“Sicuramente è stata una palestra di vita. C’è un continuo confronto, sto scoprendo tante sfaccettature, è un’esperienza straordinaria soprattutto perché ti consente di toccare con mano le esigenze delle persone, ascoltarle, trovare soluzioni”. In Assemblea è approdato nel 2017 come il più giovane deputato, ma oggi, 3 anni e mezzo dopo, Luigi Genovese ha dimostrato con i fatti d’essere stato all’altezza e di sapersi muovere in un mare che nutre diversi tipi di pesce, anguille e squali compresi.
In un periodo in cui la politica corre veloce le Regionali 2022, a dispetto del calendario reale, sono già alle porte, i partiti sono in movimento e su Luigi Genovese, si indirizzano corteggiamenti e indiscrezioni. E’ dato un giorno a Fratelli d’Italia, un altro alla Lega, un altro ancora con la nuova Dc fondata da Cuffaro. “Macchè, io sono e resto un moderato, ma è troppo presto per iniziare con queste indiscrezioni”. Certamente, con un bagaglio di quasi 18 mila voti è temuto dagli avversari ovunque si sposti, ma resta dov’è e sta guardare. Un punto fermo ce l’ha: l’assessore regionale Ruggero Razza e, in subordine, il presidente Nello Musumeci.
Nel 2019 non ha esitato a lasciare Forza Italia ed a creare il gruppo Ora Sicilia, portandosi anche deputati di peso e dando segnali al presidente di essere a pieno sostegno. Musumeci ha detto chiaramente ai suoi alleati che vuol ricandidarsi nel 2022 ma la risposta è stata tiepida, se non in alcuni casi gelida.
“E’ prematuro parlarne, ma le trattative sono già avviate. Dobbiamo tenere in considerazione anche uno scenario che cambia ed un contesto nazionale. Ma una cosa va detta: il centro destra se è unito vince, se si frammenta ci sarà un liberi tutti”.
Musumeci nel 2017 era alla guida di un movimento, Diventerà Bellissima, si presentava quindi “extra partiti”, ma oggi la situazione è diversa, pressa soprattutto la Lega che vorrebbe esprimere la candidatura, e Fratelli d’Italia, per voce di Giorgia Meloni, proprio nei giorni scorsi ha dato al presidente quel pan per focaccia dopo l’accaduto alle Europee con un Musumeci talmente morbido da essersi defilato. Il candidato sarà quindi espressione dei partiti o no?
“In linea di principio propendo per le persone e non per i partiti. La guida deve essere un leader carismatico e oggi devo dire che la coalizione è un po’ carente sotto questo aspetto. Non vedo alternative in questo momento a Musumeci che senza dubbio è un leader carismatico ed un grande oratore. Il problema è che non c’è stata capacità di comunicare. Si è chiuso in un contesto difficile. E’ normale che si amministra ma secondo me deve prevalere la politica. Oggi ci sono prospettive di alternative, non alternative vere e proprie”.
Se gli si chiede chi possa essere il miglior candidato possibile del centro destra alle Regionali 2022 Luigi Genovese non ha dubbi: “Ruggero Razza”. Anche sul fronte delle idee ci sono punti in comune, dalla battaglia per l’autonomia alla concretezza sul da farsi. In 4 anni Genovese, con 28 disegni di leggi (metà dei quali da primo firmatario), 22 interrogazioni, 16 ordini del giorno, 20 mozioni, si è mosso per le imprese, le zone montane, per l’autonomia e soprattutto per le problematiche legate ai giovani (dalle difficoltà di chi vive fuori per studio e “paga” i costi del rientro alla consulta giovanile). Se l’Ersu in Sicilia oggi dà più voce agli studenti che ora rappresentano la maggioranza, è opera sua. E di recente ha lanciato la proposta, così come avviene a Roma da anni, del Consiglio comunale dei giovani.
Il voto alla giunta Musumeci: “7-“, il meno è per la gestione delle autostrade. Chi fa la spola con Messina sa bene di cosa si parli. Il voto all’Ars “7”. In realtà la votazione si abbassa se si pensa a quel che il governo regionale ha fatto o non ha fatto per Messina.
“Troppo poco. Anzi, se guardiamo veramente a cosa di concreto è stato fatto dico che non c’è stata una reale attenzione. Messina merita molto di più e c’è ancora tempo per ravvedersi. C’è un anno e mezzo davanti. Ad esempio meritiamo un assessore totalmente messinese e con deleghe di peso. Dobbiamo contare di più”.
Dopo non poche polemiche l’assessora Bernadette Grasso, unica messinese in una giunta totalmente sbilanciata su Catania ( e al maschile) è stata sostituita con Daniela Baglieri, che vive e lavora a Messina da tanti anni, ma che non può essere definita piena espressione della maggioranza politica messinese che appoggia Musumeci. Per dirla tutta, come fa notare Genovese, è più vicina a Picciolo che a chi sostiene il governo regionale.
La freccia è stata lanciata. Genovese, ad un anno e mezzo dalle Regionali non si sbilancia sui movimenti, Ora Sicilia e Razza sono i punti di partenza, quanto a quelli di arrivo “non è il momento di indicare limiti”. Fosse per lui il candidato vincente sarebbe il ri-assessore alla salute, ma quel che conta è correre uniti, senza fughe che agevolerebbero il centro sinistra.