Per l’ex amministrazione Accorinti il Salvacolline è stato uno dei campi di battaglia nell’ultimo periodo del mandato, ed anche lo scoglio maggiore nei rapporti con l’ex consiglio comunale. La giunta De Luca, come annunciato sin dall’insediamento, sta procedendo per la revoca di uno strumento che negli anni scorsi ha visto le contestazioni e le perplessità degli Ordini professionali e non solo. L’iter della nuova amministrazione diventa terreno di scontro con gli ex.
Ecco perché MessinAccomuna ribadisce la validità della Salvacolline. “Secondo l’assessore Mondello i vincoli imposti dalla “Variante” sarebbero già operativi con gli strumenti urbanistici esistenti (PRG, PAI, ZPS)- si legge nel comunicato degli ex assessori- E’, semplicemente, falso. Nessuno strumento urbanistico descrive, come fa la Variante, la “propensione al dissesto”, facendo discendere da ciò i vincoli effettivi. Consentire il cemento nelle aree ad alta propensione al dissesto significa creare una barriera al deflusso delle acque ed esporre il territorio ad alluvioni e frane con conseguente rischio per l’incolumità dei cittadini che lì andranno ad abitare. In queste zone la Variante blocca l’edificabilità, cha è invece consentita dagli altri strumenti urbanistici attualmente vigenti. Ecco perché la Variante è necessaria”.
MessinAccomuna ribadisce la tesi secondo cui non è vero che la Salvacollina sposta i volumi dalle colline al mare o alle zone zir e zis. La Variante invece, spiegano gli ex assessori si basa sul fatto che la tutela del territorio obbliga a cancellare edificabilità sulle colline. “Anziché dichiarare immediatamente cassati quei volumi, consente che vengano trasferite in una apposita “banca” che ne può consentire l’eventuale riutilizzo, ma questo riutilizzo dovrà essere regolato dal redigendo PRG”. Quindi non c’è nessun “trasferimento” di edificabilità, ma c’è un rinvio al nuovo PRG, che lo stesso Consiglio dovrà esitare”.
Sempre secondo MessinAccomuna applicare la Variante non comporterebbe eccessivi rischi di contenziosi legati appunto alla banca data dei volumi. Porta quindi ad esempio il diniego dell’amministrazione Accorinti a un progetto di costruzione a Capo Peloro, nel cosiddetto “sito Q”. Il CGA ha dato ragione all’amministrazione, sostenendo che quando le criticità di un’area sono palesi, il diniego dell’edificabilità da parte del Comune a tutela dell’interesse naturalistico e paesaggistico è pienamente legittimo.
Infine la replica all’assessore Mondello che ha dichiarato che la Variante sarà inglobata nel Prg. Secondo il movimento politico la Variante è pronta e completa e la sua approvazione introduce immediatamente i vincoli edificatori, mentre del PRG si deve ancora approvare lo schema di massima, la redazione del piano è stata bloccata per due anni e mezzo, e ne prenderà altrettanti per essere completata. “Approvare la Variante significa bloccare immediatamente 2 milioni di metri cubi di edificabilità sulle colline; rinviarla al PRG significa, al contrario, mantenerla. È questo ciò che si vuole?”