Politica

L’ex Margherita e quei progetti nei “cassetti” della Regione

MESSINA – Dopo gli incendi, anche i ragazzini pericolosamente sul tetto a lanciare pietre. Non s’arresta il degrado in cui è immerso l’ex ospedale “Margherita”. E diventa il simbolo di una Messina ridotta ai margini. La metafora di un rapporto con la Regione siciliana e i vari governi che non decolla. Un tempo la Procura di Roma veniva chiamata “il porto delle nebbie”. Ecco, spesso la Regione è un “porto delle nebbie” nel quale si perdono o si rallentano progetti e idee che potrebbero imprimere una svolta alla città dello Stretto. Progetti che rimangono nei “cassetti” per troppo tempo. Da qui la sensazione d’immobilismo. Tutto, o quasi, rimane fermo.

Sul tema è ritornato il deputato regionale Alessandro De Leo, di Sud chiama nord: “C’è un silenzio inaccettabile intorno all’ex ospedale Regina Margherita. Ancora, ad oggi, il governo Schifani non ha dato nessuna risposta alla mia interpellanza, presentata il 20 febbraio, in merito ai finanziamenti e all’iter dei progetti di riqualificazione del compendio immobiliare. Lo stato di abbandono in cui versa da oltre vent’anni l’ex ospedale rappresenta un autentico scempio di un’area preziosa e immersa nel tessuto urbano della città di Messina”.

Messina vive avvolta nei ricordi, i giovani scappano e si rimane fermi tra burocrazia e incompiute

Il rischio è che Messina continui a vivere nella nostalgia del passato. Viene in mente l’ossessivo “Ti ricordi?” del film “Palombella rossa” di Moretti”. “Ti ricordi com’era bella Messina, tra l’Irrera e la passeggiata a mare, gli arancin di Nunnari e la libreria Ospe?”. E, intanto, “il futuro è già passato e non ce ne siamo neanche accorti”, come dice Vittorio Gassmann in “C’eravamo tanto amati” di Scola. I giovani fuggono e in città dominano tante incompiute.

A proposito di nostalgia e trionfo paralizzante della burocrazia, questa settimana abbiamo raccontato Mortelle e i sette anni per ottenere un’autorizzazione. Manca il via libera dell’assessorato regionale Territorio e Ambiente e non si possono fare previsioni sulla data di avvio lavori, mentre anche lì la struttura marcisce.

Il progetto di una Cittadella della cultura

Ma torniamo all’ex “Margherita”. Una struttura simbolo della decadenza di Messina e delle lentezze di Palermo e della politica regionale nel dare priorità alla città dello Stretto. Da anni la nostra testata ne caldeggia il rilancio. Un rilancio che è stato concepito in forma di Cittadella della cultura (in basso alcune foto del progetto), futura sede della Biblioteca regionale “Giacomo Longo” (padiglione 10), del museo archeologico (pad. 1), di un museo del terremoto (2) e della Soprintendenza per i Beni culturali e ambientali (3).

Come abbiamo già scritto, per il padiglione 10, il progetto è esecutivo ma è stato definanziato, mentre per i primi tre si è ancora nelle fasi preliminari, con rup Vincenzo Salvaggio.

In particolare, per il padiglione 10, come sede della Biblioteca regionale o eventualmente della Soprintendenza, si punta a Palermo sui fondi Fsc, quelli per lo sviluppo e la coesione, entro il prossimo giugno. Si tratta di un progetto esecutivo redatto da F&M Ingegneria Spa di Mirano, con responsabile unico del procedimento Nicola Azzarello.

Un progetto da ripensare con un polo culturale innovativo a Messina

In ogni caso, per un’operazione da più di 21 milioni di euro da troppo tempo rimasta in naftalina, la Giunta Schifani potrebbe fare delle modifiche e rimodulare pure i fondi. Di certo, purché non si rimandi tutto a tempi biblici, una revisione del disegno originario sarebbe auspicabile. Si dovrebbero ripensare alcuni aspetti, adeguandoli all’oggi, e valorizzarne altri.

Nel frattempo, il museo del terremoto è stato inaugurato, nel mese di novembre, al museo regionale, e l’ex “Margherita” potrebbe diventare davvero un polo culturale innovativo. Forse una casa degli artisti che sappia mettere in comunicazione il passato e il futuro. L’innovazione tecnologica e la valorizzazione della memoria.

Serve la pressione dei parlamentari messinesi

Perché tutto non rimanga in un limbo, che condanni Messina a un’eterna marginalità, serve che i parlamentari messinesi, sostenendo l’iniziativa del loro collega De Leo, prendano a cuore la realizzazione della Cittadella della cultura. Serve la loro pressione e un coinvolgimento della città nella rielaborazione del progetto. Ma subito. Si è perso già troppo tempo.