La Logudoro non è adatta al traffico sullo Stretto, comunque non è ancora in servizio e si sprecano soldi per sostituirla.
E’ il succo della nota dell’Orsa (Organizzazione sindacati autonomi e di base) Sicilia che attacca Rfi su scelte aziendali che, a dire del sindacato, hanno comportato uno sperpero di denaro pubblico: “La Logudoro, è giunta a Messina per volontà aziendale, contro il parere tecnico degli addetti ai lavori, ribadito dal versante sindacale che ha più volte denunciato la scarsa adattabilità del traghetto per il servizio nello Stretto; a ciò si aggiunge che il traghetto in questione supera le 6000 tonnellate di stazza, pertanto, le manovre nel porto di Messina non sono effettuabili solo con l’ausilio del Pilota via VHF, come accade per le altre navi ferroviarie, ma, in rispetto delle regole vigenti, deve intervenire il servizio di pilotaggio previsto per le navi la cui stazza supera il limite stabilito dal Ministero in 6000 tonnellate. Ci si trova di fronte ad un rocambolesco errore di valutazione che ha indotto l’azienda a investire risorse pubbliche in una nave che per operare a Messina dovrebbe affrontare l’onerosa spesa del servizio di pilotaggio per 18 volte al giorno, significa, nella migliore delle ipotesi, la spesa mensile di decine di migliaia di euro che in tempi di crisi, disoccupazione e esuberi, più volte lamentati da RFI, rappresentano uno spreco insostenibile”.
Il sindacato si chiede come Rfi possa sopperire a questo inconveniente: “Auspichiamo che non si limiti alla solita richiesta all’Autorità Marittima e al Ministero dei trasporti di già viste deroghe “ad aziendam”, o peggio, di ulteriore esborso di risorse per diminuire la stazza della nave”.
Intanto la Logudoro, che doveva uscire in questo mese di giugno, è ancora ferma.
Continua l’Orsa: “Si è reso necessario investire altri soldi per rattoppare la vecchia Iginia da destinare a nave di riserva in sostituzione della Logudoro che per effettuare le prove in mare ha avuto bisogno del “costoso” quanto “imprevisto” intervento del servizio di pilotaggio”.
Ma il sindacato non si ferma alla questione “Logudoro” e critica Rfi anche sull’aspetto della selezione e gestione del personale: “La manica larga in tema di sperperi si registra anche nella selezione di personale da assumere in Blu-ferries. Da subito, la richiesta di requisiti, comprensiva di limite di età, è apparsa discriminatoria quanto illecita, studiata a tavolino per estromettere i precari storici che da anni contribuiscono a garantire il sevizio di traghettamento. L’azienda ha fatto orecchio da mercante di fronte alle rivendicazioni dei precari e nonostante fosse in corso un contenzioso legale ha ritenuto opportuno effettuare la selezione e le assunzioni con un metodo più volte contestato dall’OrSA. I lavoratori che hanno impugnato il bando di selezione, seguiti dall’avvocato Aurora Notarianni, hanno ottenuto una sentenza del Giudice del Lavoro che ordina la sospensione della selezione e di tutti gli atti conseguenti e successivamente l’istituzione di una nuova selezione senza il limite di età che di fatto discrimina i marittimi storici, “invecchiati” prestando servizio precario nella flotta ferroviaria. Anche in questo caso la dirigenza aziendale ha tirato dritto per la propria strada e adesso si trova con un gruppo di assunti a cui deve spiegare che la selezione è stata invalidata dal Tribunale ed eventualmente risarcire loro il disturbo arrecato, e dall’altra parte un esercito di precari che a seguito della sentenza reclama il sacrosanto diritto alla stabilizzazione per via dei requisiti che fino ad oggi risultano validi per imbarcare nelle navi RFI e Blu Ferries”.