LETOJANNI. “Nell’intera vicenda il Consorzio per le autostrade siciliane è parte lesa per avere subìto, oltre che l’invasione della carreggiata autostradale, rilevanti danni (noti a tutti) dalla frana di un territorio in cui ricadono centinaia di costruzioni di competenza urbanistica esclusiva del Comune di Letojanni”.
La posizione del Cas è racchiusa in una nota diramata alla vigilia dell’evento meteorologico di notevole portata verificatosi il 5 ottobre di due anni addietro, quando una grande quantità di materiale roccioso e massi si è riversato lungo la carreggiata lato monte dell’autostrada Messina-Catania. Domani l’evento, il “compleanno della frana”, sarà celebrato con una festa ironica e amara, organizzata dagli utenti della A-18 ed andrà in diretta nazionale su La7. Il Consorzio ha spiegato che ha “immediatamente mobilitato gli uffici tecnici e le squadre di pronto intervento circoscrivendo la frana ed il materiale caduto evitando che il materiale si riversasse anche sull’altra corsia di marcia (quella a valle) che è stata utilizzata da allora in doppio senso di circolazione per garantire la prosecuzione della viabilità.
Nei giorni successivi il Consorzio ha posto in essere energici interventi di messa in sicurezza del piede della frana – si legge nel documento – realizzando una provvisoria massicciata drenante sulla cui sommità è stata posta una rete paramassi”. Viene altresì aggiunto che il Consorzio “non avrebbe potuto neppure provvedere a mettere in sicurezza il territorio per liberare l’autostrada in quanto quell’attività rientra nella esclusiva competenza della Protezione civile e del Comune di Letoianni”.
Viene rimarcato che “sull’accaduto c’è in corso una indagine della magistratura che non riguarda l’operato del Cas. Da allora, tuttavia, chiunque affronti la questione ne attribuisce la responsabilità al Consorzio con evidente danno anche d’immagine per lo stesso. Con grande senso di responsabilità il Cas all’indomani della frana ha senza indugio offerto alla Protezione civile della Regione siciliana – alla quale spetta la ricostruzione dei danni causati dall’evento naturale – la massima disponibilità ad una collaborazione istituzionale per realizzare in tempi rapidi i lavori necessari, se del caso, anche con somme anticipate dal Consorzio. Una decisione di grande sensibilità per liberare una strozzatura che avrebbe penalizzato gli utenti creando maggiori criticità alla viabilità della tratta.
La Protezione civile ha apprezzato tale disponibilità ed ha invitato il Cas a redigere uno specifico progetto di livello esecutivo per la messa in sicurezza dell’area. Nel maggio 2016 – si legge ancora nella nota – la Protezione civile regionale nomina il suo dirigente generale, l’ingegnere Calogero Foti, soggetto attuatore. L’8 novembre dello stesso anno il soggetto attuatore nomina “Ente attuatore” il Cas ed il relativo Rup (responsabile unico del procedimento) per tutti gli adempimenti, normativamente disciplinati, per la progettazione di livello esecutivo. Il 25 novembre il Cas impegna oltre 6 milioni di euro (propri fondi) per i lavori. La restante quota di 4 milioni è stata ammessa a finanziamento con il Piano di cui alla O.C.D.P.C. 340/2016.
Chiusa la parte prettamente burocratica – scrivono i responsabili del Consorzio per le autostrade sicilae – è emersa l’esigenza (a seguito di ulteriori indagini geognostiche integrative) di calibrare l’intervento di stabilizzazione del pendio attraverso la realizzazione di una paratia e di una doppia galleria artificiale sulle carreggiate di monte e di valle (anche con il placet dell’Ag). E’ in corso di completamento il progetto esecutivo dell’intero intervento (la consegna è preventivata entro il 18 ottobre), cui seguirà, secondo norma, l’approvazione ed il prosieguo dell’iter di appalto a cura del Soggetto attuatore (Protezione civile regionale)”.