Politica

L’ex Sanderson, la Regione e la mancata rinascita di Messina

di Marco Olivieri

MESSINA – Il progetto di recupero dell’ex Sanderson di Messina viene definanziato. Con una delibera, la Giunta Schifani lo relega tra i lavori non realizzati e impossibili da realizzare. Già il caso dell’ex Margherita, ma gli esempi non mancano in generale, imponeva una riflessione su come rilanciare una città perennemente ai margini rispetto ai disegni della Regione siciliana. Ora si è avuta l’ennesima conferma.

Mentre i fondi Fsc 2021-27, per lo sviluppo e la coesione, vedono in un ruolo minore la Città metropolitana di Messina, quello che deve fare la città dello Stretto, con i suoi rappresentanti, è riflettere sulla sua vocazione e sulle sue potenzialità. Riflettere in tempi rapidissimi per capire come agire e come invertire la rotta. Servono sia azioni nell’immediato, sia a lungo respiro. E ogni sforzo delle classi dirigenti, dalla politica e l”imprenditoria alle associazioni di categoria e ai sindacati, dovrebbe essere diretto alla rinascita economica, sociale, culturale del territorio.

Lamentarsi non serve a niente, Messina ha bisogno di visioni e progetti chiari

Quanto alla marginalità progettuale di Messina, con il ponte “specchietto per le allodole”, piangersi addosso non serve a niente. Già noi messinesi siamo troppo lamentosi. Occorre responsabilizzare chi sta ai vertici ed esercita la rappresentanza politica. E bisogna contrapporre una cittadinanza responsabile a chi vorrebbe fare sofffocare Messina nella sua passività.

La città, al pari del territorio metropolitano, ha bisogno di visioni e progetti chiari nel quadro di un sud da risollevare. Qualcuno ricorderà la vecchia questione meridionale. Da lì, da quel punto critico, bisogna ancora passare.