Dalla rete all’Ars. Il 9 ottobre il popolo della rete ha detto la sua sulla sfiducia a Crocetta con un sonoro 90,49% dei votanti, ed oggi la mozione è stata depositata all’Ars.
A “lanciare il sondaggio” sono stati i deputati regionali del M5S, che hanno interpellato gli attivisti siciliani sulla fiducia al governatore. Già in estate il capogruppo grillino Giancarlo Cancelleri aveva dato una sorta di “fiducia a tempo” fino a dicembre, ma in rete la sentenza è stata chiara: così non va.
“E' un fatto importante, ma anche storico- hanno spiegato i deputati- È la prima volta, infatti, nella lunghissima storia del parlamento isolano, che un presidente venga sfiduciato su mandato del popolo. E' l'applicazione della vera democrazia, delle decisioni che partono dai cittadini per arrivare nei palazzi del potere. Noi siamo stati eletti per rappresentare i cittadini e se per loro è giusto che Crocetta vada a casa, noi dobbiamo adoperarci perché il meccanismo si inneschi con una mozione presentata al Parlamento”.
Detto fatto, in una settimana dal verdetto on line la sfiducia si è trasformata in nove pagine di mozione, firmata da 18 parlamentari regionali (14 del M5S e 4 della lista Musumeci). La mozione infatti, per potere essere presentata e votata in Aula, necessita di almeno 18 firme, da qui la necessità per i grillini di trovare alleati, che sono arrivati dalla Destra di Musumeci. Il Pdl, pur essendo all’opposizione,ha preso tempo, annunciando di voler aspettare fino a marzo (probabilmente l’inizio della primavera e la fine del letargo…..). In ogni caso, e questo lo sanno bene tutti i deputati, la poltrona di Crocetta e quelle dei 90 parlamentari, resteranno salde anche con la presentazione della sfiducia, perché per essere approvata occorrono 45 voti. Già è stata una fatica arrivare ai 18 firmatari, figuriamoci chi vuole correre il rischio di tornare a casa anzitempo.
Stamane in conferenza stampa i deputati del M5S e della Lista Musumeci hanno illustrato i dettagli della mozione di sfiducia. Premessa d’obbligo, i grillini, così come hanno fatto finora, voteranno tutte le delibere che riterranno utili all’interesse della Sicilia. Troppe leggi spot, troppe assenze in Aula (nei giorni scorsi Cancelleri per protesta si è presentato all’Ars con una foto di Crocetta “così almeno lo vediamo in Aula”), nessun provvedimento che abbia migliorato realmente la vita dei siciliani. Infine, la goccia che ha fatto traboccare il vaso: il balletto di revoche sul Muos, cavallo di battaglia dei 5stelle.
In primo piano poi lo scontro tra Crocetta e il Pd, “un deterioramento- si legge nella mozione- che ha donato ai siciliani un’intera estate in cui l’unico argomento è stato il rimpasto o meno, prova della totale incapacità del Presidente di dialogare persino con la maggioranza che lo sostiene e con il suo partito”.
Crocetta e il Pd hanno fatto tutto da soli, al punto che, la presenza del governo in Aula per affrontare il capitolo “crisi”, prevista il 10 ottobre è poi saltata ed infine “rispuntata” il 25 ottobre senza che sia mai stata concordata in sede di Conferenza dei capigruppo.
“La vita dei siciliani è peggiorata- ha dichiarato Cancelleri- Siamo stanchi di questo immobilismo e non vogliamo esserne complici. Il risultato del sondaggio è stato plebiscitario, sono i siciliani che ci chiedono di mandare a casa il governo”.
Insieme al capogruppo dei 5Stelle c’era la collega Angela Foti, che ha rincarato la dose: “Crocetta pensa solo a costruire il suo movimento politico ed a creare feudi elettorali, procedendo per slogan”. A sposare la causa della sfiducia è stato Musumeci, che in questo anno di governo non ha risparmiato un’opposizione chiara e senza mezzi termini. Per il gruppo era presente Gino Ioppolo che ha sottolineato come i deputati della lista Musumeci finora hanno fatto un’opposizione sempre costruttiva e corretta, al punto che, durante la crisi tra Crocetta e il Pd l’unico a chiedere al governatore di presentarsi in Aula è stato Musumeci.
“E’ stato naturale per noi firmare la mozione, è coerente con il nostro comportamento. Gli altri esponenti del centro destra preferiscono aspettare. In questi 11 mesi non è cambiato nulla, non credo che nei prossimi 3 possa cambiare molto.”
L’obiettivo della mozione sarà comunque quello di misurare opposizione e maggioranza, anche alla luce di una pattuglia Pd in guerra con il governatore. A margine scoppia anche un giallo, legato alla volontà di uno dei 4 deputati della lista di Musumeci di ritirare la firma. Si tratta di Pippo Currenti, messinese, che ha dichiarato di non volere sostenere la mozione. In questo caso, sotto il profilo formale, la mozione non ha quindi il numero sufficiente di firme per il deposito.Sulla mancata quota 18 sono arrivate puntuali le polemiche e le ironie, soprattutto da parte dei Dr, perchè senza 18 firmatari la mozione non può più essere depositata e votata dall'Ars. Nel tardo pomeriggio arriva il salvataggio: Marco Falcone, Pdl, si dice pronto a firmare qualora dovesse servire. Ma al di là dell’aspetto formale, quello sostanziale è la fine di quell’idillio che un anno fa portò Crocetta a sbandierare in tutta Italia “il modello Sicilia”, e che, martedì a Messina il governatore stesso sembra avere dimenticato “mai avuto un idillio con i 5Stelle, hanno sempre votato i miei provvedimenti e ora si alleano con la Destra. Ma non erano l’antipolitica?”. Come dire, erano loro che votavano me, mica io che cercavo consenso. Insomma, una fiducia “a sua insaputa”,naufragata un anno dopo.
Rosaria Brancato