di Enna, che ha visto una riduzione del 4,58% della popolazione, pari a 7.431 abitanti. Seguono Caltanissetta (-3,91%, -10.155 abitanti) e Agrigento (-3,46%, -14.826 abitanti).

Messina: una Provincia in declino. La provincia di Messina ha subito una perdita del 3%, pari a 18.553 abitanti. Questo declino è ancora più evidente se si considerano solo i capoluoghi di provincia, dove Messina ha perso il 4,31% della popolazione, corrispondente a 9.823 abitanti. Il sindaco di Messina, Federico Basile, ha sottolineato la gravità della situazione durante un recente convegno organizzato da Anci Sicilia a San Marco D’Alunzio. “Circa il 30% dei comuni siciliani si trovano nella provincia di Messina (108 in tutto)”, ha affermato Basile. “Territori che negli ultimi 15 anni hanno perso circa 30 mila persone. È sicuramente necessario creare un sistema di rete per i borghi e fare in modo che la politica per i piccoli comuni valorizzi una programmazione concreta in grado di rilanciare tutti i settori dell’economia”.

I dati dei capoluoghi di provincia. Trapani registra il calo demografico più marcato tra i capoluoghi siciliani, con una perdita del 15,80% pari a 10.473 abitanti. Enna segue con un calo del 4,46% (-1.193 abitanti), Agrigento (-2.538 abitanti, -4,36%) e Messina (-9.823 abitanti, -4,31%) registrano anch’esse una diminuzione della popolazione ma meno marcata. Caltanissetta (-2.391 abitanti, -3,90%), Palermo (-20.221 abitanti, -3,10%) e Siracusa (-3.075 abitanti, -2,57%) completano il quadro dei capoluoghi con un saldo demografico negativo. In controtendenza Catania registra un leggero aumento dello 0,66% (+1.978 abitanti), mentre Ragusa ha conosciuto un incremento del 2,95% (+2.102 abitanti).

Le Prospettive e le Politiche Necessarie. Il fenomeno dello spopolamento non è solo una questione di numeri, ma riflette una crisi profonda che coinvolge l’assenza di servizi, la migrazione dei giovani e l’innalzamento progressivo dell’età media. Giuseppe Simone, vice presidente nazionale dell’Associazione Borghi più belli d’Italia, ha evidenziato la mancanza di una proposta organica e concreta che dia ai borghi il diritto di sopravvivenza. “E’ necessaria una strategia di conservazione e valorizzazione delle identità e delle risorse”, ha aggiunto Andrea Messina, assessore regionale delle Autonomie locali. Mario Emanuele Alvano, segretario generale dell’Anci Sicilia, ha espresso preoccupazione per il futuro dell’isola. “Lo spopolamento non riguarda solo le aree interne o montane. In tutte le province, tranne Ragusa e Catania, negli ultimi 5 anni la popolazione dell’isola ha subito un preoccupante decremento. Credo che nell’agenda politica il problema sia entrato solo a livello superficiale senza una reale volontà di risolverlo.”

Un Futuro Incerto e la Necessità di Interventi Decisivi. La situazione demografica della Sicilia richiede interventi urgenti e mirati. Con una popolazione che al 31 dicembre 2022 risultava ammontare a 4.814.016 residenti, in calo dello 0,4% rispetto all’anno precedente, e con 70 comuni in dissesto e 43 in piano di riequilibrio, è evidente che la regione necessita di una strategia a lungo termine per invertire questa tendenza. La valorizzazione delle risorse autoctone e la creazione di un sistema di rete per i borghi potrebbero rappresentare la chiave per rilanciare l’economia e migliorare la qualità della vita, offrendo ai giovani una ragione per restare. La crisi demografica in Sicilia, e in particolare nella provincia di Messina, è un problema complesso che richiede soluzioni innovative e un impegno collettivo. Solo attraverso politiche mirate e una visione strategica condivisa sarà possibile garantire un futuro migliore per questa regione ricca di storia e cultura.