Arricchito dagli interventi appassionati dell’istrionico e vulcanico scrittore ed editore Geri Villaroel, e dalla presenza di un folto e attento pubblico, sintomo di una città fiera, orgogliosa che non vuol perdere di vista il proprio passato ed il proprio presente, si è svolto sabato 31 ottobre nella sala convegni del museo “Messina nel ‘900” il terzo dei cinque incontri previsti con la rassegna “Memoria e Scrittura: i libri e l’identità”. Come in programma è stato presentato il volume a cura dello storico Antonio Baglio, “L’infinito in fondo all’anima”. Un saggio che raccoglie e analizza le omelie di Padre Angelo Sterrantino, dal 1951 e per cinquant’anni sacerdote alla chiesa di S. Nicolò all’Arcivercovado a Messina. L’opera, presentata egregiamente dal giornalista e critico Matteo Pappalardo, ha colto nel segno, come previsto in fase di programmazione, l’obiettivo del Museo.
Finalità, quali la riscoperta dei valori di appartenenza e di identità con la propria città, che come il direttore Angelo Caristi ha ribadito durante l’introduzione, il Museo si propone di raggiungere con la realizzazione di un variegato programma di attività culturali. La figura di Padre Sterrantino in questo senso, è valsa e vale da esempio, essendo egli uno di quei – a volte silenziosi, a volte meno – protagonisti che hanno caratterizzato attraverso la propria azione il periodo storico che dalla ricostruzione post bellica conduce ai giorni nostri nella città di Messina. Pastore ben oltre i confini della sua comunità, come ha evidenziato l’autore Antonio Baglio, egli ha saputo sostenere e guidare la gente, risollevare da un decadimento strutturale economico ma soprattutto morale una zona, il triangolo Via La Farina-Maregrosso-Ponte Americano, particolarmente tartassata durante la seconda guerra mondiale, infondendo, oltre alla speranza, anche un ideale di dinamismo e di interazione con l’ambiente circostante; una filosofia del fare fondamentale per creare un senso di appartenenza e stimolare una volenterosa e attiva ricostruzione.
Un affresco di Padre Sterrantino è stato tratteggiato anche da Mons. Angelo Oteri, che nel suo cordiale intervento, dopo aver elogiato il lavoro che il Museo sta svolgendo e la valenza storica del luogo – l’ex bunker Cappellini ndr – rimesso in piedi dopo decenni di abbandono, ha sciorinato aneddoti e curiosità sui metodi, gli insegnamenti e le filosofie che il sacerdote, vice-rettore durante il suo seminariato, gli ha tramandato. Ne è venuta fuori una figura colorita e poliedrica, in grado di abbinare un variopinto sapere teologico e filosofico ad una energica praticità, applicata utilmente in una
La rassegna “Memoria e Scrittura: i libri e l’identità”, ideata e promossa dal Museo “Messina nel ‘900” proseguirà, sempre nella sala convegni dello stesso, con gli ultimi due appuntamenti: il 14 novembre “Identikit di un’epoca” di Anastasio Majolino, presentato da Girolamo Cotroneo, filosofo e saggista e il 28 novembre “Messina anni ‘50” di Geri Villaroel, presentato da Vanni Ronsisvalle, giornalista e scrittore.