Uscire dell’emergenza e avere a disposizione le risorse che servono per mandare avanti Messinambiente e iniziare quel percorso virtuoso che rientra nei progetti della nuova governance della partecipata. Sono questi gli obiettivi a brevissimo termine del liquidatore Alessio Ciacci e sono stati soprattutto questi gli argomenti al centro della lunga riunione di ieri pomeriggio a Palazzo Zanca tra Ciacci, alcuni dirigenti di Messinambiente e l’assessore Daniele Ialacqua. La priorità è innanzitutto ripulire la città dai cumuli di rifiuti che giacciono a terra ormai da giorni. Ieri le tonnellate accumulate fuori dai cassonetti hanno toccato quota 500 tonnellate, quasi il doppio di quanto se ne produce giornalmente. Ci sono zone in cui la raccolta non viene effettuata da oltre venti giorni, le segnalazioni di condizioni igienico sanitarie ormai ai limiti della vivibilità non si contano più, l’ultima in ordine di tempo è quella arrivata dal Consiglio del terzo quartiere che ha invitato Ciacci ad uscire dall’ufficio per un tour in mezzo alla sporcizia ad esempio di Fondo Fucile,Bordonaro,Cumia,Camaro,Rione Ferrovieri.
A questa emergenza Ciacci ha risposto con un piano straordinario di interventi che ha preso il via già ieri con più squadre e più turni di lavoro. Si conta di eliminare l’immondizia per strada nel giro di alcuni giorni, nel frattempo saranno sistemati nuovi cassonetti di dimensioni più piccole in quelle zone difficili da raggiungere per gli autoarticolati, fondamentale sarà rispettare la tabella di marcia di interventi programmati. Si è però discusso anche di soldi. Ciacci e il suo consulente Raphael Rossi lo hanno messo in chiaro fin dai primi giorni: per far funzionare raccolta e società i 2.100.000 euro mensili non bastano, ne servono almeno 3 milioni. L’amministrazione è intenzionata a girare questa cifra, si stanno inserendo nuovi servizi, come pulizia dei cestini sulle spiagge e nuovi interventi sul verde pubblico, la perizia di finanziamento è quasi pronta, giovedì dovrebbe arrivare la firma.
Altra nota dolente è il trasporto in discarica, Messinambiente ha difficoltà a coprirlo con i suoi mezzi costantemente guasti, in questi giorni è tornata la Seap, ma l’obiettivo è di acquistare nuovi mezzi. Servirebbero 2.500.000 euro per rendere la società autonoma, somme che ad oggi il Comune non ha. Si studierà come riuscire a trovare risorse spulciando i capitoli di bilancio del Comune che però versa in una situazione economica disastrata e sotto osservazione da parte della Corte dei Conti.
Una buona notizia però c’è: l’assessore Ialacqua ha avuto rassicurazioni da Palermo sull’imminente avvio del progetto di raccolta porta a porta. Messina aspetta un finanziamento di oltre due milioni di euro che daranno certamente nuova linfa ad un settore oggi al collasso e che permetteranno di dare il via al progetto di raccolta porta a porta in alcune zone della città. Piccolo passo in avanti anche nell’iter del biostabilizzatore di Pace, il dirigente del dipartimento Rifiuti della Regione ha comunicato che è stata costituita la commissione che esaminerà le offerte presentate per la realizzazione dell’impianto.
A Palazzo Zanca si è parlato di Messinambiente anche per un altro motivo: l’attentato incendiario all’auto dell’esperto dell’amministrazione Accorinti Leonardo Termini. Naturalmente nessuno ha puntato direttamente il dito contro la partecipata, inevitabili però alcune valutazioni. Questa la vicenda fin dall’inizio. Il commercialista era stato nominato lo scorso 27 marzo esperto a titolo gratuito per la consulenza in materia di contabilità pubblica e nell’attività di controllo legale dei conti delle aziende e società partecipate del Comune. In realtà però già nei mesi precedenti alla nomina aveva iniziato a mettere le mani nel mare magnum delle partecipate di Palazzo Zanca. Risale infatti ai primi giorni di febbraio lo tsunami che travolse Messinambiente dopo la bocciatura dei bilanci da parte del Comune per quei “numerosi elementi di criticità” di cui parlarono il Sindaco Accorinti e gli assessori Daniele Ialacqua e Guido Signorino. Proprio in quelle settimane a cavallo tra gennaio e febbraio Termini aveva fatto visita più volte negli uffici di via Dogali per acquisire documenti, controllare bilanci, verificare spese e costi della gestione rifiuti. Sulla base del lavoro di verifica portato avanti da Termini, l’amministrazione parlò in particolar modo di disallineamento delle partite creditizie nei confronti dell'Ato 3, della mancanza di una perizia o di un piano industriale per la gestione dei rifiuti e smaltimento sino alla data della messa in liquidazione, di un eccessivo costo del personale dipendente, di un elevato contenzioso con fornitori e relative spese legali, di una gestione degli acquisti non conforme alle procedure ad evidenza pubblica. Per l’amministrazione Accorinti quello è stato il punto di partenza di un percorso di trasparenza e legalità che avrebbe dovuto presto estendersi a tutte le partecipate.
In quei giorni il procuratore aggiunto Sebastiano Ardita e il sostituto Roberta La Speme avviarono il sequestro, al Comune di Messina, di tutti gli atti e delle relazioni ispettive relativi alle irregolarità che erano state urlate a gran voce dagli esponenti della giunta Accorinti, aprendo un nuovo filone di inchiesta, solo l’ultimo ordine di tempo, visto che sulla società di via Dogali sono a lavoro diversi sostituti. Lo stesso sindaco fu ascoltato in Procura per ore, poi toccò anche a Termini. Negli stessi giorni anche il consigliere comunale Daniele Zuccarello portava atti in Procura e veniva ascoltato su alcune anomalie della società. Ancora oggi il lavoro della Procura va avanti, sono stati anche nominati due consulenti, il commercialista reggino Giuseppe Megna e il giovane ingegnere palermitano Dario Barreca incaricati di spulciare tra i conti della ex partecipata. Lavoro che probabilmente si è ulteriormente arricchito dopo l’ultima visita da parte di Accorinti e dell’assessore Daniele Ialcqua. Proprio dopo l’attentato incendiario all’auto di Termini, il sindaco è tornato a Palazzo Piacentini, l’assessore Ialacqua ha consegnato un documento di tre pagine che mette nero su bianco una serie di stranezze apprese in questi mesi: dai mezzi che si guastano in contemporanea dall’oggi al domani, alle emergenze rifiuti che esplodono sempre nei giorni di festa, passando per un’organizzazione del personale discutibile, fino al trasporto in discarica affidato a ditte esterne. Anche questo servizio è finito sotto la lente di ingrandimento della Procura, l’ex liquidatore Armando Di Maria aveva chiuso i rapporti con la ditta Seap che lo gestiva lo scorso mese di gennaio, proprio in questi giorni però la Seap è tornata, anche questa volta in concomitanza di guasti che hanno messo i mezzi ko. In questo quadro è arrivata la nomina del liquidatore Alessio Ciacci, del suo esperto Raphael Rossi, all’interno di Messinambiente si sta cercando di operare una rivoluzione che dovrebbe cambiare il volto della gestione rifiuti in città, i due nuovi manager hanno annunciato dal primo giorno pugno duro e responsabilizzazione di tutto il personale che opera all’interno della partecipata, ad oggi i primi provvedimenti scattati sul personale hanno visto il taglio di festivi e straordinari e una rotazione nella turnazione. Per vedere risultati però si dovrà attendere e lo dimostrano le immagini di una città sempre più sporca e in cui si fatica ad uscire da un’emergenza cronica che va avanti giorno dopo giorno.
Considerato quanto è accaduto negli ultimi mesi a Messinambiente sembrerebbe fin troppo semplice legare l’attentato all’auto dell’esperto Leonardo Termini ai fatti della partecipata. Non si può però ignorare il fatto che nel frattempo Termini ha operato anche su altre società del Comune, diverse visite sono state fatte anche negli uffici di Ato3 e Atm, nelle ultime settimane il lavoro del commercialista si è invece concentrato sull’Amam, la partecipata che gestisce il servizio idrico. Società che, rispetto alle sorelle sventurate che si occupano di trasporti e rifiuti, ha sempre goduto di ottima salute ma sulla quale adesso si vuole fare luce. Termini sta esaminando conti e bilanci, nei prossimi giorni potrebbero venir fuori i risultati di questa attività.
Insomma, il quadro è molto vasto. E ad individuare le responsabilità dovranno essere gli inquirenti.
Francesca Stornante