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L’identikit del piromane a caccia di profitti e le proposte contro la piaga incendi

MESSINA – Gaetano Sciacca è dirigente generale della Regione siciliana e molti lo conoscono per l’impegno per le zone alluvionate quand’era a capo del Genio civile. In merito al disastro incendi di questi giorni, l’ingegnere è intervenuto sulla sua pagina Facebook: “Dopo quanto drammaticamente accaduto, vorrei fare qualche breve considerazione sulle cause degli attuali incendi che stanno provocando morti e distruzione in tutta la Sicilia e soprattutto nella provincia di Messina. I piromani lo fanno esclusivamente per profitto. Stiamo parlando di una scala del business di milioni di euro. Ma perché? Ecco le categorie interessate: i primi sono i soggetti che ritengono che le autorità competenti assumano squadre antincendio e relativo personale con attrezzature idonee per contrastare gli incendi”.

Continua Sciacca, che è stato pure candidato a sindaco in passato per il Movimento Cinquestelle: “La seconda categoria è composta da soggetti che nelle zone vincolate non possono fare attività in quanto vietate e con gli incendi ritengono che si eliminino tali vincoli. La terza è formata da soggetti che hanno bisogno di terreni dove pascolare e appiccando il fuoco si creano aree idonee a ciò. La quarta categoria è composta da coloro che cercano aree coltivabili che, con il fuoco, possono così realizzare”.

Per il dirigente, a capo per anni dell’Ispettorato del lavoro a Messina, “queste sono le categorie su cui vanno indirizzati gli sforzi e le attenzioni di tutti: singoli cittadini, associazioni di volontariato e
soprattutto istituzioni preposte a contrastare questa piaga. Ma trovare i responsabili non necessita di particolari e sofisticate strumentazioni. Basta trovarli in loco. Sono infatti abitanti e frequentatori di quei luoghi che loro stessi distruggono, anche forse, in maniera perversa, amandoli”.

Non a caso c’è anche chi ha elaborato un profilo psicologico dei piromani e di questo ci occuperemo in un altro articolo. Lasciamo sempre la riflessione a Sciacca: “Ritengo si debba agire su tre fronti: il primo è quello del ripristino di mulattiere, trazzere, strade secondarie e ovviamente viabilità comunale e provinciale, a volte inesistente. Così facendo, ci saranno intanto strutture tagliafuoco e poi la gente, se vorrà andarci, lo potrà fare”.

E ancora: “Il secondo fronte è rappresentato dalla necessità d’utilizzare l’attuale personale regionale, come ad esempio quello dell’Esa, Ente sviluppo agricolo, che ha mezzi d’opera e competenza per pulire le esistenti viabilità, fare manutenzione e vigilare. Infine, il terzo punto: fare un accurato censimento di chi opera nelle zone. Pastori, agricoltori e proprietari terrieri”.

Queste sono le proposte, per l’ingegnere messinese, per ripartire. Altrimenti, la prossima estate ripiomberemo nell’ennesima emergenza.