cronaca

Lesioni a una donna durante aborto terapeutico, scagionati 3 medici del Papardo

Messina – Dopo un lungo e complesso processo, a 10 anni dai fatti, si chiude con l’assoluzione la vicenda giudiziaria che ha visto al banco tre medici del Papardo, imputati per le lesioni patite da una donna dopo un aborto terapeutico.

La sentenza

La Corte d’Appello di Reggio Calabria ha assolto “per non aver commesso il fatto” Francesco Giuseppe Mobilia e Rosario Pino, che avevano rinunciato alla prescrizione per poter dimostrare la loro assoluzione. Disposto invece il non doversi procedere per il ginecologo Saverio Esposito. Per lui cioè, scrivono i giudici, il processo non avrebbe mai dovuto cominciare. La Corte ha cancellato anche i risarcimenti riconosciuti alla parte civile. In primo grado i medici erano stati condannati.

Il processo

La Suprema Corte aveva annullato con rinvio le condanne e la Corte d’Appello di Reggio ha disposto una nuova perizia, che aveva concluso confermando in parte la responsabilità dei camici bianchi. Ma l’avvocato Carmelo Scillia, difensore insieme ai colleghi Luigi Mobilia e Salvatore Silvestro, ha fortemente contestato la valenza della consulenza medico legale e i giudici di secondo grado reggini hanno accolto la tesi, scagionando i tre professionisti ospedalieri.

La vicenda

La paziente era stata ricoverata nel 2014 per un aborto terapeutico, dopo la 16esima settimana di gravidanza. Durante le manovre, però, le cose si sono complicate e la donna ne è uscita con una grossa lacerazione del canale cervicale, in presenza di un prolasso di un’ansa intestinale. Assistita da un legale, la oggi cinquantaduenne aveva denunciato l’accaduto, chiedendo la chiamata in giudizio della stessa azienda ospedaliera Papardo.