Per Luca, 30 anni, di Bordonaro non è stato facile intraprendere la vita dell’attore. Vedere i video di Gigi Proietti in scena durante i suoi spettacoli l’ha ispirato. Così a 15 anni decide di voler proseguire in questa carriera e si confronta con la realtà messinese. Persino in famiglia trova chi non è proprio convinto e gli dice di puntare su un lavoro più concreto e di “non fare il pagliaccio”. Luca ricorda come “concretizzare questa sua volontà dove nessuno ne parla è stato difficile”, sia per i pregiudizi che per le poche possibilità di crescere in città.
Luca adesso ce l’ha quasi fatta, così direbbe lui che non si sente mai arrivato. Nelle ultime settimane ha firmato un contratto cinematografico da attore co-protagonista per il film Femmina; proprio oggi si inizia facendo incontrare tutti gli addetti ai lavori. L’opera prima di Francesco Costabile, che racconta la vita di Maria Concetta Cacciola, è solo l’ultimo ingaggio dell’attore messinese in ordine di tempo.
Il suo bagaglio di esperienze negli anni si è molto ampliato, ha conosciuto tanti maestri di cinema e teatro nei suoi viaggi. Simpaticamente ricorda il suo incontro con Peter Clough, suo maestro di recitazione a Firenze che per tanti anni ha diretto la Royal Shakespeare Company, la Guildhall of Music and Dramma School. Inoltre è stato direttore del Globe Theater di Londra e Luca da buon messinese ha chiesto se ci fosse un fondo di verità dietro la diceria che il grande drammaturgo inglese abbia origini messinesi. Concludendo come Peter “si è messo a ridere perché pensava lo stessi prendendo in giro. E lui sicuramente conosce molto della vita di Shakespeare”, conclusione dell’aneddoto.
Nel mondo teatrale messinese inizia al laboratorio teatrale di Rosy Gangemi, qui impara che lui può essere un ottimo caratterista. A teatro viene definito così un attore che interpreta un personaggio secondario; non è una macchietta bensì un personaggio vivo con tanta forza interpretativa.
In effetti già solo chiacchierando con Luca risulta evidente questa sua caratteristica, è un simpaticone nel modo di porsi e la sua voce trasmette vitalità. Dopo i primi anni trascorsi in città al Latum, laboratorio creato tra l’Università di Messina e il Teatro Libero di Messina; le altre realtà teatrali messinesi gli sembrano non bastare.
Parte così per Roma, dove dal 2011 al 2013 studia recitazione, nella capitale conosce Francesco Bonaccorso, suo coinquilino per anni e collega attore. A questo proposito ci dice che “sono tanti gli artisti messinesi in giro per l’Italia”.
Durante gli anni romani, presso una scuola diretta da allievi di Gigi Proietti, Luca diventa “una macchina di comicità”. Gira anche delle piccole parti al cinema con Leonardo Pieraccioni e Marco Risi rispettivamente nei film Un Fantastico Via Vai (2013) e Tre Tocchi (2014), ma ancora non gli basta e punta più in alto.
Ricomincia la sua ricerca e trova in Genova una meta accogliente: la conformazione geografica con le montagne da un parte e il mare dall’altra gli ricordano Messina. A Genova c’è anche un teatro stabile molto rinomato, la cui direttrice storica è Anna Laura Messeri, proprio davanti a lei Luca fa il suo provino e viene accettato alla scuola. Insieme all’altro attore messinese suo amico, Giuseppe Manuel De Domenico, sono i primi messinesi a entrare allo Stabile di Genova.
Da quel momento comincia il corso propedeutico per migliorarsi artisticamente. Durante questo periodo la mattina studia e il pomeriggio invece prova perché è stato selezionato per una produzione del teatro stesso. Al termine del corso ci sono gli esami da fare e qui Luca va incontro alla sua prima bocciatura che “mi è servita, ho abbassato la cresta”.
Nell’estate del 2014 torna in Sicilia e lavora per la stagione in un villaggio turistico e mentre è lì scopre l’offerta formativa dello Stabile della Toscana L’Oltrarno. Invia domanda e si prepara a fare un altro provino. Due monologhi, uno classico e uno moderno, “da due minuti l’uno. Solo che io li ho preparati più lunghi pensando se non mi fermano vuol dire che sto andando bene”.
Così conosce Pierfrancesco Favino, il direttore della scuola, che qualche settimana dopo lo chiama e gli comunica che è stato preso. Gabriele Lavia nel frattempo deve produrre il suo “I giganti della montagna”e cerca attori siciliani e un caratterista; viene segnalato Luca che ottiene la parte. Si diploma presso la scuola a giugno 2018 e inizia a preparare la tournée.
Dopo mesi di prove, a marzo 2019 la prima teatrale al Piccolo di Milano e poi altri tre mesi di repliche tra Milano e Roma. Una lunga pausa estiva e si riprende, da ottobre 2019 a febbraio 2020, con le date in altre città tra cui Messina. Luca ricorda con tristezza “c’erano 5 tra attori e attrici siciliani nel cast dello spettacolo portato al Vittorio Emanuele ma nessuno si è interessato a noi”. Ben tre messinesi Luca Massaro, Roberta Catanese e Marìka Pugliatti; una palermitana Rita Debora Iannotta e la compianta attrice catanese Nellina Laganà.
La tristezza è anche dovuta al fatto di avere “uno dei palchi più grandi d’Italia in cui si potrebbe anche fare l’opera, organizzato come uno stabile che di fatto non lo è”. L’esperienza con Lavia termina poco prima che la pandemia possa interromperla e Luca insieme alla collega attrice Roberta scopre il bando dello Stabile di Catania dove cercano attori under35 siciliani. Non potendo andare in scena gli attori studiavano e preparavano lo spettacolo, La Nuova Colonia di Pirandello; progetto che, causa teatri ancora chiusi e inizio del lavoro sul nuovo set, Luca ha dovuto abbandonare.
Sulle differenze tra teatro e cinema Luca si rende conto subito della difficoltà di prendere le misure tra palco e telecamera. Come è immaginabile il cinema è più remunerativo, ma fare teatro gli piace molto di più. Molte cose che ha imparato a teatro nell’esperienza con un grande maestro come Lavia lo“hanno aiutato anche per il cinema, come ad esempio controllare il mio corpo e ogni gesto che compivo”. Purtroppo per Luca pensare di fare uno spettacolo o girare un corto o film a Messina è impossibile. Attualmente è in post produzione un altro cortometraggio girato con Aliosha dal titolo Figlio Santo in cui Luca è il protagonista; il corto sarà proposto per entrare nelle selezioni dei vari Festival del Cinema.
Il rapporto di Luca con la sua città natale è complicato. “Penso perennemente al ritorno a Messina – confessa appena accenniamo all’argomento – sogno di fare teatro insieme a tanti altri artisti messinesi”. Per lui Messina è una città che “vuole vivere ma è morta. Sono stato a Palermo e Catania, ho trovato compagnie festival e altro, a Messina siamo indietro. Chi dice che il teatro esiste dice una bugia, chi dice che cerchiamo di farlo dice la verità”.
Con occhio sempre attento alle iniziative culturali in riva allo Stretto ci ha raccontato di un bando a ottobre 2020 per provare finalmente a realizzare uno spettacolo fatto da messinesi che manca da tanti anni, ma “il bando faceva ridere, ci davano le noccioline trattando chi voleva presentarsi come artisti amatoriali. Recentemente hanno proposto a Giampiero Cicciò, che stimo molto e di cui conosco il valore, di lavorare allo spettacolo Molto rumore per nulla. Non ho trovato informazioni sul bando per presentarmi ad un provino”. In una situazione del genere Luca sa che è difficile tornare perché non avrebbe la possibilità di dimostrare il suo talento e non conosce, essendo andato via da anni, i registi emergenti. “Messina è una città bella – conclude Luca – e appare viva ed energica come non mai solo nel periodo estivo. Tutti vorrebbero tornarci col sogno di portare il mondo. Purtroppo però chi ci prova qui sembra destinato a rimbalzare indietro dopo un poco di tempo”.
Per verificare le affermazioni di Luca abbiamo sono state contattate fonti del Teatro Vittorio Emanuele. Il bando in questione era Residenze Autonome, molto criticato da altri artisti dello spettacolo messinesi, anche per i tempi in cui bisognava presentare domanda (7 giorni di tempo) e anche per la futura messa in scena dei vincitori (solo 2 giorni). Riguardo le critiche alla gestione del teatro di prosa, dal Vittorio Emanuele hanno spiegato che il teatro versava in condizioni economiche difficili e quindi nella fase di ripresa economica è stata una scelta riprodurre, ospitando altri spettacoli, invece che produrne di propri.
Per Luca queste dichiarazioni significano che “l’intento del Teatro di Messina di non fare produzioni significa non fare Teatro a Messina”. Ma negli ultimi tempi la situazione è cambiata, sempre le fonti contattate del Teatro Vittorio Emanuele confermano che sono previsti 3 produzioni per il prossimo triennio e appena la pandemia lo permetterà si potrà riprendere proprio con i provini di Molto rumore per nulla, la prima produzione delle tre in cantiere e quella di cui era a conoscenza anche Luca.