Il consigliere comunale Domenico Guerrera (Udc) scrive al sindaco in merito alla gestione del personale del dipartimento politiche del territorio. Guerrera denuncia che moltissime pratiche di condono edilizio risultano inevase persino dal 1986, ed anche quelle relative ai condoni successivi del 1994 e del 2003: “Nella speranza (vana?) di avere una risposta, anche per rispetto del ruolo che ricopro, vorrei informarla, qualora non fosse a conoscenza, dei problemi che stanno causando al Dipartimento Politiche del Territorio e ai cittadini, le pratiche di condono edilizio.
La grande mole di lavoro del Dipartimento, ricade puntualmente su pochi tecnici “veterani” usurati da responsabilità e dotati di alto senso del dovere, che conoscono molto bene la complessità della materia. Ultimamente, senza aver ricevuto alcuna formazione attraverso dei corsi di aggiornamento, è stato “mandato allo sbaraglio” personale proveniente da altri dipartimenti, dove probabilmente avevano acquisito professionalità di settore, ma che poco conoscono di materia urbanistica, tacendo il fatto che senza alcuna logica, alcuni tecnici di alta specializzazione, sono stati trasferiti ad altre mansioni. Tale situazione, non consente un regolare svolgimento del servizio e un rallentamento della macchina amministrativa. Non vi è dubbio che per una corretta tutela del territorio è importante avere un Dipartimento efficiente, dotato di personale altamente specializzato e, in numero sufficiente. Il 20/08/2011, l’Assessore al ramo, dichiarava a un noto settimanale messinese, che «Per i tecnici che non hanno provveduto ad istruire alcuna pratica, sono state inviate specifiche note, notificate a mezzo dei vigili urbani richiedendo l’immediata restituzione delle pratiche……..», specificando poi che «si è dato mandato ai dirigenti dell’edilizia privata di esaminare tutte le pratiche di condono che i tecnici esterni hanno restituito». A distanza di quasi dieci mesi, le pratiche non sono ancora rientrate e si ha difficoltà a rintracciare i fascicoli, perché ancora all’esterno della sede del Dipartimento o smarrite, pratiche che dovrebbero rientrare entro il 31 c.m., così come disposto dal Dirigente. Dati alla mano, i condoni edilizi presentati nel 1986 ai sensi della L.47/85 e L.R.37/85 sono 10.276 e ad oggi, a distanza di 26 anni, sono state rilasciate 3.469 Concessioni Edilizie in sanatoria; per i 4.480 condoni presentati ai sensi della L.724/94 a distanza di 17 anni sono state rilasciate n°1.093 Concessioni Edilizia in sanatoria, mentre per il condono ai sensi della L.326/03 per le 3.625 pratiche, sono state rilasciate appena 118 Concessioni Edilizie. Appare chiaro dai dati sopra esposti, che l’Ufficio Condono Edilizio dotato di appena tre unità (due Istruttori Tecnici e un Capo Sezione), se non viene opportunamente potenziato, non può definire tutte le pratiche di condono edilizio che aspettano risposte da oltre un ventennio. Nutro seri dubbi che l’ufficio, possa chiedere, minacciando il diniego del condono, dopo tanti anni, integrazioni e somme mai richieste prima, con i conseguenti danni erariali che ne deriverebbero. Secondo il Consiglio di Stato sezione IV, 31 Ottobre 1997, n. 1246 e sezione V, 11 Dicembre 1991, n. 1364, se è stata presentata regolare domanda di condono, con allegata la documentazione prevista ed è stata inoltrata all’ufficio tecnico erariale richiesta di accatastamento, decorsi 36 mesi dalla presentazione della domanda, si prescrive l’eventuale diritto al conguaglio o al rimborso dell’oblazione spettanti. Disposizione confermata anche per il nuovo condono dall’art. 32, comma 36 della L. 326/2003. Inoltre, secondo la Cassazione civile, sezione IV, 24 Ottobre 1989 e sezione VI 21 Marzo 1990, n.
3054, decorso il termine di 36 mesi, l’oblazione deve intendersi interamente corrisposta.
Si ritiene opportuno fare rientrare le pratiche di condono assegnate ai 160 tecnici esterni, mettere ordine, inserendole nei fascicoli, comunicare ai richiedenti i condoni, il ritiro delle Concessioni Edilizie giacenti da parecchio tempo, ancora a firma dell’Ing. Rando, andato in pensione da parecchi anni e continuare il rapporto con i tecnici esterni che si sono distinti per capacità professionali e per il lavoro svolto, dandogli il dovuto supporto strumentale e appoggio logistico. Ritengo doveroso un Suo impegno per la risoluzione dei problemi che attanagliano il Dipartimento Politiche del Territorio sia relativamente al Personale, sia al buon funzionamento della struttura”.