Lo spettacolo si apre con una Ornella Muti, dea purpurea del futuro, che dal maxi schermo sollecita Lorenzo Cherubini a salire sul palco. Poi si accendono i riflettori e lo stadio San Filippo si trasforma in una grande scatola luminosa: led e giochi di luci supersonici circondano Jovanotti che irrompe sulla scena sulle note di “Penso positivo”. Ed è subito un tripudio di entusiasmo tra la folla. Il pubblico, circa 30 mila persone, entra subito nel meccanismo del gioco.
L’intera performance ha l’estetica di un videogame nipponico: video e installazioni digitali si rincorrono sullo schermo mentre il cantante romano si scatena in una scaletta che, fin dal principio lascia intuire che non scontenterà nessuno. Un perfetto oscillare tra i grandi successi del passato – “Ragazzo fortunato”, “L’ombelico del mondo”, “Bella” – ai brani più recenti – “Il più grande spettacolo dopo il Big Bang”, “Sabato”, “Fango”, “Le tasche piene di sassi”. Un autentico trasformista Jovanotti, che ad ogni brano indossa un abito diverso: frange e paittes in puro american style si alterano alle fantasie zebrate e tigrate e ancora cappelli da cowboy e l’immancabile e inconfondibile new era all’incontrario.Il tour “Lorenzo negli stadi 2015” arriva a Messina su un’astronave gigantesca che catapulta la città dello Stretto in un viaggio di pura energia, movimento ed esplosioni di colori. Per oltre due ore e mezzo si percorrono le strade polverose dei safari africani e poi le giungle verdissime del sud- est asiatico, per poi ritrovarsi nelle atmosfere intime di Capo Horn (“Stella cometa”) fino ad approdare alle roboanti metropoli orientali (“Tutto acceso”).
“Qual è la più grande invenzione che l’Italia ha regalato al mondo? L’estate”. Un concerto indimenticabile in un sabato di metà luglio rovente. L'estate addosso.
Giuseppina Borghese