Ricomincerà da capo il processo per la morte di Grazia Marino, la 74enne di Messina spirata il 10 agosto 2010 mentre era in vacanza a Falcone. E' qui che in una rosticceria la signora consumò una lasagna ritenuta la causa della salmonellosi che portò poi al suo decesso.
Il processo era in corso davanti al dott. Potestio del Tribunale di Patti, che aveva già sentito una buona parte dei testimoni.
Ma visto il sovra carico del lavoro del giudice, il Presidente ha assegnato il fascicolo ad altro magistrato giudicante. I legali delle parti civili, ossia i familiari della vittima, gli avvocati Elena Florio, Elena Montalbano, Bonaventura Candido e Leo Decembrino si sono opposti perché con la nuova assegnazione il processo riprenderà da capo e il rischio prescrizione è più vicino. Ma il Presidente ha rigettato la richiesta.
"A distanza di sette anni dalla morte della povera signora Grazia Marino", commentano i legali "il processo dovrà ricominciare ancora una volta innanzi ad altro giudice. La situazione che si è venuta a creare è disarmante per noi difensori e incomprensibile per i congiunti della signora".
Alla sbarra per omicidio colposo ci sono il titolare della rosticcera, Edoardo Recupero di Falcone, e Santa Fiorello di Milazzo, il sanitario di guardia al Pte di Milazzo e quindi sul 118 che la soccorse. Difesi dagli avvocati Nino Favazzo, Francesca Minasi e Fabrizio Formica, si sono sempre difesi dall'accusa di aver avuto responsabilità nella vicenda.
Alessandra Serio