Il sindaco Accorinti la definirebbe una svolta epocale, ma oggi a prendere in prestito queste parole è stata la consigliera del Megafono Nora Scuderi che insieme a Donatella Sindoni, Franco Mondello, Pippo De Leo, Mariella Perrone e ad un gruppo di colleghi consiglieri ha presentato la prima proposta di regolamento dei servizi sociali. Un documento corposo che punta a fissare delle regole certe in un settore difficilissimo e martoriato, un regolamento nato da un lavoro che ha impegnato i consiglieri per diversi mesi e che adesso inizia la lunga trafila burocratica per ottenere pareri dirigenziali e via libera in commissioni e Consiglio. La proposta è stata sottoscritta da tanti componenti dell’aula, appartenenti a diversi schieramenti politici, segno che si tratta di un tema a cui in tanti vogliono dare una volta per tutte risposte chiare e definitive.
Il punto da cui sono partiti è che ad oggi, nonostante lo prevedano una serie di leggi dal 1986, il Comune di Messina non si è mai dotato di un regolamento per ordinare la gestione dei servizi sociali. Quello presentato oggi detta le linee generali, poi ne dovranno seguire altri per regolamentare i singoli servizi, intanto però questo potrebbe rappresentare quell’impalcatura che oggi manca del tutto. Prevede e definisce funzionalità, destinatari, organizzazione, finalità e modalità di itintervento, si divide in 5 parti e, oltre a definire la cornice di norme e principi entro cui si muovono i servizi sociali, inserisce alcune novità che secondo i consiglieri possono apportare grossi miglioramenti nella gestione del settore, soprattutto per quanto riguarda la qualità dei servizi resi agli utenti.
Si parla di Carta dei servizi, lo strumento per informare gli interessati, tutelare i loro diritti, assicurare la trasparenza dei procedimenti amministrativi e promuovere la partecipazione degli stessi al miglioramento continuo del sevizio. Anche l’assessore Mantineo ne ha spesso parlato ma ad oggi non è ancora stata istituita e questo è uno dei primi punti previsti nel regolamento perché secondo i consiglieri non ha senso parlare di partecipazione quando l’Istituzione non fa il suo dovere e mette i cittadini nelle condizioni di potersi informare. In tal senso anche l’organizzazione generale dovrà essere rivista, creando una struttura tecnica con competenze professionali specifiche e diversificate per settori di intervento alla persona.
Si prevede un Dirigente apicale Esperto in Servizio Sociale (in possesso di Laurea Specialistica e/ o Magistrale in Servizio Sociale o titoli equipollenti) e da Responsabili Tecnici di Servizio (Assistenti Sociali Specialisti) di Unità Organizzative e da Responsabili Tecnici ( Assistenti Sociali) di Unità Operative e di conseguenza l’esigenza di una gestione di qualità dei servizi sociali basata su criteri e modalità di management professionali, sia dal punto di vista organizzativo che operativo.
Entra in gioco anche il servizio di segretariato sociale, uno dei pallini dell’assessore Mantineo, che anche secondo i consiglieri costituisce la risposta istituzionale al bisogno, di informazioni esatte, aggiornate, controllate e verificate, alla formazione delle quali, concorrono a vario titolo, tutti i soggetti presenti in un territorio. Segretariato che dovrebbe essere accompagnato da un vero decentramento dei servizi sociali, dando alle circoscrizioni la possibilità di monitorare i territori di competenza e poter offrire così sempre una fotografia nitida e veritiera dei bisogni e delle esigenze della popolazione.
Si elencano poi tutti i servizi che il Comune dovrebbe istituire e rendere, vengono fissati criteri e modalità di accesso e mantenimento dei servizi stessi, si parla di welfare generativo, ovvero un sistema di assistenza non fine a se stesso ma che crea un circuito in cui i cittadini, non “ultimi”, siano parte attiva di un processo.
Grande attenzione naturalmente sui controlli. Il regolamento prevede che sia ogni anno l’Amministrazione deve dotarsi di strumento di programmazione “ Documento sui servizi sociali “ da sottoporre al Consiglio Comunale prima dell’adozione del Bilancio di Previsione e bilancio Triennale, ed essere inserito nella relazione revisionale programmatica o nel Documento unico di programmazione, col fine di essere uno degli indirizzi strategici del mandato all’Amministrazione, tutto ciò nel rispetto delle compatibilità economiche-finanziarie e tenendo conto della possibile evoluzione della gestione dell’Ente. Inserito anche un sistema di gestione della qualità attraverso sistemi di validazione, svolge anche una misurazione di qualità rispetto alle prestazioni erogate, in quanto risulta necessario che le stesse siano state pertinenti rispetto alla problematica che siano giunte al momento opportuno e finalizzate al contesto di riferimento. E poi naturalmente più controlli su chi gestisce i servizi, dunque le cooperative. Il regolamento propone che i monitoraggi non vengano solo effettuati dagli uffici interni ma che ci siano anche altri soggetti esterni a verificare il reale andamento delle cose. Non saranno ammesse procedure di accreditamento di associazioni temporanee di impresa e al momento del procedimento di accreditamento le sedi operative dovranno essere attive, classici escamotage per aggiudicarsi le gare d’appalto. Sospensione dell’accreditamento in caso di difformità dei requisiti necessari alla qualifica del soggetto accreditato, cessazione totale cesserà nel momento in cui dovesse essere dimostrata l’eliminazione delle condizioni che l’avevano determinata.
Questi i punti salienti, ma Nora Scuderi è pronta ad accogliere e discutere eventuali modifiche, correzioni, aggiunte. “Abbiamo sentito l’esigenza di fare il primo passo, vista la situazione incandescente in cui ancora oggi si trovano i servizi sociali, adesso speriamo non dover attendere troppo tempo per vedere questo regolamento in vigore”.
Francesca Stornante