Cultura e spettacoli

L’Orchestra del Vittorio Emanuele fuori da TaoArte. De Domenico scrive alla Regione

Il fatto che nel programma di TaoArte al Teatro greco di Taormina non vi sia l’Orchestra del Vittorio Emanuele è un fatto che ha radici antiche e molteplici responsabilità.

Una vertenza ventennale

La vertenza degli Orchestrali è almeno ventennale ed è scandita da periodiche promesse di TUTTA LA CLASSE POLITICA che via via si è avvicendata in tutti i Palazzi. Gridare al lupo oggi vuol dire aver dimenticato cosa è accaduto negli ultimi anni, 2019 compreso. E non c’è alcun legame tra l’uscita del Comune di Messina da Taormina Arte con il mancato inserimento degli orchestrali nel programma della Fondazione.

Perchè Messina è esclusa?

Sulla vicenda interviene il deputato Pd Franco De Domenico con un’interrogazione all’assessore regionale ai Beni culturali Alberto Samonà. Correttamente De Domenico sottolinea la mancata attenzione del governo regionale alla città di Messina (distrazione che ha accomunato tutti gli ultimi governi regionali). “Ai messinesi piacerebbe conoscere la verità perchè la Fondazione è un ente partecipato e finanziato dalla Regione siciliana, ma ciò evidentemente non basta- scrive De Domenico– se, come afferma Ministeri, rappresentante della Città Metropolitana all’interno del CdA del Teatro Vittorio Emanuele, l’esclusione delle istituzioni culturali messinesi dalla programmazione 2020 sarebbe da imputare ad una precisa scelta della Fondazione Taormina Arte”.

Due pesi e due misure

Il Soprintendente del Teatro Scoglio ha spiegato come la mancata partecipazione sarebbe legata ad un problema di sostenibilità dei costi. Come noto a tutti infatti solo gli orchestrali del Teatro Vittorio Emanuele (a differenza di quelli del Bellini e del Massimo) non sono stabilizzati. Pertanto l’Ente Teatro Vittorio Emanuele non è in grado di coprire i costi di tutto l’impegno estivo per i professori d’orchestra, mentre il Bellini ed il Massimo di Catania e Palermo hanno gli orchestrali regolarmente stipendiati. Il Vittorio Emanuele, infatti, riceve circa 4,8 milioni l’anno, in massima parte regionali, a fronte dei 12 milioni del Teatro Bellini di Catania e ai 20 milioni del Teatro Massimo di Palermo, la cui fondazione è anche partecipata anche dallo Stato.

Messina penalizzata

La mancata stabilizzazione dell’orchestra -continua Franco De Domenico– è la conseguenza logica delle scarse risorse destinate al teatro peloritano che si protrae da anni e fa sì che il rapporto spesa/abitante per le attività culturali legate agli Enti teatrali delle tre città metropolitane appare, come al solito, estremamente penalizzante per la Città metropolitana di Messina”.

L’interrogazione di De Domenico

De Domenico ha quindi presentato un’ interrogazione urgente all’assessore dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà e all’assessore del Turismo, dello sport e dello spettacolo, Manlio Messina, per conoscere le reali motivazioni che hanno portato all’esclusione del Teatro Vittorio Emanuele II di Messina e della sua orchestra dal programma degli spettacoli del Teatro Antico di Taormina, nonché quali significativi interventi intenda assumere il Governo regionale al fine di garantire la partecipazione del Teatro di Messina agli eventi del Teatro Antico di Taormina ma soprattutto al fine di intraprendere la strada di una stabilizzazione dei lavoratori dell’orchestra, alla stregua degli altri teatri delle altre città metropolitane della Regione.