Caro Renato, ti scrivo per rimettere nelle tue mani l’incarico di “Esperto del Sindaco” e di “consulente nelle politiche per il marketing territoriale” che mi conferisti lo scorso 7/8/2014. Un “mandato burletta” che, nei fatti, fu confezionato d’urgenza per soddisfare non già le esigenze di serietà di comportamento rispetto alle politiche culturali della tua Amministrazione ma per “placare” il tuo nobile animo d’amico minacciato e tradito, quale tu ti sentisti nell’occasione di una protesta da noi del Museo del Fango compiuta dal territorio di Giampilieri (alla quale parteciparono numerosi colleghi e associazioni, e tra essi si distinse la tua assenza) per essere stati totalmente ignorati nelle legittime e reiterate richieste.
Nel corso degli ultimi 11 mesi il Museo del Fango ha svolto, come sempre, il compito che si era prefisso e mai – dico mai – né io come consulente sono stato da te consultato, né “le strutture comunali interessate – vedi il tuo Assessore alla Cultura – hanno prestato l’opportuna collaborazione” (come recita esplicitamente il punto 4 della suddetta delibera), anzi!
Continua pure a potare qualche albero, a cianciare di isole pedonali con cinguettii annessi, a non indossare giacca e cravatta (simboli di una società corrotta e corruttrice!!!) e a costruire impraticabili piste ciclabili (improbabili in una città che, per i suoi tre quarti, è in salita e priva di una vera rete di servizio pubblico). Di tutto il resto lascia che se ne occupino quei campioni intellettuali che hai nominato direttamente o indirettamente nei gangli vitali per la vita culturale della Città. Essi ti faranno certamente un buon servizio.
La “rivoluzione” che tu porti avanti, circondato da “nanerottoli da giardino”, non mi interessa.
Con il Museo del Fango abbiamo, come sempre, realizzato quanto era nelle nostre possibilità e capacità, partecipando in ultimo all’Expo con le nostre idee artistiche e culturali e ci accingiamo a inaugurare come Mud Museum una sede di Laboratorio Internazionale delle Arti in Lombardia. Museo-Laboratorio che avrebbe potuto realizzarsi a Messina, ma tant’è!… L’occasione è persa.
Mi accomiato da te Sindaco serenamente dandoti appuntamento quando tu sindaco non sarai più e quando io non sarò direttore del MdF e, intanto che mi allontano, intono una vecchia canzone di Dalla:
"Telefona tra vent'anni, io adesso non so cosa dirti… Non so risponderti, e non ho voglia di capirti".
Continua a pensare, nella tua maniacale egocentricità, che gli stronzi sono gli altri, quelli che man mano ti stanno abbandonando… Magari ci rincontreremo alla fine del nostro percorso dove – lo sai – è importante arrivare non in fila "ma tutti quanti insieme, ognuno con i suoi mezzi, magari arrivando a pezzi su una vecchia bicicletta da corsa, con gli occhiali da sole e il cuore nella borsa".
E allora impara il mio numero a memoria, "poi riscrivilo sulla pelle e se telefoni tra vent'anni butta i numeri fra le stelle".
Tuo Michele Cannaò
(Le mie dimissioni sono state inviate ufficialmente stamani con posta certificata)