Il sindaco Briguglio: "L'ente non incide sul territorio, non si capisce quanto un presidente rimanga in carica. Inoltre chiedo chiarezza sulle procedure per gli incarichi"
MANDANICI – C’è fermento nell’Unione dei Comuni delle Valli Joniche dei Peloritani. Dopo la fuoriuscita, anni addietro, di S. Teresa di Riva, un altro Comune starebbe vagliando l’ipotesi di abbandonare l’ente sovra comunale, del quale fanno parte 11 centri dell’hinterland. “Non vedo risultati concreti” ha sbottato Giuseppe Briguglio, primo cittadino di Mandanici, al termine dell’assemblea dei sindaci di ieri sera (mercoledì). “Non si capisce quanto un presidente debba rimanere in carica in deroga a quanto previsto dallo Statuto, cioé un anno”, chiosa Briguglio. Il quale chiede anche “chiarezza sulle procedure in merito agli incarichi che vengono affidati. Parlo, più in generale, delle iniziative di cui i sindaci non veniamo informati. Noto che ci troviamo in un ente il cui motivo di esistere è l’approvazione dei Bilanci e progettazioni che al momento non hanno portato ad opere concrete. In queste condizioni – rimarca Briguglio – non vedo il motivo per cui Mandanici debba rimanere nell’Unione dei Comuni. Ne parlerò con la mia squadra amministrativa e decideremo insieme il da farsi. Resto in una posizione comunque critica e dell’idea che andare avanti così non ha senso. La mia è una idea di Unione che incida nel territorio, con strategie di servizi e opere che vadano al di là dei confini comunali”. Al momento dell’Unione fanno parte Limina, Antillo, Roccafiorita, Savoca, Casalvecchio Siculo, Forza d’Agrò, S. Alessio Siculo, Furci, Roccalumera, Pagliara e Mandanici. L’Unione rischia così di perdere un altro pezzo, dopo S. Teresa, il paese più importante sotto il profilo commerciale e per numero di abitanti (quasi 10mila residenti). “Non siamo disponibili a rientrare solo per fare numero – ha più volte ripetuto nel recente passato il sindaco di S. Teresa, Danilo Lo Giudice – o per dire che ci siamo anche noi ma potremmo farlo solo se ci viene presentata una programmazione a media e lunga scadenza e una seria progettualità che l’Unione intende portare avanti per il territorio, altrimenti rimaniamo fuori”.