Ci rivolgiamo alla nostra città di Messina, ai suoi cittadini ed alle istituzioni, noi Rover e Scolte del gruppo scout A.G.E.S.C.I. Messina 10. Scriviamo questa lettera per aprire una strada fatta di speranza e di voglia di vivere, la stessa che abbiamo avuto la fortuna di vedere nella nostra vicina città di Reggio Calabria, dove migliaia di migranti vengono accolti ad ogni sbarco da un gruppo di 20 volontari del coordinamento diocesano, che affiancano gli operatori sanitari e gli organi di polizia addetti ai controlli legali, praticando con la gioia ed il sorriso l’accoglienza.
E’ stato davvero importante e costruttivo per un piccolo gruppo del nostro clan (solo i maggiorenni) poter prendere parte ad uno di questi sbarchi ed essere parte di quei 20 volontari che regalano sorrisi, carezze e tanto amore, oltre alle cose materiali che distribuiscono.
Ma al di là di quello che danno loro e che abbiamo dato noi stessi, c’è una cosa fondamentale che sentiamo quasi doveroso comunicare a tutti coloro i quali definiscono queste persone come dei “disperati”, nei quattro giorni in cui siamo stati lì tra sbarchi e centri di prima accoglienza non abbiamo visto una sola persona disperata, abbiamo visto solo persone che emanavano una luce dagli occhi indescrivibile. Non sempre con il dialogo verbale riuscivamo a capirci, ma esiste un linguaggio che va da cuore a cuore e che passa attraverso gli sguardi e le espressioni. Quindi prima di ogni altra cosa vi preghiamo di non chiamarli più disperati e di mettere da parte i pregiudizi, perché la loro gratitudine per la vita,che li ha voluti salvare durante quel lunghissimo viaggio che li ha portati lontani dalle loro case, vince ogni dolore ed ogni rammarico per ciò che è passato, il voler guardare avanti è la chiave di lettura di tutte le storie che abbiamo ascoltato. La costante alla nostra domanda: “Credi ne sia valsa la pena di questo lungo viaggio, che oggi ti ha portato qui?” era la seguente: “Ormai sono qui, il passato è passato, devo guardare al presente e soprattutto al futuro.”
Molti di loro hanno visto i loro familiari morire in mare e molti altri non ci sono mai arrivati su quei mezzi così precari, per moltissimi dei loro amici, fratelli,sorelle,mamme e papà il viaggio si è fermato in Libia,dove vengono fatti prigionieri e torturati finché il villaggio di appartenenza non paga un riscatto davvero impensabile per liberare il prigioniero; ed è davvero sentita la dimensione della comunità in questi luoghi, dove tutte le famiglie fanno una sorta di colletta con tutti i risparmi di una vita per poter fare andare avanti il loro “concittadino”, che quasi come un eroe un giorno tornerà in patria per sollevarli dalla povertà e dalla guerra.
L’invito che noi vorremmo rivolgere prima di tutto ai cittadini di Messina è quello di non fermarsi ai pregiudizi ed alle facili verità di molti tra mass media e politici che per una manciata di voti ci riempiono la testa di assurdità e di luoghi comuni, dimenticando che magari il nonno 80 anni prima era emigrato in America in cerca di fortuna; invitiamo i cittadini a farsi una propria idea andando a toccare con mano la realtà, fermandosi anche solo per pochi minuti a parlare, a conoscerli questi ragazzi, che vediamo in giro per i semafori e a cui frettolosamente ci limitiamo a dare qualche spicciolo o come spesso accade a chiudere qualunque forma di dialogo alzando il finestrino come fosse una barriera, troppo spesso è capitato addirittura di vedere gente coprirsi il naso e la bocca, come se parlandoci potremmo forse essere contagiati dalla loro vita, dalla loro umanità…
Al Prefetto chiediamo invece di aprire uno spazio per i volontari nella parte degli sbarchi, che si occuperebbero semplicemente di accoglierli con attività di animazione e distribuendo loro amore e la presenza di persone di cui potersi fidare.
Inoltre chiediamo all’associazionismo cittadino di collaborare liberamente con noi, manifestando la propria adesione. Per chiunque volesse rispondere mettiamo a disposizione il nostro indirizzo di posta elettronica clansherpame10@gmail.com
Speriamo che la nostra testimonianza non cada nel dimenticatoio ma che piuttosto possa essere un piccolo semino nell’anima di coloro i quali leggeranno questa lettera.
Concludiamo con due messaggi che sono stati per noi importanti, il primo è di Papa Francesco che ha invitato noi scout, durante l’udienza generale A.G.E.S.C.I., ad essere Costruttori di ponti e non di muri, questo è ciò che vogliamo, ma per essere costruttori di ponti abbiamo bisogno del sostegno di tutta la città; la seconda ed ultima citazione fa parte di una canzone del trio formato da Niccolò Fabi, Daniele Silvestri e Max Gazzè e vorremmo diventasse la frase guida di questa esperienza: “ Da qui passeranno tutti o non passerà nessuno fino a quando c’è qualcuno, perché l’ultimo che passa vale come il primo.”
Life is sweet è il titolo della canzone ( Trad. La vita è dolce) e nonostante tutto il vissuto, tutto il viaggio, esserci oggi per poterlo raccontare con uno spirito propositivo, ci fa venire voglia di dire ad alta voce che sì la vita è dura, difficile, dolorosa, ma anche incredibilmente dolce.
Clan Sherpa
Gruppo scout Messina 10