MESSINA – Da anni Messina non crede più nella politica tradizionale di centrodestra e centrosinistra. Sino a poche settimane fa Luigi Genovese dichiarava a Tempostretto di non avere dubbi sull’esito del voto, con la sua elezione all’Assemblea regionale siciliana. Il sorpasso di Alessandro De Leo, da consigliere comunale a deputato all’Ars in un pomeriggio di colpi scena, conferma quel “rapporto d’amorosi sensi”, come lo ha definito ieri lo stesso capo politico, nato tra i cittadini messinesi e la leadership di Cateno De Luca. Ma ogni fiducia non è illimitata e il movimento in costruzione “Sud chiama Nord”, con Basile sindaco e gli scenari nazionali e regionali, è adesso alla prova decisiva.
Qualunque sia l’esito del ricorso e della richiesta di riconteggio dei voti, dato che tutto si decide per una trentina di voti, il significato politico appare inequivocabile.
La sconfitta di Luigi Genovese, malgrado abbia avuto più di novemila preferenze nella lista Popolari e Autonomisti, per molti lettori assume una dimensione simbolica. Una caduta del potere di Francantonio Genovese e di un centrodestra che, in più, non riesce a eleggere un sindaco per la terza volta consecutiva. Una coalizione che vince in Italia e in Sicilia ma non qui. La capacità di De Luca di attingere in modo trasversale dalle forze avversarie denota un’indubbia abilità strategica. La nomina di Massimo Finocchiaro, come assessore, non è forse la conferma che non esistono più porti saldi chiamati sinistra e destra? L’imprenditore è stato in Alleanza nazionale ma anche portavoce provinciale del Megafono di Crocetta e ora approda nella Giunta Basile.
Da parte sua, De Luca punta sulla forza della sua indubbia competenza amministrativa. Ma la politica è anche fatta di pensieri lunghi, idee, visioni complessive che vanno anche oltre la pur importante concretezza delle delibere o ordinanze. Atti che dovrebbero ispirati da una visione politica ad ampio respiro. Di recente, lo stesso ex sindaco di Messina ha parlato di un suo legame con una tradizione democristiana risalente a don Sturzo e dunque al suo versante popolare, seppure rimasto marginale rispetto al suo stile irruente di comunicazione.
Fino ad ora una cifra del suo metodo è stata l’attitudine a scompaginare gli altri schieramenti in un’ottica trasversale, attingendo a destra e sinistra. Avverrà la transizione dalle porte girevoli della politica, nei passaggi da uno schieramento all’altro, a un ancoraggio solido? I prossimi mesi serviranno a capire che cosa De Luca e il suo movimento, in chiave regionale e nazionale, faranno da “grandi”.
A loro volta, i cittadini di Messina, in base alle risposte che verranno dall’azione nazionale e regionale e dalla Giunta Basile, potrebbero confermare il loro sostegno o far venire meno la loro fiducia. “Gli amorosi sensi” con la città non sono una cambiale in bianco e De Luca lo sa.