REGGIO CALABRIA – Un infarto, a Dubai ‘vecchia’, ha stroncato l’armatore ed ex deputato reggino Amedeo Matacena, catanese di nascita. Un ‘colpo’ che purtroppo non gli ha dato scampo: secondo le prime ricostruzioni l’ex parlamentare s’è sùbito accasciato al suolo, anche se è deceduto soltanto dopo il trasporto in ospedale.
Era latitante a Dubai, ma per anni aveva mantenuto i rapporti coi media e con vari interlocutori politici, s’era risposato dopo il divorzio da Chiara Rizzo. E solo ieri, particolare davvero incredibile, aveva festeggiato i suoi 59 anni.
Un dettaglio che è confermato anche plasticamente, graficamente dai tanti messaggi d’auguri ricevuti dallo stesso Amedeo Gennaro Raniero Matacena – questo il suo nome per esteso -, appunto solo un grappolo di ore fa, dai suoi contatti sul proprio profilo Facebook (vedi foto sulla destra), che aveva mantenuto e continuato ad aggiornare, specie negli ultimi tempi.
La notizia del decesso di quello che, di Forza Italia, fu anche il primo coordinatore provinciale è stata confermata anche dai legali dell’ex parlamentare: Marco Tullio Martino, Enzo Caccavari e Renato Vigna.
La carriera politica di “Matacena junior” – com’era spesso chiamato in quanto figlio dell’omonimo Amedeo Matacena senior, morto nel 2003, l’armatore che fondò la “Caronte”, straordinario personaggio nella vita politica di Reggio Calabria, a iniziare dalla Rivolta del ’70. Ma fu anche presidente della Reggina – era peraltro iniziata nel segno del laicismo, sotto le insegne del Partito liberale italiano.
Condannato a tre anni di reclusione nel 2014 con sentenza della Corte di Cassazione passata in giudicato per il terzo troncone del processo Olimpia – lo storico maxiprocesso contro la ‘ndrangheta, incardinato molti anni fa dall’allora coordinatore della Dda di Reggio Calabria Salvo Boemi -, per non finire in carcere Matacena aveva scelto di ‘autoesiliarsi’ negli Emirati arabi uniti, di fatto vivendo una latitanza ‘dorata’ a Dubai.
Nel cuore degli Emirati arabi s’era completamente rifatto una vita. E dopo il divorzio dall’ex moglie Chiara Rizzo – poi imputata nel processo Breakfast circa il presunto favoreggiamento all’ex marito insieme, fra gli altri, soprattutto all’ex ministro dell’Interno Claudio Scajola – s’era anche risposato: con l’avvenente medico Maria Pia Tropepi, ex modella.
Del resto, le donne a Matacena erano sempre piaciute: secondo una nota ‘leggenda metropolitana’, ai tempi in cui militava nel Pli chiedeva il voto alle sue interlocutrici per posta, in modo costoso e indubbiamente glamour, abbinando alla classica ‘lettera agli elettori’ una scatola di cioccolatini.
E non si può certo dimenticare il legame che per anni l’ha visto sentimentalmente impegnato con Alessandra Canale, ben nota annunciatrice della Rai.
Paradossalmente, il decesso dell’uomo politico e imprenditore avviene in uno dei radi momenti a lui complessivamente favorevoli da una dozzina d’anni almeno: non solo per il nuovo amore, ma anche perché – come lui stesso aveva sottolineato sempre sui social network – solo il mese scorso aveva ottenuto, nell’ambito del procedimento “Breakfast”, la revoca degli arresti disposti a suo carico anche nel contesto di quell’operazione della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, nonché il dissequestro dei beni.