“Le parole oltre il silenzio” di Fiamma tricolore contro la mafia e la violenza

Innanzitutto le scuse. Scuse pubbliche che un messinese, da cittadino prima che da rappresentante di un movimento politico, ha voluto rivolgere ai ragazzi di Addiopizzo per quanto accaduto lo scorso 14 agosto. Salvatore Piconese, commissario provinciale del Movimento sociale fiamma tricolore di Messina, ha aperto così il dibattito organizzato oggi nel salone delle bandiere di Palazzo Zanca. Il triste episodio che alla vigilia di ferragosto vide alcuni giovani di Addiopizzo minacciati per quei volantini contro il racket hanno dato al movimento lo spunto per tornare a parlare di mafia, di criminalità, di usura, di omertà, in una città in cui sempre più spesso si dice che la mafia non esiste. Un incontro intitolato “Le parole oltre il silenzio”, quel silenzio che diventa muro e che però deve e può essere abbattuto. Piconese ha ricordato quanti commercianti negli anni hanno dovuto abbassare le saracinesche per colpa degli usurai, ha ricordato un altro episodio che risale allo scorso anno quando un gruppo di giovani pretendeva di consumare gratis nei locali con minacce, ha ricordato le centrali dello spaccio di droga seminate in alcune zone calde della città. Segnali evidenti di quanto violenza sia ancora insita in questa città. Le sedie del salone delle Bandiere però oggi sono rimaste tristemente vuote. Ma questo non li farà arrendere. All’incontro c’erano anche il comitato La nostra Città, don Terenzio di Addiopizzo e il circolo Quo Usque Tandem. Saro Visicaro ha lanciato un attacco alle istituzioni, colpevoli di non aver dato risposte e segnali dopo quanto accaduto. “La solidarietà è importante ma senza i fatti non vale molto. Ci saremmo aspettati un intervento dell’Arcivescovo Monsignor Calogero La Piana che invece è mancato, le uniche risposte arrivate appaiono più come delle aggravanti” ha detto il presidente del comitato La nostra Città. Don Terenzio ha invece voluto ringraziare quanti credono in questa battaglia e si espongono anche senza tutele. “Solo così tanti piccoli muri stanno cadendo e solo così Messina può realmente combattere il sottobosco criminale che la sporca”. L’obiettivo è andare avanti. Senza colori politici e con la speranza di riuscire a coinvolgere sempre più persone. (Francesca Stornante)

Sabato, 1 settembre, 2012 – 13:54