L'Ars dice addio alla Tabella H e vara la norma antiparentopoli a metà. E' scontro sull'incompatibilità. "E' una legge spot e vuota" dichiara l'opposizione e tra i grillini e Crocetta finisce l'armistizio. "Fiducia fino a dicembre- annuncia Cancelleri- Basta proclami circensi, c'è puzzo di compromesso morale. O si cambia o si va alla sfiducia"
L’Ars manda in soffitta la vecchia Tabella H e vara una singolare norma antiparentopoli senza parenti, rinviando ad una fase successiva la parte relativa ai familiari.
Addio alla Tabella H, la vecchia lista della spesa che per decenni ha consentito all’Assemblea regionale di dare contributi a pioggia ad associazioni, Enti, onlus, gran parte dei quali facevano riferimento ai singoli deputati. La norma è stata sostituita con una che introduce i bandi per l’assegnazione dei contributi. Il provvedimento è stato approvato con 48 voti favorevoli, 12 contrari e 1 astenuto. Per quest’anno prevede l’assegnazione di 8 milioni e mezzo, due dei quali sono destinati ai Teatri siciliani (al Vittorio Emanuele in agonia andranno solo 200 mila euro….). Alle Province in fase di smantellamento andranno 5 milioni di euro.
“L’abolizione della tabella H è un passo avanti rispetto al passato, sia in termini di stile che nella gestione del denaro pubblico in maniera trasparente e con condizioni di parità per i beneficiari- è il commento del capogruppo dei Democratici Riformisti alla Regione Beppe Picciolo- Siamo certi che il governo regionale avrà le giuste attenzioni verso le associazioni che si occupano dei disagi sociali, della disabilità e della lotta alle malattie gravi”.
Non la pensa così l’opposizione che per voce di Vincenzo Figuccia, Pds-Mpa, sottolinea come la nuova norma dia massima discrezionalità al Governo regionale “Oggi invece che far sparire i numerosi enti beneficiari della ex Tabella H, aumentano solo i poteri discrezionali del Presidente della Regione”.
Con una maggioranza ancora più ampia l’Ars ha approvato la norma antiparentopoli, che sarebbe più corretto definire norma sulle incompatibilità ed ineleggibilità, dal momento che la parte dei “familiari” è stata rinviata poiché passibile di elementi di incostituzionalità.
A votare si sono stati 55 deputati, 3 i contrari, 5 gli astenuti.
La norma varata oggi prevede l'incompatibilità tra la carica di deputato e quella di funzionario della Regione o di amministratore, dirigente di enti di diritto privato, nonché di socio, legale rappresentante, amministratore, dirigente, funzionario e consulente di società o enti di formazione professionale, anche senza scopo di lucro, che fruiscono di finanziamenti o contributi, a qualsiasi titolo per lo svolgimento di attività formative o per conto della Regione, o che siano titolari di appalti per forniture o servizi per lo svolgimento di attività formative per conto della Regione. Spariscono quindi i parenti dal provvedimento, pertanto l’incompatibilità è limitata alla sola persona del deputato (o assessore). Per evitare d’incappare in rischi d’incostituzionalità delle norme l’Ars le ha di fatto “anestetizzate”, scatenando le ire dell’opposizione che in sostanza ha detto: tanto rumore per nulla.
Se Assenza, dai banchi del Pdl l’ha definita “legge spot”, il capogruppo della lista Musumeci Santi Formica ha rincarato la dose: "Questa norma tutto è tranne che una cosa seria. E' il risultato di una conferenza stampa e di un annuncio. Se Crocetta voleva colpire Genovese e Rinaldi, non li colpisce, perchè hanno fatto dimettere le mogli dai consigli di amministrazione e continuano a gestire quegli enti. Questa norma non ha alcuna efficacia, è un mercimonio e una trasfigurazione della realtà”.
Per il capogruppo dei Dr Beppe Picciolo rappresenta invece l’inizio di un percorso che deve prevedere “ulteriori provvedimenti che mettano al riparo da eventuali conflitti di interessi, anche parentali, l’esercizio del mandato parlamentare. Sono certo che si possa lavorare da settembre ad ulteriori norme in questa direzione”. Il figlio dell’ex presidente Lombardo, Toti, la definisce una “ legge vuota, che è stata condizionata non dall'interesse reale per questo tema, quanto piuttosto dall'interesse personale del Presidente della Regione alla visibilità mediatica”.
Alle “stelle”, nel vero senso del termine è arrivato lo scontro tra il capogruppo del M5S Giancarlo Cancelleri e Crocetta, sia sulla norma che sulle precedenti dichiarazioni relative al Muos e a infiltrazioni mafiose. I giorni del “Modello Sicilia” sono definitivamente archiviati. “E’ una legge spaventapasseri- ha tuonato Cancelleri– finora abbiamo visto tante promesse, proclami circensi e nessuna rivoluzione, della quale non si sente neanche l’odore anzi, si avverte soltanto un puzzo di compromesso morale. A proposito, che fine ha fatto l’annunciato taglio di stipendio da parte del Presidente?”
I grillini hanno dissotterrato l’ascia di guerra e annunciano fiducia a tempo: il Governatore dovrà passare dalle parole ai fatti entro dicembre, in caso contrario arriverà la mozione di sfiducia.
Rosaria Brancato
Una legge cosiddetta “antiparentopoli” che non preveda le incompatibilità dei parenti dei deputati regionali non può che definirsi una grande presa in giro per tutti noi miseri cittadini.
Abbattetelo , e’ solo una croce in piu’per la Sicilia. Aspettavate i tagli? Tagliateveli da soli …..
Bisogna avere più coraggio se si vuole che i cittadini riacquisiscano la fiducia nelle istituzioni.
Abbattere i privilegi, azzerare la burocrazia, mandare in galera e non ai domiciliari non solo i prestanomi ma anche i mandanti di chi ha lucrato sui bisogni della gente.
Crocetta, esci fuori le xxxxx, non aspettare, non c’è più tempo.