MESSINA – Liste d’attesa, riparti chiusi, problemi di personale e tanto altro. Il Consiglio comunale di Messina ha ospitato i rappresentanti di Asp, Papardo, Policlinico e Irccs Bonino Pulejo per analizzare i problemi legati alla sanità, su richiesta della prima firmataria, la consigliera del Pd Antonella Russo, che ha posto diversi interrogativi insieme ad altri consiglieri comunali, così come fatto dai consiglieri Francesco Cipolla e Raffaele Rinaldo. Ma mentre a rispondere ci sono stati, appunto, gli ospedali e le aziende messinesi, grande assente è stata la Regione Siciliana. Il presidente del Consiglio comunale Nello Pergolizzi, infatti, ha sottolineato di non aver ricevuto alcuna risposta all’invito inviato sia all’assessorato alla Salute sia al dipartimento per le attività sanitarie della Regione. Presenti, invece, il sindaco Federico Basile e l’assessora Alessandra Calafiore.
Tra gli ospiti presenti, la prima a parlare è stata la dottoressa Catena Di Blasi, direttrice generale dell’azienda Papardo: “La sanità riguarda tutti, noi in primis che dobbiamo garantire la salute ai cittadini e a maggior ragione alle fasce deboli. Premetto che alcune interlocuzioni dovrebbero essere fatte all’assessorato, come su spese e personale, perché subiamo gli effetti delle decisioni della Regione. Io sono direttore generale da luglio e a pieno regime dal 29 d’agosto. Da quella data abbiamo cominciato a mettere mani sulle attività quotidiane e abbiamo riscontrato una serie di perdite strutturali che dovevano essere ripianate. Siamo stati convocati in assessorato a settembre per la negoziazione di budget e risorse. Dovevamo e dovremmo rientrare entro dicembre di circa 15 milioni di euro: 5 milioni al mese per ottobre, novembre e dicembre da recuperare. Una cosa chiaramente impossibile. Abbiamo sottoscritto la negoziazione con riserva spiegando che avremmo garantito le prestazioni da erogare e cercando di ottemperare alle false attività che portano a spese superflue o che potrebbero essere contenute. Abbiamo accorpato due strutture: la chirurgia plastica e la vascolare. Questo per ridurre i posti di due posti letto: la plastica ne aveva 10 e la vascolare 8, ne sono stati tolti 2 alla plastica perché l’attività erogata da quest’ultima ha molti costi e poca produzione”.
Ha continuato la dottoressa Di Blasi: “Questo non ha inficiato l’attività nei confronti dei cittadini. Il secondo punto è l’oncologia: abbiamo chiuso i posti letti e ne abbiamo mantenuti 3, prima erano 13. Abbiamo 11 postazioni di chemioterapia e al giorno abbiamo 40 prestazioni, cosa che non fanno altri. Spesso però i malati oncologici hanno anche altre patologie, pneumologiche o cardiache ad esempio, quindi garantiamo comunque il ricovero in questi reparti. Questo ha portato a un aumento di 60 visite ambulatoriali per le prime visite oncologiche e questo è fondamentale perché ci permette di accorciare i tempi di attesa. Il dato ufficiale è che se la prima visita era nel maggio 2025, adesso è prevista il 2 dicembre 2024. Questo sistema ci ha permesso di aumentare le visite mediche e diminuire la presenza del personale oncologico nel reparto, per accelerare le visite, riducendo l’attesa, e senza aumentare i costi. Inoltre da dicembre avremo in forza altri 2 o 3 specializzandi di oncologia per cui il reparto verrà riaperto. L’ortopedia, invece, è un carico che mi sono ritrovata perché fino al 2023 c’era il dottore Pontoriero dell’Uoc, ma lui ha preferito lavorare in una casa privata e si è dimesso. In seguito c’è stata una emorragia di dipendenti e ne sono rimasti solo 3. Abbiamo fatto procedure selettive e chiesto di accedere alle graduatorie degli altri ospedali, ma non ci sono ortopedici in tutta la Sicilia. Entro fine anno svolgeremo il concorso per il nuovo primario che solitamente porta qualche altro medico perché fa da attrattore”.
Poi il direttore amministrativo dell’Asp Messina, Giancarlo Niutta: “Io credo che non si possa fare questo lavoro se non si ha la capacità di ascoltare le esigenze del territorio per provare a tradurle in azioni di governo concrete. Questa sensibilità, come governance delle aziende che insistono sul territorio, l’abbiamo dimostrata inviando nelle scorse settimane la proposta di rimodulazione della rete ospedaliera alla Regione. Ed è stato fatto un lavoro di analisi delle esigenze che provengono da tutta la provincia. Abbiamo ascoltato le esigenze della comunità, soprattutto dalla periferia della provincia e dalle zone con meno accessibilità, penso a Eolie e Nebrodi. Da qui è nato un progetto di rifunzionalizzazione per consegnare una rete ospedaliera, un progetto di rete, efficace e sostenibile economicamente. Ma soprattutto efficace, perché dobbiamo ricordarci di intervenire velocemente alle domande di salute del territorio. In città l’Asp non ha presidi ma ha ospedali in provincia e lavoriamo in sinergie con le aziende ospedaliere del territorio”.
E ancora: “Rispetto al Pnrr, le case e gli ospedali di comunità, lo sforzo è di anticipare il termine del marzo 2026, puntiamo al dicembre 2025. Gran parte del personale che verrà impiegato sarà nostro, sono già in corso le procedure per l’assunzione e puntiamo a recuperare il più possibile dal mercato. Questa sarà una vera e propria ricchezza perché avere 40 posti letto di codici bianchi e verdi o accogliere il Day hospital per la geriatria è un’opportunità che ci permetterà di abbassare la pressione sugli ospedali. Sulle liste d’attesa abbiamo lavorato in maniera importante, coordinando le aziende e tirando fuori un piano di abbattimento liste che fosse coerente. Non abbiamo guardato al risparmio, anzi abbiamo verificato che i pazienti che accedevano all’orario previsto per l’abbattimento delle liste d’attesa fossero contattati dal sovracup per quel tipo di prestazione e abbiamo recuperato il 2023. Ci siamo resi anche conto che molti dei casi che venivano segnalati con particolare ira tramite giornali e media si riferivano a controlli e non a prime visite. Abbiamo cercato di porre rimedio anche a questo. C’è la massima attenzione su tutto, in sinergia con le altre aziende e cercando di offrire soluzioni o proposte alla Regione”.
A seguire è intervenuto il direttore sanitario dell’Aou G. Martino, Giuseppe Murolo: “Per le problematiche rappresentate è fondamentale condividere. Sono problemi comuni e le soluzioni vanno condivise, per non causare cortocircuiti. Parliamo di questioni attuali ma penso che sia macroscopicamente visibile l’impegno di tutti. L’azienda G. Martino di Messina è in espansione, ha cantieri all’interno e si sono sbloccati problemi preesistenti come la costruzione del pronto soccorso che a breve sarà inaugurato e l’attività viene svolta a pieno regime. Le criticità restano evidenti a chi è in prima linea, quindi a noi aziende, che siamo in trincea di fronte ai disservizi che spesso ci sono e tentiamo di risolvere. Il tema delle liste d’attesa è uno di questi. Lì ritengo che Messina abbia una marcia in più rispetto alle aziende delle altre province della Regione siciliana perché lo strumento del sovracup consente di mettere in rete i vari punti di offerta. Utilizzandolo ancora meglio consentirebbe di ridurre ancora di più i tempi d’attesa e accelerare lo svolgimento delle prestazioni. Noi siamo a pieno regime e le altre aziende pure, ma le liste d’attesa restano. Questo perché alla base serve un dialogo ancora migliore con il governo della domanda: è infinita, non finisce mai, e spesso si creano prescrizioni inappropriate con prenotazioni immesse che non possono essere, anche se non appropriate, non considerate. Bisognerebbe avere maggiore collaborazione anche con i medici di medicina generale che prescrivono queste visite, per capire meglio quali sono le priorità. Alcuni pazienti se attendono hanno un grande danno, direi devastante. Ci siamo riuniti più volte per rendere efficienti alcuni sistemi. Faccio l’esempio dell’area di emergenza che ci caratterizza di più: gestiamo tanti accessi da assistenza immediata, la stroke unit e tanto altro. Diventa essenziale gestire questi pazienti tutti insieme per far entrare chi ha esigenza di tempi rapidi. Vi assicuro che se in alcune discipline si può migliorare, in tante cose non abbiamo nulla da invidiare a nessuno”.
E infine il direttore amministrativo dell’Irccs Bonino Pulejo, Maria Felicita Crupi: “La nostra mission è di neuro riabilitazione e in questo momento questo nostro obiettivo è ulteriormente supportata dagli 8 posti letti aperti ieri e dai 14 aperti la scorsa settimana. Per quanto riguarda il Piemonte posso dire che l’emergenza ha la dotazione organica coperta, con 22 anestesisti su 22 posti e anche la dotazione di infermieri e oss è al completo. Apriremo 45 posti letto come da rete ospedaliera che abbiamo concordato con le altre aziende. Saranno 284 posti letto tra il presidio Casazza e quello Piemonte, ma attendiamo ancora il finanziamento da 91 milioni di euro. L’Irccs dal proprio bilancio ha già anticipato 12 milioni per la ristrutturazione di un reparto. Altre criticità non ne abbiamo. Le liste d’attesa: abbiamo smaltite quelle del 2023 e puntiamo a smaltire entro l’anno quelle del 2024”.