“Un mostro burocratico della Regione Siciliana che con un tentacolo finge di fare una cosa e con l’altro ne fa, per davvero, un’altra. Un ente che da anni tutti dicono, e fingono, di volere sciogliere, anzi meglio liquidare, ma che sistematicamente insiste e persiste sul nostro territorio senza alcun ragionevole motivo e soprattutto senza alcuna vera e concreta prospettiva di sviluppo per la nostra città”.
Il consigliere comunale Piero Adamo torna sulla vicenda Ente Porto. La chiusura è stata decisa lo scorso 23 aprile, ma l’iter si sta rivelando molto più lungo del previsto. Non solo. La presidenza della Regione ha richiesto agli enti locali messinesi di procedere alla nomina dei membri del collegio sindacale dell’Ente Porto. Richiesta esitata dal commissario della Provincia, Filippo Romano.
“Da una breve ricerca effettuata presso gli Uffici di Palazzo Zanca – scrive Adamo – apprendo che la stessa richiesta è arrivata anche al sindaco di Messina, esattamente con nota protocollo Regione Siciliana – Segreteria Generale Presidenza n. 40341/F9 del 02.09.2014. Il Comune di Messina non può e non deve dare seguito a questa richiesta. Il sindaco non è il commissario straordinario di un Ente che, nominato con compiti burocratici specifici, non può che limitarsi ad adempiere agli atti amministrativi di sua competenza. Il sindaco è espressione politica della cittadinanza, deve avere una visione dello sviluppo del territorio e deve farsi interprete del sentimento ormai ampiamente diffuso nella popolazione che considera follia l’ipotesi di una nuova industrializzazione della Falce (mission statutaria dell’Ente Porto) e che vede nell’Ente Porto il paradigma degli sprechi non solo della città ma dell’intera Regione”.
La richiesta rivolta al sindaco è dunque quella di “non procedere alla designazione dei componenti del collegio sindacale esprimendo così una chiara posizione politica e di pretendere contestualmente un incontro con i vertici della Regione, in primis il presidente Crocetta, affinché si chiariscano i tempi per la liquidazione dell’Ente, dando seguito concreto e reale alle volontà espresse con il protocollo d’intesa sottoscritto presso l’Autorità Portuale, lo scorso 23 aprile. Occorre sul punto una presa di posizione netta e chiara ed il sindaco non può essere spettatore inerme di un gioco che forse conviene a qualcuno ma che certamente non conviene alla città”.