cronaca

Lorena Quaranta, il femminicida può sperare in uno “sconto di pena”

Scende a 24 anni di carcere la condanna chiesta dell’Accusa per Antonio De Pace, imputato del femminicidio della compagna Lorena Quaranta, la specializzanda a Medicina di Messina, proveniente da Favara, uccisa nel marzo 2020 nella loro abitazione di Furci Siculo.

L’infermiere calabrese era stato condannato all’ergastolo sia in primo che secondo grado a Messina ma la Corte di Cassazione a giugno scorso ha cancellato la sentenza di condanna al carcere a vita rimandando il processo alla Corte d’appello di Reggio Calabria, indicando ai giudici di riconsiderare le attenuanti tra le quali quello dello “stress da covid”.

Lo stress da covid che cancella l’ergastolo e mina il reato di femminicidio

Oggi l’apertura del nuovo processo che ha visto protagonista l’Accusa: il sostituto procuratore generale ha invocato la condanna a 24 anni di carcere col riconoscimento delle attenuanti generiche. Le parti civili hanno chiesto invece la conferma dell’ergastolo. Tra loro i familiari di Lorena, assistiti dagli avvocati Giuseppe Barba e Cettina La Torre e i centri anti violenza. La sentenza è attesa per il 28 novembre.

La decisione della Cassazione aveva indignato familiari e centri anti violenza, che leggono nelle motivazioni un inquietante segnale per la tenuta del reato di femminicidio.

Il dramma di Lorena negli sms prima del femminicidio

Qui potete leggere invece le drammatiche ultime ore di vita di Lorena, ricostruite nella sentenza di primo grado.