Di tornare indietro sulla società di trasformazione urbana del Tirone non se ne parla. Per l’amministrazione comunale e soprattutto per l’assessore allo sviluppo economico Gianfranco Scoglio il progetto di riqualificazione dello storico e centralissimo quartiere , che per molti rappresenta solo l’ennesima occasione di speculazione edilizia, deve essere realizzato. A prescindere dal parere tecnico contrario del Genio Civile, dal “no” della IV circoscrizione, dal veto posto dall’ordine degli architetti e da quello degli ingegneri, delle riluttanze di tanti cittadini che vorrebbero una città più pulita ed ordinata e si vedono proporre da chi amministra un unico modello di sviluppo: la costruzione di palazzi, in collina come in riva al mare. Sul mantenimento della Stu Tirone Scoglio non retrocede di un millimetro, ma è disposto a cambiare linea. Anzi linee guida, da proporre e far approvare dal Consiglio comunale. Lo aveva anticipato ai nostri microfoni qualche settimana fa (vedi intervista video allegata) e lo ha messo anche nero su bianco in una nota trasmessa al presidente del Civico Consesso Pippo Previti, avente per oggetto : “Modifiche linee guida Piano industriale Stu Tirone spa”.
Nel documento, infatti, Scoglio comunica a Previti «di aver predisposto alcune modifiche alle linee guida approvate dal Consiglio comunale, che prima di sottoporre all’attenzione del Consiglio stesso» vorrebbe «illustrare per eventuali integrazioni». L’esponente della giunta Buzzanca sollecita Previti ad «indire per martedì 17 aprile alle ore 10,30 un incontro presso la sala del Consiglio comunale», ma la lista degli invitati la stila lui . Oltre ai capigruppo consiliari, Scoglio gradirebbe la presenza dei rappresentanti dell’ordine degli architetti, dell’ordine degli ingegneri e delle Associazioni industriali. Non compaiono nell’elenco i rappresentanti della quarta circoscrizione, che Scoglio si impegna a coinvolgere in una fase successiva .
Ma quali saranno le modifiche alle linee guida del piano industriale proposte da Scoglio? A fornirci qualche anticipazione è il proponente in persona, che abbiamo raggiunto telefonicamente. « In pieno accordo con il sindaco Buzzanca – ha detto Scoglio – ho rimodulato totalmente il piano industriale, tenendo conto delle criticità emerse nel dibattito cittadino sul Tirone. Toglieremo l’edilizia residenziale privata ed il palazzo da 15 piani destinato ad uffici pubblici ; restaureremo il terzo Ordine dei Francescani, creando botteghe per orafi ed argentieri; riqualificheremo le scalinate e l’edificio di S. Maria del Selciato; provvederemo al restauro del Palazzo degli Elefanti ed alla riqualificazione di Piazza del Popolo. Resteranno nel progetto l’edilizia pubblica, che sarà in linea con gli edifici circostanti, ed il parcheggio, che sarà di dimensioni più piccole rispetto a quanto previsto inizialmente ma di cui non si può fare a meno per garantire la pedonalizzazione di Piazza del Popolo ».
Alla domanda se l’edilizia privata ed il grattacielo saranno eliminati definitivamente dal progetto o piuttosto previsti in altre aree, Scoglio prima dribbla ma poi ammette: «Proporrò un aumento di capitale della società per l’uscita di uno dei soci. I privati dovranno contribuire in denaro con una gara europea aperta , per la parte del Comune invece ho pensato di mettere a disposizione due immobili, uno dei quali si trova in via La Farina e l’altro è l’Autoparco comunale». Gli immobili prescelti, che potrebbero comunque essere sostituiti con altri sempre di proprietà del Comune, potrebbero diventare – secondo quanto lascia intendere Scoglio – oggetto di interventi realizzati per mano privata. Ad esempio , e questo lo conferma espressamente l’assessore allo sviluppo economico, l’Autoparco comunale, messo a disposizione della società di trasformazione urbana, cambierebbe certamente destinazione d’uso. E non così difficile intuire quale potrebbe essere la nuova destinazione . “Alleggerito” il Tirone dalla residenza privata e dal palazzone da 15 piani non è escluso che quelle opere ce le ritroveremo in altre zone della città. Dopotutto, se le carte con cui si gioca sono sempre le stesse, basta rimescolarle un po’ per dare almeno il senso del cambiamento. (Danila la Torre)